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Recensione, ANTIPODI di Raffaele Napoli

Creato il 10 maggio 2015 da Leggiamo
Buonasera lettori del web, finalmente torno con una recensione! Avrei dovuto parlarvi di un altro romanzo, ma era troppo l'entusiasmo per questa scoperta libresca che ho mandato al diavolo la scaletta (scaletta che fa tanto professional, ma che non seguo mai tra l'altro!).
Approfitto del post per scusarmi anche con tutte quelle persone - gentilissime - che mi scrivono per propormi il loro romanzo. Scusatemi se non sempre ottenete una risposta, ma siete in tantissimi e mi è impossibile stare dietro a tutto. Anche volendo non riuscirei mai a leggere tutti i titoli che vengono sottoposti alla mia attenzione, però a volte può capitare che arrivi una mail in grado di distinguersi dalla massa. È successo con quella di Jessica, dell'Ufficio Stampa di Casa Sirio che ha saputo attirare, oltre che alla mia curiosità, la mia fiducia. Sentivo, quasi a pelle, che ci credeva davvero nel romanzo che stava proponendomi e ci ho voluto credere anch'io. Be', ringrazio il giorno che mi ha scritto. E la ringrazio per questo libro che mi ha risollevato dalla classica "crisi" che a intervalli irregolari colpisce ogni lettore che si rispetti.
Quindi, bando alle ciance e parliamo di Antipodi di Raffaele Napoli.
ANTIPODI di Raffaele Napoli
| Casa Sirio, 2015 | pag. 232 | € 14,00 |- leggi i primi capitoli -
Recensione, ANTIPODI di Raffaele Napoli

Puoi esistere in un mondo che sostiene il contrario?Marco si risveglia nudo in un parco di Cadice. Non ha idea di come abbia fatto a finire lì, non ricorda nulla del giorno precedente e, cosa ancor più grave, sembra che l'intero mondo si sia dimenticato della sua esistenza. Nessuno più lo riconosce: non sua moglie, non sua madre. Nemmeno sua figlia ha idea di chi sia.
Quanto sei disposto a rischiare per essere felice? Luca lavora in un hard discount, odia la sua vita e la donna che ama è sposata con un altro. L'unica cosa che lo fa andare avanti è una promessa fattagli da uno sciamano ora emigrato in Nuova Zelanda, una promessa sulla quale ha puntato tutto. Due domande, due storie che si intrecciano e si condizionano. Due risposte che prima si mostrano e poi scompaiono, come se non fossero mai esistite. Due persone infine, che stanno agli Antipodi e che faranno di tutto per vivere la vita che hanno sempre desiderato.

Voto:
Raffaele Napoli con il suo Antipodi è riuscito a non farmi staccare dalle pagine. Impresa non facile, ve l'assicuro, soprattutto in un momento di grande sconforto letterario. Sapete quando ogni romanzo che prendete in mano, anche quello consigliato dall'amica di fiducia, o quello che ha 5 stelle ovunque, non vi dice assolutamente nulla e razionalmente non sapete nemmeno spiegarvi il perché? Ecco, ero in quella fase. Una fase che mi ha visto iniziare un'infinità di libri e mollarli irrimediabilmente tutti senza alcun senso di colpa.
Poi mi arriva Antipodi.
È in un formato comodo, perfetto per essere infilato in borsa e farmi compagnia nei quaranta minuti di corriera che mi aspettano nel tragitto casa-lavoro. Lo inizio alla fermata e ancora prima di salire e mettermi comoda sono già rapita.
Non c'è dubbio, Antipodi parte col botto, sul momento mi ha portato addirittura alla mente le atmosfere adrenaliniche di Ken Follett e quelle claustrofobiche di Sebastian Fitzek, per poi abbracciare quelle più intimiste di Guillaume Musso. Ma i paragoni sono superflui, Raffaele Napoli ha uno stile, veloce, ritmico, asciutto, sincero; uno stile tutto suo. Si sente che prima di essere un autore è uno sceneggiatore, il suo libro è un film fatto di tasselli che si incastrano poco alla volta, è visivo, incalzante, non presenta particolari virtuosismi letterari, ma ha sicuramente molto cuore. Sono rimasta colpita da come prima abbia dato vita a due protagonisti che sono allo stesso tempo antagonisti e poi sia riuscito a mettere il lettore nella condizione di tifare sia per l'uno che per l'altro. C'è un po' di Marco in ognuno di noi. E c'è un po' di Luca. D'altronde crediamo di essere il frutto delle nostre scelte, ma siamo anche il frutto delle scelte altrui.
Ed è sulle scelte, arbitrarie e non, che si basa Antipodi. Sulle scelte e sul bisogno, insito in ognuno di noi, di dare un senso alla nostra vita, di plasmarla a nostro piacimento, di modellarcela sulla pelle. Ma se provarci è possibile, lo è anche riuscirci?
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