Ancora una volta torniamo a ospitare Andrea Zanotti, che abbiamo conosciuto con “Forze Ancestrali”, con “Mondi in divenire”, con “La regina nulla” e “I pretoriani bianchi”.
Insomma, un autore che dal punto di vista letterario produce molto e che si rivolge a noi dal 2012, quasi a voler testimoniare la sua gratitudine nei nostri confronti, e noi non possiamo fare altro che ricambiarla.
Come al solito tentiamo di offrire ai nostri lettore una recensione efficace, che non sia ridondante e noiosa, ma che faccia comprendere immediatamente se il romanzo va letto o meno, se ha dei punti forti o dei punti di debolezza.
L’ultima volta che ci siamo ritrovati a recensire Zanotti avevamo affermato che egli aveva migliorato parecchio la propria scrittura e che probabilmente potevamo annoverarlo tra gli scrittori fantasy più promettenti.
Ad oggi, con il suo nuovo libro “Il nuovo quarto”, sono pochi gli appunti che si possono fare. Zanotti, come già abbiamo spesso detto, sa tessere storie gestendo la complessità della trama in maniera efficace e senza creare confusione al lettore.
Anche questo romanzo fa parte di una trilogia, un primo lavoro che fa ben sperare per il sèguito della storia. Le linee narrative sono molteplici, così come i personaggi che incontriamo in questo viaggio. Tutti ben descritti, ognuno con la propria peculiarità, mai stereotipati o banali, personaggi forti con una personalità complessa che emerge mano a mano durante la lettura del romanzo.
Zanotti crea un legame fra lettore e protagonisti, (ma a dire la verità anche i personaggi “secondari”, che sono molti e i cui nomi spesso risultano un po’ difficili da ricordare, riescono a imporre una propria voce!)
Un grande pregio dello stile di Zanotti è il realismo delle sue storie. La morte giunge per tutti, non guarda in faccia buoni o cattivi. questo rende la trama sicuramente non scontata (se ci riflettiamo bene, anche George Martin ha questo approccio con i suoi personaggi, e in effetti gli ultimi romanzi fantasy che sono usciti, che seguono il genere distopico, non si fanno scrupoli circa il destino dei propri personaggi).
Altro punto forte è la tecnica narrativa di quest’autore. Il romanzo è scritto in terza persona e al passato, i punti di vista sono così tutti ben delineati, ma in alcuni passaggi emerge la prima persona al presente – questa voce appartiene a un giovane guerriero della centuria e i suoi interventi rendono la vicenda ancora più coinvolgente.
“Il nuovo quarto” è un romanzo che si legge con piacere e che lascia il lettore con il fiato sospeso in attesa della pubblicazione del secondo volume della trilogia.
Recensione a cura di Dylan Berro e Laura Bellini