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Recensione a: “Vite a mezz’aria” di Giuseppe Marco

Creato il 24 settembre 2015 da Soleeluna

Vite a mezz’aria è un romanzo di grande attualità e  di notevole presa sul pubblico giovanile che potrà confrontarsi con la crisi sociale, specialmente se posto ai dilemmi ormai  quotidiani della vita di emigrante dal Sud, (dall’ Italia e dal resto del Mondo) verso il Nord, ipotizzato come tentativo di migliorare lo status quo.

Il viaggio è sempre ricco di sogni e speranze, e quando mi calo in quest’emozione penso sempre che sia un mezzo pubblico (per default dovrebbe essere il treno, ma ancora ci sono autobus che si infilano nelle strette strade di montagna della Sila, dei Nebrodi, ecc..).

Il treno o comunque un mezzo di trasporto in cui tu puoi  solo pensare è il luogo ideale per avvicinarsi alla meta. L’auto crea ansia, depista l’attenzione, le valige affaticanti per il loro peso, così scomode, ingombranti ma ricche di pensieri, nei bagagliai acquistano solo valori di forme per essere incassate, pressate nei loro “loci” prestabiliti.

Il libro parte dal Sud, da Trebisacce per Teresa, da Firmo per Luca; paesotti della provincia di Cosenza, ben noti all’autore calabrese Giuseppe Marco, all’esordio come romanziere. Autore esperto di media e di programmi Tv dove le speranze di arrivare e di Avere/Essere sono ben evidenti ai telespettatori (Grande Fratello, Forum) dove collabora dietro le quinte, essendo laureato in Scienze della Comunicazione.

A questo viaggio anche di riscatto e di speranza, quale è l’ iscriversi alle facoltà giuridiche della Sapienza (quindi trovare un alloggio, delle coinquiline…) si apprestano i nostri protagonisti.

Qui l’autore si inoltra nel mondo oggi molto dirompente della omosessualità. Luca, “bello come il sole”, ma schivo, solitario, incapace di avere un rapporto comprensivo con il padre, ama, forse potremmo dire con minor forza, Simone, allevato dalla nonna perché i suoi genitori sono sempre fuori casa.

Ma nonna Lea è una donna aperta, molto più dei giovani vecchi che guardano per dovere le belle donne che passano veloci per le vie principali e scimmiottano mentalmente i vecchi che facilitano la loro vita utilizzando il sistema binario dei computer: va bene, non va bene!

Si amano questi due ragazzi ma in questa terra italica dove ancora prevalgono i pregiudizi , l’amore omosessuale è furtivo, represso. Roma può rappresentare la libertà, l’esplosione anche sessuale delle loro identità.

Qui il romanzo si arricchisce di altre figure minori: le coinquiline di Teresa, l’incontro casuale in Facoltà fra Teresa e Simone e la nascita della loro amicizia.

“Teresa, in apparenza infastidita dallo scontro frontale, poi si fermò a familiarizzare con lui.

I due, ogni mattina di sfuggita, si sarebbero rivisti tra una lezione e l’altra.

I loro sguardi s’incrociavano più di una volta.  Crescevano le attese.

Le loro vite al di là dei libri erano in fondo simili.

Ne erano entrambi inconsapevoli.

La discrezione di Teresa si contrapponeva all’estroversione di Simone.

Entrambi avevano da sempre sperato di potere iniziare una nuova vita. Di potere vivere la loro vera vita.

Senza finzioni.”

Tutto fila liscio finché a una festa organizzata da Teresa  nel suo appartamento accade quell’evento che cambia, che non ci pensi pur sapendo che accade… ma al momento è lacerante : la morte di Nonna Lea che vuol dire la fine di quel tempo in cui c’era  chi poteva ascoltarti nelle tue intime sofferenze.

A questo punto il libro, a mio avviso, assume una velocità che non ti aspetti e sembra di rincorrerlo trovando poi il senso e il riallineamento nelle ultime sorprendenti pagine.

Direi tre parti con quella intermedia a cui avrei dato maggior tempo al lettore per farsi domande, per avvicinarsi alle sofferenze di questi giovani, fondamentalmente soli.

Lo stile l’ho trovato innovativo. Frasi brevi quasi spot onde dare ritmo alla trama e rendere libero il lettore di far fluire la sua immaginazione. Quando l’azione rallentava, la frase prendeva corpo e si arricchiva di descrizioni, mai pesanti.

Il tema è di attualità e certe soluzioni sono ancora molto frequenti e fanno parte del tema: cara famiglia!

Recensione a cura di Stefano Pierini


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