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RECENSIONE A FREDDO – Prisoners

Creato il 20 gennaio 2014 da Fabioeandrea

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L’annunciato film di Denis Villeneuve che avrebbe dovuto portare all’Oscar gli attori protagonisti Hugh Jackman e Jake Gyllenhaal è stato cagato talmente poco dall’Academy che hanno rifilato a questo thriller claustrofobico solo una nomination con la fotografia (e meno male perché è veramente un bijoux! Bravo Roger Deakins!).

L’annuncio del film era stato dato dichiarando (e poi ritirando) che i protagonisti sarebbero stati Mark Wahlberg e Christian Bale… Salvo poi optare (e ritirare) per Leonardo DiCaprio e Christian Bale… Ma niente da fare. Nessun coinvolgimento di queste star… Persino per la regia si passò da un nome all’altro: il buon-ma-usato-male Bryan Singer, il pessimo Antoine Fuqua (per carità!!!)… per poi approdare nelle mani di Villeneuve (sospiro di sollievo).

Posso dire che, con il senno di poi, ci è andata di lusso anche così?

Prisoners è un buon thriller che richiama alla mia mente molti stralci positivi:

1) La buona trama binaria e una solida sceneggiatura ricca di colpi di scena. Tradotto: a me, le storie di rapimenti di bimbi, piacciono parecchio… Infatti, non mi son perso una puntata di Criminal Minds dove si sequestravano pargoli.

RECENSIONE A FREDDO – Prisoners

2) La recitazione di Paul Dano che ti rimane impressa per quel misto di inquietudine e pena… che non sai se prenderlo a cazzotti o tranquillizzarlo.
RECENSIONE A FREDDO – Prisoners

3) La fotografia scelta che descrive pienamente lo scenario di un’America “da provincia proletaria ma, benestante” (qui non si potrebbe fare perché siamo tutti con le pezze al culo), che sembra astenersi a un certo tipo di violenza e che invece, se credendo di essere nel giusto, si lascia andare a sporadici episodi di aggressività e brutalità… e tutto questo esplicato anche in quel filo di blu e grigio sottilissimi che invadono ogni ambiente e che rendono pienamente l’idea di un gelido sporco inverno, pericoloso come una lastra di ghiaccio sulla quale hai intenzione di camminare. Questa scelta cromatica ammicca nelle case, nei riflessi degli specchi e dei legni ed è schiaffata sugli attori come se recitassero dentro un frigorifero… accanto alla Pepsi. Molto yankee, devo dire.

RECENSIONE A FREDDO – Prisoners

4) L’irriconoscibile Melissa Leo. Che è lei, non è lei, no, che non è lei, ma si che è lei. Mi è piaciuta tanto la sua zia Holly. Una zia che non vorrei mai vedere dopo mezzanotte.
5) Il montaggio che fa solo assaggiare allo spettatore il finale, in una conclusione aperta che ho trovato molto buona. Non è il solito happy ending… e forse a molti farà veramente schifo… e vi rifarà considerare la mia recensione… ma chissene io l’ho trovato ok.
6) Jake Gyllenhaal che, nella parte del detective Lockee, è un distributore di tic ogni due scene.

RECENSIONE A FREDDO – Prisoners

7) La scena assurda dei serpenti… ma mi sto rendendo conto che con queste parole forse vi ho svelato un colpo di scena… merda.
8) La solita domanda: negli Stati Uniti i thriller escono bene, perché noi abbiamo Il tredicesimo apostolo?
9) Le musiche hanno un loro perché
10) E infine: non vorranno che Viola Davis faccia parti di seconda categoria dopo The Help, vero? Non può continuare così per sempre! Quello sì che sarebbe grave

Fabio Secchi Frau


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