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[Recensione] Almost blue di Carlo Lucarelli

Creato il 07 ottobre 2013 da Queenseptienna @queenseptienna

[Recensione] Almost blue di Carlo LucarelliTitolo: Almost blue
Autore: Carlo Lucarelli
Editore: Einaudi
ISBN: 88-06-14304-2
Fomato: paperback
Lingua: italiano
Numero pagine: 194
Prezzo: 8,20
Genere: Thriller poliziesco
Voto: [Recensione] Almost blue di Carlo Lucarelli

Trama: Un serial killer minaccia le vite della moltitudine di studenti che vivono nella città di Bologna. Ha un modus operandi molto particolare: le sue vittime vengono uccise in modo selvaggio e brutale e lasciate sul pavimento completamente nude. A risolvere il caso una giovane donna, Grazia e nell’ombra della sua stanza Simone, che senza poter vedere le cose da sempre le ascolta.

Recensione: Bologna. La città dov’è ambientato il giallo sembra essere una delle protagoniste indiscusse. Le descrizioni che di lei vengono fatte sono piene di entusiasmo e di amore, mettono in evidenza i punti nevralgici e anche le negatività del posto ma sempre con atteggiamento bonario e quasi sognante. Queste sono forse le parti più belle di tutto il libro e per fortuna sono tante! Per il resto mi sembra che Lucarelli lasci un po’ a desiderare questa volta. Partirei dai personaggi, o meglio dal primo personaggio principale: Grazia Negro. Si tratta di un giovane commissario del UACS da poco trasferita a Bologna, dal carattere impulsivo e deciso ma completamente succube di Vittorio, il suo capo, che addirittura la chiama “bambina” (termine che francamente bandirei dal vocabolario di qualsiasi essere umano se riferito ad una ragazza, ma questa è un’altra storia). Ciò che più mi ha lasciato perplessa è il desiderio pressante dell’autore nel tentare di descrivere i dolori mestruali della donna, che la accompagnano per più di metà del racconto. Una domanda sorge spontanea: perchè? Mentre viene raccontato nei minimi dettagli il momento in cui il ciclo si presenta, la delineazione del carattere di Grazia è quasi inconsistente. Diverso è il caso di Simone. E’ un ragazzo non vedente che passa il suo tempo ad ascoltare jazz e le conversazioni che riesce a carpire con il suo Scanner. Anche qui le descrizioni di ciò che prova e di ciò che immagina sono eleganti e fortemente emotive. Bisognerebbe tralasciare però il piccolo particolare del finale: qualcosa a metà fra un sogno erotico e una telenovela. La narrazione viene condotta quindi da tre punti di vista dfferenti: quello di Grazia (l’unico in terza persona e purtroppo non riesco a capirne il motivo), di Simone ed infine dell’assassino. Le parti narrrate dall’assassino sono più che altro un tour della sua mente, inquietante e malato al punto giusto.

L’elemento di suspence è innegabilmente presente anche se di fatto la vicenda viene srotolata già all’inizio e gli indizi che ci vengono forniti sono molteplici. Dunque si continua a dipanare un mistero che non è più tale, una storia che forse appare più d’azione ma che lo stile di scrittura sapiente ci permette comunque di apprezzare senza annoiarci mai. Peccato, peccato per quel finale …


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