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Recensione a: “The Golden Carriage” di Giancarlo Chiarenza

Creato il 25 settembre 2015 da Soleeluna
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Recensione

THE GOLDEN CARRIAGE… Ovvero una carrozza dorata. Ma cosa sarà mai questa carrozza dorata? E quale il suo ruolo nelle vicende?

Partiamo dal principio. L’incipit. Dramma e passione di ogni scrittore che si rispecchi, perché le prime righe di un romanzo spesso decretano il giudizio del lettore. Giancarlo Chiarenza ha scritto, a mio avviso, un incipit meraviglioso, che accompagna da subito il lettore nei luoghi che faranno da cornice alle vicende e, allo stesso tempo, tanto denso di mistero e leggende, che instilla nella mente del lettore la curiosità; elemento fondamentale perché dall’incipit si abbia voglia di proseguire la lettura.

Per la verità, di tutto questo mondo segreto non era mai stata trovata una sola prova effettiva della sua esistenza.

Già, forse è proprio così, ma quando sui cieli di Big City viene avvistato qualcosa di anomalo, “Go-Gò” e la sua amica “Lady-V”, entrambi appassionati, o meglio ossessionati dalla ricerca di altri mondi, non perdono occasione per andare a verificare la natura di questi avvistamenti.

Ed è qui che parte la storia. Un racconto che alterna presente e passato intersecando gli avvenimenti. I due ragazzi, partiti cercando qualcosa di ben definito, finiranno per ritrovarsi immischiati in tutt’altro che, però, non può dirsi non abbia nulla a che fare con il loro primo obbiettivo, anche se con significati differenti.

Devo ammettere che questo romanzo ha una pecca enorme: la copertina. Anomala e fredda, che purtroppo non invoglia la lettura. Non avrei mai acquistato un romanzo con questo aspetto e mi sarei persa un gran bel libro.

Quello che amo di più, nel recensire autori sconosciuti, è la consapevolezza che, fra le tante pubblicazioni di massa, molto simili a se stesse, si possono invece scovare simili perle che meriterebbero di raggiungere un numero considerevole di lettori.

La storia può piacere o non piacere, il reale che si intreccia con il fantastico, questo alternarsi di passato e presente, non tutte le trame conquistano la stessa tipologia di lettori, ma quello che obbiettivamente si può dire è che Giancarlo Chiarenza sa scrivere. L’iter narrativo, nonostante i salti temporali, che io ho apprezzato moltissimo, prosegue fluido e senza intoppi. Giancarlo è chiaro nell’esporsi, la sua scrittura semplice, fluida è alla portata di qualsiasi tipo di lettore.

Bellissime le ambientazioni, così suggestive che a fine libro, ma anche dopo pochissime pagine, avrei voluto trovarmi a Big City a cercare passaggi segreti e a girovagare per l’autin!

Personaggi perfettamente calati nel contesto narrativo con i quali si crea da subito empatia.

Quando abbiamo conosciuto Giancarlo, prima che entrasse a far parte del nostro staff di recensori, ci ha parlato del suo romanzo con un piccolo tono di rammarico perché non aveva avuto molti riscontri di lettura. Bene, io posso consigliargli di ridare vita a questo bel libro e sono sicura che i lettori non mancheranno, così come i plausi o le critiche, ma questo è quello che ogni scrittore cerca, il confronto con il proprio pubblico.

Un finale che lascia il sorriso sulle labbra, che forse poteva dare ancora di più al lettore, perché, confesso, avrei voluto leggere qualche pagina in più.

In quanto a voi, partite per Big City perché sarà un viaggio che non dimenticherete!

Recensione a cura di Laura Bellini


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