Ho la certezza che mai mi sarà difficile recensire un libro come trovo complesso farlo per questo. “La coperta corta”, secondo romanzo di Ismaela Evangelista, questa volta targato Les Fleneurs edizioni, è un colpo al cuore. Ismaela che già ci aveva inoltrato nella mente umana attraverso gli occhi di un ragazzo che affronta la vita accanto a un bambino con la sindrome di Tourette, questa volta ci fa vedere una delle cose che più spaventa i genitori: la pedofilia.
Quante volte ascoltiamo in televisione, o leggiamo sulle riviste, di bambini che sono stati maltrattati da persone di cui si fidavano? Troppe. Sarebbe troppo anche se una notizia del genere fosse unica e irripetibile perché i bambini non si devono toccare.
Eppure accade che adulti malati interferiscano con la crescita di chi deve essere solamente protetto. Leggere il romanzo di Ismaela è una ferita all’anima, non solo da genitore, ma anche immedesimandomi in una bambina che non è estranea a questo tormento. Spesso gli adulti ignorano segnali che, col senno di poi, sono evidenti segni di disagio da parte dei propri figli. Troppe volte chiudiamo gli occhi di fronte a qualcosa che ci sembra troppo spaventoso da affrontare e lasciamo che sia il tempo a fare il suo corso, ma se non siamo noi a prendere le redini per guidare la tanto promessa guarigione del tempo, allora non ne usciremo mai. Questo è quello che ci insegna il romanzo di Ismaela, ci sprona a cercare la forza dentro noi stessi di superare un male che non possiamo più modificare, ma che non dev’essere un impedimento per la nostra vita futura o il mostro avrà vinto su tutti i fronti.
Grace è la protagonista di questo romanzo, una bambina bellissima che prende lezioni di pianoforte a casa di un amico di famiglia. Lui è un mostro e proprio la persona di cui Grace si fida di più, che è la madre, la accompagna inconsapevolmente, giorno dopo giorno, nella tana del leone.
Lei non può ribellarsi da sola, è piccola e l’orco cattivo minaccia di uccidere sua madre, così cresce scoprendo il sesso come fonte di disgusto. Per difendersi deve diventare quello che non è, deve chiudersi in se stessa, staccarsi dalla ragazzina che viene molestata. Per difendersi, e continuare a sopravvivere, deve farsi del male prima e creare uno scudo di cattiveria in seguito. Grace deve imparare a proteggersi da sola dai ricordi che ancora la tormentano. Questo finché la vita non le farà incontrare le persone giuste, quelle che riusciranno a creare un fallo nella corazza che si è creata e riscoprirà cosa significa vivere davvero.
Non sarà un percorso facile, Ismaela scrive che il perdono è l’unica via di guarigione, ma come arrivare a questo perdono? Come cancellare la rabbia per essere stati privati di un’infanzia spensierata? Pare che la risposta giusta sia quella di affrontare il dolore, di prendere di petto la rabbia e vederla frantumarsi sotto i nostri occhi. Grace si trova inerme di fronte al suo mostro, capisce che non vale la pena serbare rancore per un uomo che probabilmente non avrà mai la possibilità di vivere abbastanza per espiare le proprie colpe. Il messaggio che ne esce è decisamente positivo. Si può superare un dolore tanto forte, lo si può fare nel momento stesso in cui ci si rende conto di essere pronti a vivere di nuovo.
Mi sarebbe piaciuto leggere anche un altro punto di vista in questo romanzo. Avrei voluto conoscere le reazioni dei genitori alla scoperta di quanto accaduto alla figlia, i loro pensieri e i risvolti psicologici di una tale rivelazione.
Sono certa che questo sia uno di quei libri che non possono mancare nelle librerie di ognuno di noi. Non può accadere perché va letto, non solo da chi conosce quest’orrore, ma anche, e soprattutto, da chi pensa che i mostri siano sempre lontani dalla loro realtà. Va letto per capire, perché molte persone tendono a minimizzare l’impatto che una simile esperienza avrà sulla vita di un essere umano.
Complimenti a quest’autrice straordinaria che meriterebbe davvero di finire dritta in tutte le librerie. Questa donna mette la sua conoscenza a disposizione dei lettori, trasformando il proprio lavoro in romanzi che ci insegnano molto. Non vedo l’ora di leggere “Tu sei croce”, quindi spero proprio lo pubblicherai prestissimo!
Recensione a cura di Laura Bellini