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[Recensione] Ali di Tenebra – Mauro Saracino

Creato il 12 agosto 2012 da Queenseptienna @queenseptienna

[Recensione] Ali di Tenebra – Mauro SaracinoTitolo: Ali di tenebra
Autore: Mauro Saracino
Editore: Plesio Editore
ISBN: 978-8890646225
Num. Pagine: 290
Prezzo: 14.00€
Voto: [Recensione] Ali di Tenebra – Mauro Saracino

Trama:
Angeli e demoni combattono da millenni anche sul nostro piano esistenziale e gli esseri umani svolgono per loro la funzione di pedine preziose. Non possono però essere manipolati direttamente, poiché protetti dal divino libero arbitrio. In questo scenario si muove Mayra, una delle poche persone a conoscenza del segreto a causa di un terribile presagio avuto da adolescente. È una ragazza sola, caparbia e cinica, votata alla caccia di quelle che vengono chiamate “ali bianche”. Al contempo si muove tra le pagine di questa storia Alessio, all’oscuro di tutto e alle prese con la sua drammatica situazione familiare. Il ragazzo, del tutto impreparato a conoscere la realtà, non sa di reggere in mano la bilancia della guerra in atto.

[Recensione] Ali di Tenebra – Mauro Saracino

Recensione:
A me i nonsense piacciono, quando sono fatti bene. Questo non ha senso, e non mi è piaciuto.
Prima cosa: se non avessi letto la quarta di copertina non avrei neanche capito che quelli che la protagonista combatte (o almeno ci dice che sta combattendo) sono angeli, siccome la cosa viene spiegata chiaramente all’incirca a metà. Ma va beh.
All’inizio abbiamo più o meno centocinquanta (150) pagine di nulla assoluto: un primo capitolo rocambolesco che viene seguito dalla presentazione di Alessio, un uomo che definire una debole ameba è quasi un complimento, che si strugge nell’alcolismo per la perdita dell’amata per colpa di una malattia terribile, e si lascia coinvolgere passivamente nei guai di un fratello stupido quanto lui (dev’essere un affare di famiglia), e nel cercare una soluzione cosa fa? Si immischia ancora di più nei casini incontrando quello che è il boss della malavita che sembra stia prendendo piede nell’intera Roma. Complimenti Alessio, hai un’intelligenza degna di governare l’Italia.
Quello che Alessio continua a non capire – anche dopo alcuni accadimenti che avrebbero effettivamente fatto porre domande a chiunque – è che questo boss non è altro che un demone. Ottimo. Questo demone si diverte a spacciare droga mentre indovinate cosa fa? È in lotta contro gli angeli, perso in una battaglia ancestrale tra fazioni che vedono opposte le ombre e la luce. Va’ che fantasia, ma chi l’avrebbe mai detto?
Mayra – la donna del primo capitolo – è una cacciatrice di angeli (il perché ci viene solo fatto intuire, e da qui l’orrendissimo sospetto che questo romanzo possa avere addirittura un seguito) e nei capitoli in cui è presente nelle prime pagine non fa altro che chiacchierare con l’aiutante e il suo mentore di cose che non portano a nulla, ovvero che creano nel lettore soltanto un’immensa confusione senza che possa davvero capire qualcosa in più. Capitoli e capitoli di infodump, in pratica.
Verso la metà esatta del libro avevo iniziato a pensare che fosse soltanto un errore di forma, visto che le cose stavano cominciando a diventare movimentate. Purtroppo sbagliavo. In questo romanzo non si capisce nulla.
Il POV salta continuamente da Alessio al narratore senza una linea continua, si perde il filo del discorso mentre si tenta di capire il perché di quello che succede, si susseguono avvenimenti e scelte che vanno contro ogni logica umana, le cose accadono perché la storia dice così. Se nella prima metà era un avvicendarsi di noia mortale a causa delle numerose informazioni superflue, l’azione si concentra nelle ultime pagine, una cosa dopo l’altra in rapida successione, e mai spiegata a dovere. Ci sono frasi che dovrebbero far intuire, dialoghi che sembrano invitare alla comprensione della trama complessiva, ma niente, non sono altro che indizi che non vengono mai spiegati veramente, lasciando al lettore un enorme punto interrogativo sulla testa.
Perché angeli e demoni si combattono? D’accordo, è un vecchio cliché, ma onestamente speravo che ci fosse qualche ragione più macchinata.
Se sono loro le fazioni in guerra cosa c’entrano gli umani, usati come al solito come semplici pedine? Perché bisognerebbe far loro del male (oltretutto con la regolina del “direttamente non possiamo colpirli”)? Perché tutte questi assurdissimi stereotipi pseudo-fantasy che non vengono neanche esplicati come si deve?
Perché alla fine si scopre che quel demente di Alessio è l’arbitro? What the hell?! E in base a cosa potrebbe fare l’arbitro, se dopo duecentottanta pagine non ha ancora capito cosa sta succedendo?
Inoltre (questa è una piccola parentesi di gusto personale e che forse ho trovato per puro caso)… angeli e demoni. E quasi immediatamente spunta la parola trickster. Che fosse voluto o meno, la primissima cosa che mi è venuta in mente mano a mano che procedevo è stata Supernatural, con lo scontro tra Michele e Lucifero, e Gabriele che assume le fattezze di un trickster con l’obiettivo primario di far smettere la guerra tra i due schieramenti. Ma forse sono solo io che vedo riferimenti ovunque, chissà.
Sta di fatto che questo romanzo è inutilmente caotico, lentissimo e poco interessante, e la fine della lettura non premia affatto la pazienza, siccome non è corredata da nessuna spiegazione ma anzi, solleva diversi quesiti che lasciano palesemente perplessi. Non è originale né i personaggi sono interessanti, sono piatti e senza sfaccettature, niente affatto caratterizzati; la narrazione è completamente priva di pathos ed emozione, infarcita di parti in corsivo che dovrebbero essere i pensieri dei protagonisti e che non si rivelano altro che intermezzi piuttosto maldestri che rallentano ancora di più lo scorrere delle pagine.


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