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Recensione | American Horror Story: Hotel 5×01 “Checking in”

Creato il 11 ottobre 2015 da Parolepelate

Recensione | American Horror Story: Hotel 5×01 “Checking in”

OH EM GI! Se non dovessi scrivere un commento più ampio per voi, queste sarebbero le uniche parole con cui commenterei la premiere della quinta stagione di American Horror Story, andata in onda il 7 ottobre su FX.

Questa stagione, come ci lascia intendere il titolo, è ambientata nel misterioso e sinistro Hotel Cortez, a Los Angeles.

Recensione | American Horror Story: Hotel 5×01 “Checking in”

Le prime sventurate a fare check in sono Agnetha e Vendela (Helena Mattsson e Kamilla Alnes), due turiste svedesi che amano Vin Diesel. Le due vengono prima trattate brutalmente da Iris (Kathy Bates), la receptionist, che non solo le avvisa che non possono avere indietro l’anticipo, ma quando le poverette chiedono la password del wifi, la malefica Iris risponde “In realtà non lo abbiamo, qui non prendono nemmeno i cellulari”. Allora, premettendo che un posto in cui non prendono i telefoni è un posto di cui non si ci può fidare, io già alla menzione della mancanza del wifi sarei scappata a gambe levate. In un luogo senza wifi ci abita il diavolo (o miei nonni paterni, che sono il contrario del demonio e rappresentano, quindi, l’eccezione alla regola). Cavolo, addirittura  la mia scuola ha il wifi. Con la password, certo, ma ce l’ha.

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In seguito, le nostre malcapitate trovano un tizio che dovrebbe fare causa al suo dentista e a chiunque lo abbia fritto per sbaglio (un po’ come Miss Bean di “Scream Queens”) nel materasso della loro stanza. La buona samaritana Iris si vede allora costretta a cambiar loro stanza, fingendosi anche sorpresa del tizio con la carie acuta e una voce degna di un musical cucito nel materasso. Le due ragazze si vedono assegnare la stanza 64, che di solito non viene data a nessuno (brutto segno, brutto, brutto segno). Qui, dopo un bel sonnellino interrotto dalla radio-sveglia alle 2:25, Vendela (che è una badass) trova la sua amika Agnetha in bagno, la quale fa da banchetto a due bambini-vampiri, gli stessi che, prima dell’incidente del tizio del materasso, avevano giocato a nascondino con Vendela.

La scena si interrompe con il provino per “Scream Queens” di quest’ultima e si sposta in un altro by FunDeals"> by FunDeals"> by FunDeals"> by FunDeals"> by FunDeals"> by FunDeals"> hotel

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, decisamente più costoso e bianco. Qui incontriamo quello che dovrebbe essere il nostro “buono” (lo metto tra virgolette, perché, come abbiamo imparato, con Murphy chi è il cattivo potrebbe essere il buono e viceversa (esempio: Suor Jude e il dottor Thredson di Asylum)), tale John Lowe (Wes Bentley), un detective con intuito geniale (già visto, lol). Egli si trova in una scena del crimine davvero particolare: un uomo e una donna se ne stanno su un meraviglioso ed enorme letto, peccato che lei se ne stia nuda e morta su di lui, al quale sono stati strappati gli occhi e la lingua, messi elegantemente nel posacenere. Lowe afferma di esaminare la scena, il suo vice gli dice (#ioelerimeforevah) che è già stato fatto, al che Lowe risponde con un super badass “Non da me” (e qui mi è sembrato mia mamma quando dico di aver pulito la mia stanza). Infatti, il nostro eroe scopre un indizio fondamentale, una confezione di Attack, che, avendo le tende tirate fino anche Lowe non ha detto di fare un po’ di luce, nessuno aveva notato. Nel giro di due secondi Lowe risolve quasi il caso (della serie che capisce tutto tranne l’assassino), il che ti fa chiedere se è lui il genio o se i suoi sottoposti sono degli idioti. Tenendo conto di avvenimenti che accadono in seguito, propendo per la seconda.

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Vedendolo nel suo ufficio scopriamo un paio di cose, ad esempio che si è verificato un altro omicidio altrettanto cruento e che il nostro detective ha un rapporto difficile con la moglie. Ed è qui che succede la prima cosa davvero interessante. Il nostro eroe riceve una telefonata dall’assassino il quale gli dice che lo farà ancora e che risiede nella stanza 64 all’Hotel Cortez (#manonmidire).

