Recensione
Nella conigliera di Sandleford, la vita degli abitanti procede felice e indisturbata, finché Quintilio, un giovane e gracile coniglio, ha una visione. Una sciagura sta per abbattersi sulla conigliera. Con il fratello Moscardo rivela il presagio al Coniglio Capo, che però si dimostra riluttante a organizzare una migrazione. I due conigli decidono allora di fuggire con alcuni compagni. Moscardo si rivela una guida fidata e conduce il gruppo lontano da Sandleford, fino a raggiungere la conigliera di Primula Gialla. Il gruppo è deciso a stabilirsi nella nuova casa, dove il cibo non scarseggia e c’è spazio per tutti. Ma un susseguirsi di misteriose sparizioni porteranno i fuggiaschi a scoprire che a fornire il cibo alla conigliera è un agricoltore, lo stesso responsabile delle sparizioni.
Moscardo e i suoi decidono di ripartire, fino a raggiungere la collina di Watership, dove si stabiliscono. Qui sono raggiunti da alcuni compagni della vecchia conigliera di Sandleford, scampati alla distruzione, preannunciata da Quintilio. Ma i guai non sono ancora passati. Il destino li metterà sulla strada del temibile Generale Vulneraria, a capo di Efrafa, un insediamento in cui i conigli sono privati della libertà e trattati come schiavi. Moscardo e il suo gruppo, con l’aiuto della buona sorte e dell’insolita amicizia con il gabbiano Kehaar, metteranno a rischio la loro vita per liberare Efrafa dalla tirannia del Generale e restituire la dignità ai suoi abitanti.
Amo questa favola, che racconta il coraggio, il sacrificio, l’amicizia e fa riflettere su quanto per raggiungere la felicità basti l’essenziale. Una casa, una compagna, dei buoni amici e una storia da ascoltare prima di addormentarsi.
I protagonisti sono animali, ma pensano, agiscono e hanno gli stessi bisogni degli uomini. L’autore ha pensato proprio a tutto. I conigli hanno un loro linguaggio, i loro miti e la loro cultura. Lavorano e si concedono attimi di svago. Pensano al futuro e sono disposti a sfidare la sorte, pur di garantirselo. Superano i propri limiti, a dispetto della natura. Considerano se stessi come una piccola parte del gruppo e lottano per la sopravvivenza comune. Li ho amati tutti, dal sensitivo Quintilio, al burbero e tenace Parruccone, al saggio Moscardo e perfino il temibile Generale Vulneraria, con il suo passato triste.
Quelli di voi che vogliono esser liberi possono seguirci.
Come non innamorarsi di una storia che parla di libertà. Un bene prezioso per il quale si è disposti a tentare l’impossibile, per conquistarlo o per difenderlo.
Angela Gagliano