Recensione: Alchemia di Chiara Guidarini

Da Zaffira01

TITOLO: Alchemia
AUTORE: Chiara Guidarini
CASA EDITRICE: Linee Infinite Edizioni
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2011
PAGINE: 312
Prezzo: 14,00 €

"L'infanzia di Stella Mellei è un dedalo costituito da cupi ricordi, frammenti di realtà che la giovane non riesce a ricomporre ma che ritornano piano, spronati dal ritorno nella casa dove ha vissuto i primi anni di vita. In questo nuovo ambiente si alternano strani personaggi che hanno il potere di attrarla: l'oscuro Samuele e l'intrigante Matteo si muovono come pedine su una scacchiera, guidando Stella verso un mondo di cui ignora l'esistenza, ma che sente appartenerle. Aggirandosi per la casa, Stella ritrova ciò che sua nonna le ha lasciato in eredità: un'eredità più grande della casa stessa, qualcosa che sarà l'essenza della sua stessa vita e farà scattare il sigillo dei ricordi imprigionati nella mente. Una realtà che arriva dal passato per ricongiungersi direttamente col futuro, che la porterà a comprendere che niente è come sembra, che esistono creature antiche nascoste nell'ombra capaci di assumere le sembianze di persone normali, e che non esiste il bene assoluto come non esiste il male assoluto, mettendola davanti a un'ultima, difficile, scelta.".


RECENSIONE

Dunque, comincio con il dire che non ero molto sicura di aver fatto un buon acquisto, perché la maggior parte dei libri che ho letto pubblicati dalla Linee Infinte Edizioni, si sono rivelati dei miracoli dell'editoria, dove per miracolo intendo quella straordinaria concatenazione di eventi che hanno portato sugli scaffali delle librerie e dunque, dei lettori, scabrosità che forse sarebbe stato meglio tenere nel cassetto, o nel computer, ancora per un altro bel po'. "Alchemia", però, si stacca dalla massa e si guadagna un giudizio positivo, se non proprio il titolo di "super libro".
La trama, in sè, non rappresenta un elemento di originalità, per lo meno all'inizio: Stella Mellei è l'erede di una grande casa, ma la madre vuole che rinunci all'eredità lasciatale dalla nonna Alissa perché ritiene che sia pericoloso, sebbene si rifiuti, o meglio, le venga impedito di dare ulteriori spiegazioni. La casa, poi, risulta strana anche per i suoi abitanti: Dafne, la governante, che si comporta come se Alissa fosse ancora in vita, e Samuele, un ragazzo scontroso e talvolta brusco. Abbiamo poi Matteo, il misterioso vicino di casa, l'unico che dimostri a Stella un po' di ospitalità, ma che non è tuttavia privo di misteri.
Che ci sia qualcosa di strano in tutta la faccenda appare chiaro fin da subito al lettore, cosa che invece non accade con la protagonista. Forse l'autrice si è lasciata scappare un po' troppi indizi, che portano chi legge a comprendere come stanno davvero le cose ancora prima che Stella capisca cosa le stia succedendo. E tuttavia, se le storia in sè ricalca in parte quella della donna single, non perfetta, che eredita molto più di quanto immagini, c'è comunque un elemento che, secondo me, è innovativo. Un finale che, nonostante tutto, non era propriamente prevedibile, anche perché, se effettivamente molti indizi sono lanciati in una direzione - quella di Samuele -, è altrettanto vero che egli non è il solo a celare dei segreti. Insomma, la piega che prendono gli eventi riserva al lettore anche delle sorprese inaspettate, rompendo la monotonia di un intreccio che a volte presenta passaggi un po' scontati.

Passiamo ora ai personaggi: Stella Mellei, detto tra noi, non è un granché. Soltanto alla fine arriverà a sorpendere il lettore, prendendo una decisione inaspettata, ma per il resto, l'ho trovata un po' scialba. Personaggi tutti con proprie caratteristiche, forse a volte un po' troppo marcate, delimitano lo spazio all'interno del quale Stella si muove, aiutandola, o ostacolandola, lungo il cammino che la porteà a comprendere il motivo per cui, tempo addietro, la madre ha voluto portarla via da quella casa, dove continua a celarsi una presenza ostile.

Il libro si legge con piacere, la scrittura è per lo più fluida e scorrevole, eccezion fatta per alcune brevi parti, dove la Guidarini fa qualche pasticcio con i tempi verbali o si dimentica di informare il lettore che il tempo e il luogo della narrazione sono cambiati. Questo, ovviamente genera un po' di confusione, tanto più che è la stessa Stella a raccontarci l'intera vicenda.

In particolare, ho trovato questa frase, che avrebbe potuto essere aggiustata meglio:

" Io, la schiena dritta, la margherita tra le dita, il sorriso lieve. Il cuore che batte nel petto. Un flash: l'attimo che mi avrebbe osservato dalla sua parete di vetro era stato immortalato. Ho alzato gli occhi e ho visto me stessa oltre la soglia del ritratto. Rabrividii, il cucchiaio cadde a terra, il presente fu la sola realtà in cui vissi".

Qui, Stella sta provando la strana sensazione di trovarsi nei panni della nonna Alissa, nel momento in cui viene scattata la foto che lei sta osservando. La presenza di tempi verbali così diversi fra loro, nel giro di una manciata di righe, disorienta un po' il lettore, che si trova sbalzato improvvisamente nel passato e poi, altrettanto inavvertitamente, di nuovo nel presente, narrato anch'esso al passato.

Nel bene e nel male, però, "Alchemia" è un romanzo che si inserisce nel gruppo dei "passabili", ossia di quei libri che, pur non essendo dei capolavori, offre senza tante pretese una lettura piacevole, tra magia, mistero e sentimenti, umani e non.


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