Intanto, all’hotel è arrivato un nuovo ospite, Gabriel (Max Greenfield, il mio amato Schmidt di New Girl) il quale, dato che sta antipatico a Iris, riceve l’infame stanza 64, nella quale, sotto l’effetto dell’eroina, viene violentato da una figura misteriosa con quella che sembra essere una tuta di lattice bianca e un dildo a forma di vite gigante, finché non arriva in tutta la sua magnificenza dark Sally, (la mia fighissima Sarah Paulson) la quale gli promette che se dirà “Ti amo, Sally” tutto finirà. Gabriel lo dice e tutto finisce. Poi schiatta.

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Nel frattempo, all’hotel è arrivato Lowe, il quale chiede dell’occupante della stanza 64, Iris gli dice che la stanza è vuota, ma Lowe, con il suo infallibile intuito e occhio nota che la chiave della stanza è assente, così Iris si vede costretta ad accontentarlo e lo fa accompagnare nella stanza da quella figa assurda che è Liz Taylor (Denis O’Hare, lol) (#bestcharactersevah). Lowe si prepara allo scontro, ma trova la stanza vuota e ne approfitta per fare un pisolino (#poveroscemo).

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E arriviamo alla scena più figa, finora. Quella in cui Lady Gaga e Matt Bomer a.k.a Elizabeth e Donovan si sparano una foursome (una cosa a quattro) con due tizi rimorchiati in un cinema all’aperto. Manco a dirlo, i due tizi fanno una brutta fine e diventano lo spuntino dei nostri “cattivi”. Protagonisti assoluti della scena: i culi di Lady Gaga e Matt Bomer, con quello di Matt che batte di poco quello della compagna (giusto perché sono etero).

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Nel mentre, sono arrivate le fatidiche 2:25, Lowe si sveglia per via della fastidiosa radio-sveglia e comincia a inseguire un bambino che egli chiama “Holden”. Dopo questo evento, frastornato torna a casa, dove Alex (Chloe Sevigny), la moglie, lo tratta freddamente e va a lavoro, lasciandolo con quella dolciosa della figlia, Scarlett. Vi chiederete, chi va a lavoro alle 2:25? Beh, innanzitutto il tempo sembra trascorrere diversamente nell’Hotel e, seconda cosa, Alex è un dottore a domicilio.

Da qui accade il macello. L’assassino colpisce ancora, contattando Lowe con il telefono della moglie e facendolo quindi correre nel posto indicato, con figlioletta al seguito e tutto. Scopriamo che il piccolo Holden che Lowe ha inseguito nell’hotel è suo figlio, il quale è stato rapito cinque anni fa. A proposito, di madri e figli, Donovan è in realtà il figlio di Iris, morto (?) nel 1994 per un overdose di eroina datagli da Sally, la quale è a sua volta morta poco dopo, defenestrata da Iris.

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Ma la cosa più sconvolgente per tutti noi, credo sia stata la comparsa dell’infame agente immobiliare di Murder House, la quale vende l’Hotel all’ignaro stilista Will Drake (Cheyenne Jackson), facendo incazzare tutti, tranne Elizabeth, la quale, per la cronaca, è la rapitrice del piccolo Holden, che tiene in una stanza segreta dell’Hotel assieme ad altri bambini.

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Veniamo a noi. Mi è piaciuta o no? Mi è piaciuta molto. Credo che questa sarà la stagione più dark e più tipicamente horror di tutte. Devo essere sincera, fino ad adesso questa è stata la premiere più bella, intrigante e (diciamocelo) assurda di tutte e l’ho adorata. No, che dico? L’ho amata.

La mancanza di Jessica Lange si è sentita, ma non tanto come mi sarei aspettata. Io ho sentito molto la mancanza di Evan Peters, che in questo episodio non si è fatto vivo.

Per adesso, amo Sally, Liz Taylor e il culo di Matt Bomer (#sorrynotsorry). Lady Gaga è perfetta e si è dimostrata più che all’altezza del ruolo.

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Amo anche la storia, assolutamente. Il tema degli omicidi ispirati ai Dieci Comandamenti (alcuni dei quali sono presenti nella sigla) mi piace da morire e mi ha ricordato il meraviglioso “Seven” con Brad Pitt e Morgan Freeman, film unico nel suo genere e bellissimo.

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Quindi, questa premiere  promette bene, più che bene. Speriamo solo che Murphy&Co. non si perdano per strada, come è accaduto spesso in questi anni.

Adesso la parola è a voi. Cosa ne pensate? Vi è piaciuta o meno?

Io la promuovo con un bel 8 (magari generoso, ma per me stra-meritato).

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