La recensione
È un mondo leggendario, quasi da epopea celtica, intriso di magia, d’incantesimi, di malefici, di eroismo quello descritto nel romanzo di Mirco Tondi, “Strade Nascoste”. Un mondo ostaggio di una terribile e oscura minaccia. Dapprima è la natura a farne le spese, con le piante che s’indeboliscono e seccano, rimanendo carenti di sostanze nutritive; poi i sintomi si estendono agli uomini che si scoprono segnati da una debolezza mortale e inspiegabile, cui segue una morte rapida. Gli animali appaiono in preda al delirio e arrivano ad attaccare i villaggi degli umani con una ferocia inaudita.
In condizioni proibitive gli uomini trovano riparo in cittadine fortificate, dove aleggiano paura e sfiducia. In questa inquietante atmosfera, in un territorio tanto affascinante quanto sinistro, si muovono cinque eroi: un Guardiano, un Messaggero, un Usufruitore, una Mezzelfa e un Combattente, animati dal desiderio di trovare un rimedio al peggiore dei nemici, che giunge da quel “Mondo Nascosto”, che segue strade non visibili, inavvicinabili per gli umani, che vive in una sorta di universo parallelo, per rafforzarsi e poi affacciarsi con crudeltà e insaziabile fame di potere sul mondo conosciuto.
Tra atmosfere inquietanti, combattimenti all’ultimo sangue, sequenze magico – oniriche, in un ottimo ritmo narrativo, incalzante e sorprendente, attraverso un linguaggio raffinato ed elegante le “Strade Nascoste” s’impone come un fantasy grandioso, con non rare puntate nell’horror, molto più vicino a Tolkien e Lewis piuttosto che alla Rowling o alla Meyer. Un cammino lungo, iniziato nel 2001, conclusosi definitivamente nel 2015, che ha costretto l’autore a tornare più volte sulle piste battute dai protagonisti, ripensando alle loro gesta, affinando le arti magiche.
A volte lievemente prolisso, specialmente nell’accanita descrizione degli svariati paesaggi attraversati dai cinque protagonisti della saga, ma mai ripetitivo; di tanto in tanto eccessivamente complesso nell’intreccio degli antecedenti magici, avvenuti in tempi immemorabili, che determinano e impegnano il presente, il sostanzioso volume di Tondi si segnala per un’ottima tenuta della storia, per un livello molto alto del lessico, e per un costante e coinvolgente trasporto del lettore nelle vicende narrate.
Grande spessore caratteriale viene conferito ai personaggi principali, tramite ripetute riflessioni personali, che affondano nel rispettivo temperamento, nella loro formazione o nel meandro della loro coscienza. Interessanti, azzeccate e mai banali le figure di sfondo che si affacciano frequentemente nella storia. Dosato con accuratezza il ricorso alle arti magiche, utilizzate nei molteplici scontri, ma mai scisso dalla personalità di chi se ne avvale. Mirabili le descrizioni delle battaglie e dei combattimenti.
Imperdibile.
Recensione a cura di Giancarlo Chiarenza