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Recensione: "Agnes" di Peter Stamm

Creato il 04 ottobre 2014 da Chiarasam2000
Hey there! Come state?Io sto bene, oggi è sabato e domani probabilmente andrò al Romics con una mia cara amica, sperando di non trovare tanta fila.. Comunque, la scuola è iniziata da un mese e posso dire che ora è ufficialmente iniziata: i compiti e le interrogazioni iniziano a farsi sentire, sono riuscita ad andare bene in tutto, ringraziando *-* Da domenica scorsa a martedì sono stata male, avevo bisogno di un romanzo leggero quindi ho abbandonato "Tempi difficili" per qualche giorno ed ho preso in mano "Agnes", appena arrivato dalla Casa Editrice, che ringrazio! Purtroppo però, non mi è piaciuto come speravo!
"Agnes"di Peter Stamm Casa Editrice: Beat EdizioniPrezzo: €9,00Pagine: 160 c.a.Trama: Nella sala di lettura della biblioteca civica di Chicago, un giovane irresistibilmente attratto da una ragazza seduta davanti a lui: ha un aspetto fragile e sicuro insieme, i capelli scuri che le arrivano alle spalle, il volto pallido senza trucco, uno sguardo fuori dell'ordinario...Tra un po' la ragazza si alzerà, e lui la seguirà fino al bar della biblioteca, dove scambierà con lei le prime parole. Le dirà che è svizzero e che sta scrivendo un libro sui treni di lusso americani. Saprà che lei si chiama Agnes, è americana, studia fisica e suona il violoncello. Il suo divertito cinismo la stuzzicherà talmente che si rivedranno spesso. Passeggeranno sulle sponde del lago Michigan a discutere con gravità tutta giovanile di arte e politica, scienza e sentimento. Si innamoreranno... Un giorno, però, Agnes gli chiederà: «Perché non scrivi una storia su di me? Così so che cosa pensi veramente». Lui lo farà e, nove mesi dopo, sarà costretto ad annotare: «Agnes è morta. L'ha uccisa un racconto. Di lei non mi è rimasto nulla, se non questo racconto».
   Non avevo questo libro in wishlist da molto: per caso l'ho trovato nel sito della casa editrice, e mi ha subito incuriosito, mi sembrava un romanzo molto semplice ma comunque molto emozionante quindi, anche grazie al limitato numero di pagine, ho deciso di richiederlo alla Beat che, disponibile, me ne ha inviato una copia. Quindi, approfittando dell'influenza, ho deciso di leggerlo subito, e in meno di due giorni era già tra i libri finiti.
 Lui è svizzero e scrive libri sui treni di lusso americani. Lei è americana, studia fisica, suona il violoncello e si chiama Agnes. Si incontrano la prima volta alla biblioteca civica di Chicago, e da lì un'altra serie di volte, fino ad innamorarsi. Passano il loro tempo insieme, chiacchierano di argomenti come la politica e la scienza, fino a quando Agnes gli chiede di scrivere una storia su di lei: l'approccio a questa idea piace a entrambi, ma la loro storia d'amore, forse proprio a causa di quel racconto, potrebbe incontrare molti ostacoli. Il libro o, più che altro, il racconto, come ho già detto, l'ho letto in circa quarantotto ore, proprio per il suo numero di pagine, ma se fosse stato più lungo, posso dire che lo avrei abbandonato a metà. Perchè? Non che abbia trovato niente di male in questo libro, ma non ne ho trovato neanche qualcosa di buono. In poche parole, è passato inosservato, l'ho letto ed ho detto "Beh? Dove voleva arrivare?".
I personaggi sono sviluppati male: ad inizio lettura, l'autore ha cercato subito di spostare l'attenzione del lettore verso Agnes, descrivendola come una fragile e misteriosa ragazza, riuscendoci, ma piano piano la curiosità muore ed anche Agnes manca di personalità. Lui l'ho trovato irritante, forse perchè il racconto era narrato dal suo punto di vista e lo stile non l'ho apprezzato al massimo.
I due protagonisti, a mio parere, non hanno una loro personalità: Agnes, che all'inizio sembrava una ragazza interessante, diventa piano piano piatta, e lui che all'inizio sembrava piatto è rimasto così per tutto il libro.
Lo stile? Lo stile è la cosa che mi ha infastidito di più: non fidatevi della scritta enorme sul retro del libro "Peter Stamm è uno dei più grandi talenti della letteratura tedesca". Secondo me? No.
La penna di Stamm è sbrigativa, fin troppo, fredda, fin troppo, noiosa, fin troppo. Le descrizioni ci sono, ma non ho apprezzato neanche quelle: di solito amo quando una cosa, un luogo, o una persona descritta riesco a immaginamerla per bene, con le sue imperfezioni e i suoi pregi, ma Stamm ci prova, non riuscendoci. La scrittura va piano piano scomparendo, la curiosità muore insieme ai protagonisti, le parole non le sentivo nemmeno più, la semplicità ha la meglio, fin troppo. La semplicità non è una brutta cosa, anzi, apprezzo molto i libri semplici, ma "Agnes" di Peter Stamm tende ad essere semplicistico, noioso, ripetitivo. Emozionante? No. Cuore che batte? Per niente. Niente di niente. E' passato letteralmente inosservato, come se non lo avessi mai letto, come stavo prima di leggerlo sto dopo averlo fatto.
Peccato, perchè l'idea di partenza era ottima, le prime righe del libro erano ottime, ma purtroppo l'autore si è sprecato solo in quelle cose.
Il mio verdetto finale è: non ho trovato nel libro la profondità che le citazioni sulla copertina promettevano, la lettura passa senza che tu te ne accorga, non fai in tempo a renderti conto che lo stai leggendo che lo hai già finito, avrei apprezzato moooolte pagine in più, con storia migliore, personaggi migliori, e stile migliore. In poche parole, niente.
ED IL MIO VOTO E'..Purtroppo, anche con un piccolo meno! Non è riuscito proprio ad emozionarmi. Canzone consigliata: "Made to love" di John Legend

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