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Recensione a “L’ultima lacrima” di Luca Tromelli, Ellade edizioni

Creato il 03 ottobre 2015 da Soleeluna

copertina-lacrima-500px-214x300Il contesto sociale e ambientale

Un thriller all’italiana, l’ispettore al centro, una figura umana, circondato da commissari prudenti, ambiziosi e da collaboratori che rispecchiano l’organizzazione delle carriere nel lavoro.

Un habitat raro, un paesino vero, ben descritto, vissuto, in provincia di Piacenza, nella val Tidone. Il paese dell’autore Pianello che si immedesima nel ruolo e nell’occhio descrittivo del paesaggio piacentino.

Boschi, colli e la casa del diavolo, il luogo dove un gruppo di ragazzi di parrocchia sotto l’animazione del corpulento parroco Don Paolo, alto quasi 2 metri, si ritrovano.

Ma possibile che provenienti dall’oratorio, dal mondo scout, qualcuno li addita come esecutori di riti satanici? Certo hanno costituito una banda rock, un rock hard e i loro modi non appartengono al vecchio oratorio di ragazzi all’antica.

La storia e i personaggi

Ma siamo in un thriller.

Vicino a un fiume, un cacciatore trova un uomo nudo in ginocchio ma straziato e con delle scritte sul corpo. Il fatto che abbia avuto l’asportazione dei testicoli per un esperto di gialli potrebbe orientare subito a qualche vendetta amorosa (tradimenti, violenze,stupri, ecc..) ma a me ha solo scosso la mente. Poi si trattava di un carabiniere! L’ispettore Luca Tondi, il suo collaboratore Caruso, più interessato alle pause mangerecce a carico dello Stato in quanto in servizio fuori sede e un giovane carabiniere, che data l’età e l’interesse è abilissimo con i software di elaborazione dati e sarà un ‘ottimo acceleratore dell’indagine.

Ma gli omicidi si susseguono a catena, tutti “diabolici” direi, e firmati con lettere che man mano i cadaveri aumentino compongono il titolo del CD che il gruppo sta componendo.

Un ragazzo però ha colpito subito l’ispettore: Christian Delotti, di una famiglia molto nota in paese (padre dentista, villa, la signora bellissima ma di facili costumi). Da come si atteggia, introverso e con i capelli lunghi che gli ricoprono interamente il viso, rimane stampato nella mente al commissario e man mano che gli omicidi vengono scanditi sempre più la famiglia Delotti è sospettata.

Una visita nella casa, un ritrovamento di una foto scolastica con alcune delle persone assassinate fa orientare le indagini su una classe, su un certo istituto scolastico e scavare sulle vite dei cadaveri.

Il finale ha una giusta dose di imprevisto, di dubbi del lettore (e questo è il fascino). Ovviamente alla fine la giustizia vince ma il prezzo da pagare è alto, onestamente imprevisto. Devo sottolineare che anche il prologo è inatteso con l’ispettore che sta per suicidarsi… perché? Un uomo che può sbagliare, che vive troppo gli eventi, che ritorna al paese dei suoi avi e ne soffre. Il tutto è intervallato anche dall’incontro con un’amore molto candido, descritto con grande sobrietà come è giusto sia in un thriller che predilige l’intreccio e non il wojeurismo.

Un mio parere

Forse il libro è un po’ troppo lungo e il numero di omicidi elevato, ma ha il suo motivo.

Le crisi notturne del commissario possono apparire ridondanti facendo perdere il loro valore di supporto ai dubbi indagatori .

Il romanzo che ho letto su un adeguato smartphone è coinvolgente e lo strano inizio con l’intento suicida dell’ispettore con il susseguirsi delle vicissitudini sparisce dalla mente, e quando nel finale ci si ritrova alla scena iniziale si è come catapultati in un altro film e pensi: ma non è possibile?!

Recensione a cura di Stefano Pierini


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