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Recensione a: “La stanza della morte” di Robero Re, GDS edizioni

Creato il 28 novembre 2014 da Soleeluna

51YTMD1eojL._AA258_PIkin4,BottomRight,-37,22_AA280_SH20_OU29_Era gennaio 2014 quando, con molto piacere, pubblicavamo la recensione al primo volume di questa trilogia thriller, firmata Roberto Re.

Per chi se la fosse persa, la troverete qui

http://soleeluna.altervista.org/recensione-il-killer-delle-fiabe-di-roberto-re/

Facciamo un piccolo riassunto. L’ispettore Morelli deve indagare su efferati crimini commessi utilizzando le fiabe come modello. Le indagini lo conducono dritto in un baratro fatto di misteri che coinvolgono la sua famiglia. È così che termina il primo libro, con alcune rivelazioni che lasceranno di stucco il lettore e soprattutto in attesa del seguito della storia.

Bene, ho avuto il piacere di leggere anche il secondo libro e vi anticipo già che se sperate di vedere i misteri risolti, vi ingannate.

Morelli non sarà alle prese con la risoluzione di efferati crimini, non in questo secondo volume, ma dovrà compiere una ricerca ancora più difficile. Sarà costretto a indagare sul passato della sua famiglia, riportando in superficie degli orrori che per il lettore saranno duri da digerire.

Accanto a lui l’immancabile figura di Morena che lo supporterà fino alla fine della storia, ma…quando tutto sembra quasi risolto, si affaccerà nel romanzo una nuova figura, misteriosa e enigmatica che porterà Morelli e Morena a fare una scelta importante, che sono certa cambierà il percorso delle loro vite.

Questa la trama, in breve, per quello che posso svelarvi senza fare anticipazioni e rovinarvi le sorprese. Adesso veniamo alla vera recensione, quella in cui ho minacciato di fare nero l’autore.

Lo dico a voce alta, Roberto è una grande voce del panorama letterario italiano. I suoi romanzi non hanno niente da invidiare ai nomi famosi, ma questo l’ho già detto. Quello che non ho ancora scritto, è che mano a mano che questa intricata storia si dipana fra le pagine, assistiamo a un’evoluzione anche dello stesso autore.

Avete in mente quando leggete uno dei consigli più ripetuti che si rivolgono a uno scrittore?

“Scrivi ciò che conosci”

Ecco, Roberto l’ha fatto, ambientando la sua storia in posti che lui conosce alla perfezione, descrivendoceli come se fossimo a passeggio e visitassimo i luoghi che lui vuole farci conoscere.

Altra cosa, i personaggi. In questo volume crescono tutti, acquisiscono personalità e maturano. Si troveranno di fronte a qualcosa che esula dalla razionalità e affronteranno la cosa nel migliore dei modi, come ci si aspetta da agenti della polizia.

Il rapporto fra Luca Morelli e la sorella Stefania, qui ci viene spiegato molto meglio rispetto al primo romanzo, si riesce a cogliere la motivazione che ha spinto la sorella a comportarsi come ha fatto, ma non ingannatevi, capirete, ma resterete con una domanda  in testa:

Perché è arrivata a tutto questo? Quale sarà il suo scopo?

Non solo. Perché accadranno cose davvero inaspettate e mai previste.

La parte che ho preferito in questo romanzo si svolge in una grotta, mi è piaciuto molto il modo in cui Roberto ha affrontato forse uno dei misteri più grandi del libro. Molto intense le emozioni che provano i personaggi in quel momento e di conseguenze, quelle che riescono a trasmettere all’autore.

Passiamo all’argomento che viene trattato. “Il Killer delle fiabe” non ci aveva risparmiato episodi cruenti, ma “La stanza della morte” sarà ancora peggio. Vi giuro che in certi momenti avrei voluto avere Roberto vicino per chiedergli come fosse riuscito a mettere nero su bianco certe cose. Mentre leggevo mi venivano i brividi e ho faticato a prendere sonno la notte, tanto che ho dovuto prendere il libro e allontanarlo dalla camera da letto. E questo ve lo dice una lettrice che è cresciuta con i romanzi di Sthephen King!

Si parla di paranormale in questo romanzo, soprattutto di satanismo e questo è ancora peggio di dover affrontare i mostri immaginare del re dell’orrore perché leggendo ti rendi conto che tutto quello che viene scritto, potrebbe essere realtà e non c’è nulla di più spaventoso di qualcosa che sai bene che potrebbe accadere o che è già accaduto. Questi passaggi ti fanno pensare molto a fatti di cronaca non troppo lontani dalla nostra realtà, dalle decine di bambini scomparsi che hanno fatto perdere le proprie tracce. È un argomento tosto, forte che Roberto affronta senza paura, senza mezzi termini, sbattendoci in faccia tutto il male che questo tipo di persone possono compiere.

Mi è piaciuto il suo non riferire le fonti alle quali ha attinto per trattare il satanismo, credo sia stata una scelta ben ponderata perché se è vero che si deve parlare di queste cose, non si può fare comunque rendere semplice la ricerca di certi argomenti.

Ecco, faccio fatica anche a esporvi ciò che vorrei, perché vi giuro che non riesco a togliermi dalla mente alcune scene del libro!

Se “Il killer delle fiabe” mi era piaciuto, questo romanzo mi ha tenuta incollata alle pagine, tanto che in due serate ho finito la lettura.

Ho terminato il libro e mi sono chiesta: “E adesso?”

Sono sicura che sarà quello che accadrà a voi, e spero con tutto il cuore che la GDS pubblichi l’ultimo capitolo più velocemente che può, esigenze editoriali o meno, lanci pubblicitari, traduzioni in varie lingue, non mi importa di queste sciocchezze, io voglio solo sapere come finirò questa vicenda!!!


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