Ci sono romanzi che ancora non sono stati pubblicati, ma che già ti chiamano. Possiedono la forza di farsi trovare, forse nel momento giusto, e di entrarti nel cuore come pochi altri riescono.
Questo a me è accaduto con Rya-La figlia di Temarin, non è stata la trama, né la bellissima copertina realizzata da Elisabetta Baldan, ma è stato il libro stesso. Un romanzo che ho atteso con l’ansia con cui si aspetta un seguito di una saga che si ha amato.
Rya dunque. Perché? Mi sono spesso chiesta prima di aver fra le mani questo libro, quale forza misteriosa mi avesse attratto tanto, quindi quando ne ho iniziato la lettura l’ho fatto con molte aspettative. Difficilmente ho trovato libri che avessero poi mantenute queste mie aspettative!
Rya c’è riuscita?
Foresta di Mejixana, Rya viene trovata ferita, in riva al fiume dal capo del ribelli Mejixana e condotta al villaggio. All’inizio nessuno sa chi lei sia, la credono una serva e lei non fa nulla per screditare l’errore. In questo villaggio, così lontano dal mondo in Rya è cresciuta, essa scopre una vita del tutto differente dallo sfavillio luccicante del palazzo reale. Lei, sorella di una regina e moglie del sovrano di Idrethia. Una secondogenita cresciuta all’ombra di una sorella che ama con tutta se stessa, ma che le ha impedito di sviluppare una sua personalità. Rya, abituata a essere servita e riverita, si troverà invece, ad affrontare un viaggio scomodo per potersi ricongiungere al marito e lo farà accanto all’uomo che l’ha salvata: Nemi. Dovrà adattarsi a dormire sulla nuda terra, a sentirsi sporca e affamata, a frequentare taverne e a essere addirittura considerata la puttana del capo dei ribelli. Non sarà solo questo però a segnare il percorso di Rya, non il cambiamento che questa ragazza dovrà fare su se stessa, quando il rivedere ogni sua convinzione e certezza. Le persone che le sono stata accanto, prima della sua scomparsa, sono davvero ciò che hanno mostrato? Perché suo marito ce l’ha tanto con Mejixana e chi sarà Niken, l’uomo più misterioso del romanzo?
Tante le donade che vi porrete durante la lettura di questo libro. Primo perché la storia da sola ve le farà sorgere e non vedrete l’ora di scorrere le pagine per scoprire cosa succederà. Secondo perché è proprio l’autrice stessa a lanciarci messaggi senza che essi abbiano una spiegazione. Rya ci parla spesso da un “futuro” che noi non conosciamo, racconta gli eventi come passati, infilando nella narrazione qualche frase che ci farà capire che le cose non sono andate esattamente come ci aspettiamo. Ci mette di fronte a una Temarin distrutta, cosa che noi non leggiamo in questo primo romanzo. E questo credo sia uno dei punti di forza maggiori del libro perché il libro non può fare a meno di domandarsi come e quando accadranno gli eventi di cui l’autrice ci fornisce solo qualche rapido scorcio.
Uno dei più grandi punti di forza, è vero, ma solo perché il romanzo ha una struttura narrativa solida e coerente, se così non fosse, forse nemmeno ci importerebbe di voler leggere il seguito della saga.
Lo stile è fresco e diretto, eppure la scrittura di Barbara Bolzan non ha niente da invidiare ai grandi maestri del fantasy. Dialoghi e narrazione sono ben alternati. L’ambiente descritto è meraviglioso, la capacità di questa giovane autrice di riuscire a farti sentire gli odori del posti che ci presenta, è strabiliante. Barbara ha inventato un mondo e ci accompagna in esso prendendoci per mano lasciandoci stupire mentre lei ci racconta i suoi boschi, il fiume, i villaggi.
Ammiro molto la scelta di rendere i suoi personaggi reali. Nemi è sicuramente il protagonista maschile per eccellenza, ma non troveremo mai passaggi in cui ci viene mostrato come fosse una divinità. Tutt’altro. Nemi puzza, non è educato, non ha la bellezza perfetta dei soliti protagonisti maschili. Ha un carattere particolare che non sempre ci fa pensare che sia il buono della situazione.
D’altro canto in questo primo libro, protagonisti e antagonisti si mescolano. Sappiamo ancora troppe poche cose per poterli definire alla perfezione.
Rya non è la solita eroina. Devo ammettere che per gran parte del romanzo mi è stata quasi indifferente, la vedevo insicura, vittima di una amore per la sorella che quasi mi innervosiva, incapace di pensare e ragionare con la propria testa. In realtà poi, pagina dopo pagina, ci si rende conto che invece questa ragazza ci riserverà molte sorprese, lo farà perché alla fine non c’è forza più grande di scoprirci capaci di provare sentimenti che non conoscevamo.
Qualche nodo viene al pettine, alla fine di questo romanzo, ma è come se l’autrice ci avesse invitati a cena e dopo l’aperitivo, composto da stuzzichini vari, non voglia presentarci il piatto principale!
Uno dei miei personaggi preferiti è Niken. Lo ammetto, ha impiegato davvero poco ad affascinarmi forse più dello stesso Nemi. Niken è il mistero, tutti lo amano, tutti lo cercano, nessuno parla mai di lui. Ve lo dico, perché Barbara mi aveva fatto credere che non sarebbe stato così, ma a fine romanzo capirete chi sia questo enigmatico personaggio e sarà peggio che non averlo saputo.
Un difetto l’ho trovato. Ѐ una saga e il secondo volume non è ancora nelle mie mani, cosa che invece vorrei!
Molto belli i ritratti a fine libro. Manca Niken però!!!
Un lavoro ben fatto quindi, un libro che non solo ha mantenuto le alte aspettative che avevo dalla sua lettura, ma che le ha addirittura superate. Barbara Bolzan è un’autrice che vi consiglio di scoprire, se non l’avete fatto. Se già avete letto Rya invece so che non devo consigliarvi di tenerla d’occhio perché per voi sarà inevitabile.
Vorrei dire altre cose su questo romanzo, ma rischio di spoilerarvi parte della storia e credetemi, vale la pena di assaporarla, pagina dopo pagina.