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RECENSIONE A FREDDO – Philomena

Creato il 04 aprile 2014 da Fabioeandrea

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Oooh! Finalmente un buon film drammatico che ho trovato godibilissimo! E devo ammettere che, in più di un momento, ho ridacchiato come uno scemo per qualche siparietto divertente che il regista Stephen Frears aveva ficcato qui e lì (altrimenti saremmo sprofondati nella più profonda tristessssssssa e forse avremmo sputato addosso alle suore per strada).

Philomena è un film che è consapevolmente cattolico (amen) ma, che tralascia i soliti facili pregiudizi sugli ordini religiosi e sul loro operato “caritatevole” (e le virgolette non sono un caso neanche stavolta perché, di caritatevole, c’è veramente poco malgrado indossino una croce per 24 ore su 24) preferendo rimanere sospeso nel mezzo di una sentenza non definita (che si formula comunque nello spettatore), pur senza rifiutare un preciso atto d’accusa verso una certa mentalità religiosa che sfiora il fondamentalismo.

RECENSIONE A FREDDO – Philomena

Allora…

La storia è quella di Philomena (Judi Dench), una ragazza-madre irlandese che, cacciata via di casa, è costretta a vivere con un gruppo di altre ragazze madri ospiti in un convento… Convento che deciderà di far adottare suo figlio (così di punto in bianco per la sua gioia), separandolo per sempre da lei. Dopo cinquant’anni, Philomena, aiutata da un giornalista (Steve Coogan), decide di mettersi alla ricerca del figlio.

RECENSIONE A FREDDO – Philomena

È un film che mette d’accordo tutti, per la scelta tecnica di usare determinati flashback (girati in una determinata maniera) in determinati momenti (ho usato troppo determinati machissene, è per farvi comprendere meglio) e, soprattutto, per una sceneggiatura che deve tutta la sua linfa vitale all’autore Martin Sixsmith (che scrive veramente con una prosa di poco conto ma, che è un piacere leggere… perché a volte bastano davvero poche parole per dire tutto). È uno script che, come ho sottolineato prima, non chiude drasticamente le porte in faccia alla religione cattolica ma, pretende che si faccia ammenda lì dove, una volta ogni mille (o molte molte molte di più!!!), sbaglia. E lo fa in una maniera critica che induce a un innegabile cambiamento nei due protagonisti (Martin e Philomena), senza però nascondere la logica dell’amarezza, il senso di perdita di contatto con la fede e una non tanto sottilissima protesta per chi si erge al posto di Dio quando, invece, non ne è che un servo. Pur non essendo la religione una materia in cui andavo forte, il film dimostra come malgrado la facciata di Bene, dietro certi ordini religiosi ci sia il profondo, ma profondo male, spinto dal fascino del denaro facile e dall’indifferenza verso i diritti di coloro che sono considerati “i peccatori”.

RECENSIONE A FREDDO – Philomena

Giocando in largo anticipo con una precisa crisi religiosa cattolica che ha interessato un po’ tutte le nazioni europee cresciute a pane e Papa, Philomena è una pellicola che potrebbe prendersi a braccetto con altri film e andare a farsi un giretto a Città del Vaticano. Tali film possono essere per esempio: 1) Pianese Nunzio 14 anni a maggio di Antonio Capuano 2) Magdalene di Peter Mullan 3) La religiosa di Guillaume Nicloux… … … 4) Le ali della vita di Stefano Reali… …. 5) The Blues Brothers di John Landis…. Ok, magari gli altri due non c’entrano molto però ci andiamo vicini, eh. Ci sarebbe anche da citare American Horror Story – Asylum… perché anche quelle suore non scherzano… ma, andiamo avanti, va.

Quanto alla recitazione di Judi Dench (I ♥ Judi 4eva), difficilmente si possono trattenere le lacrime di fronte a quei suoi piccoli occhietti azzurri sempre un po’ tristi… Del resto, c’è da aspettarsi sempre una performance ineccepibile da lei… e non c’è mai abbastanza Judi Dench al mondo… Quindi Judi, non pensarci neppure a pensionarti!!! Recita poco, ma recita!!! Per quanto riguarda il suo personaggio, esso modifica di poco la sua personalità malgrado sia al centro di molte rivelazioni ma, mai la qualità di ciò che dice. Fa sbellicare quando vuole far sbellicare e ha una capacità di sintesi non comune. . I suoi commenti sembrano distillati dalla saggezza dell’età e non tanto dalla struttura cattolica che si porta dentro e sulla quale è sorretta la sua identità. Si ama Philomena sempre e molto. Anche quando noi, al suo posto, avremmo spinto una suora nella sedia a rotelle già dalle scale o fuori da una finestra.

RECENSIONE A FREDDO – Philomena

A farle da contraltare, il personaggio del giornalista Martin interpretato da Steve Coogan, chiaramente agli antipodi rispetto a Philomena ma, dal rigore morale assoluto.

RECENSIONE A FREDDO – Philomena

Con questo film, Stephen Frears dimostra che non ha ancora finito di dire tutto quello che ha da dirci (che non è mai stato molto, per la verità ma, è sempre stato di contenuto e interessantissimo).

Le musiche di Alexandre Desplat servono allo scopo del film esattamente come un Atlante sorregge la volta celeste.

Fabio Secchi Frau


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