Carrie è quel bel film tratto dall’esordio letterario di Stephen King di cui Brian DePalma girò la perfetta (e sottolineo perfetta) regia. Ora, dopo un sacco di tempo (era del 1976… altri tempi… pantaloni a zampa d’elefante e un mondo che si vestiva come la famiglia Brady), adesso che questo film non se lo ricorda più nessuno, Kimberly Peirce ha avuto la brillante idea di farne un remake con protagoniste Chloë Grace Moretz (Carrie), Julianne Moore (sua madre) e Judy Greer (l’insegnante di ginnastica che cerca di aiutarla), il tutto finanziato dalla MGM e dalla Screen Gems, basandosi su una sceneggiatura di Roberto Aguirre-Sacasa (Stocazzo, aggiungerei io). Io però questo film lo ricordo e non posso fare altro che rimpiangerlo. A un certo punto, il massimo dello stile che la Peirce ha come regista è quello di ficcarci lo slow motion in alcune delle scene più violente, con roba che vola sui tetti, auto che si fracassano a terra… con buona pace della sospensione dell’incredulità. A nulla serve precisare che, se cercate un film poco impegnativo, questo fa decisamente al caso vostro. PS. Rischiavamo di avere come protagonista… udite, udite… LINDSAY LOAHAHAHHAHAHAHAHAAHN, ma l’attrice (che comunque era una delle favorite nella rosa delle scelte di Stephen King, ha avuto i problemi che ha avuto e darle un altro dispiacere con un film del genere era troppo per la sua CARRIEra).
Fabio Secchi Frau