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Recensione | Arrow 3×06 “Guilty”

Creato il 13 novembre 2014 da Parolepelate

Dopo il finale della scorsa settimana, Arrow ci delizia con un altro buon episodio. Anche se, in realtà, ho preferito la 3×05, perché l’ho trovato più incalzante e scorrevole, “Guilty” ha il merito di essere strutturato bene, che ogni sua parte sia collegata da un sottile filo e che sia stata mantenuta una cosa che mi piace davvero tanto: la continuity.
Se molti show preferiscono dimenticarsela o nasconderla sotto un tappeto, Arrow non fa lo stesso e nel corso dell’episodio tira fuori un avvenimento accaduto lo scorso anno di cui parlerò più avanti.

Premetto che all’inizio - fino ad oltre la metà, in realtà – ero rimasta un po’ perplessa davanti all’aver diviso l’episodio sostanzialmente in due parti, quello dedicato a Roy, per una volta la più interessante, e quello dedicato all’esplorazione di Ted Grant e del suo misterioso personaggio.
Le due storyline sembravano non avere nulla in comune l’una con l’altra, inoltre i flashback di Hong Kong avevano ancora meno senso del solito. Invece no! Mi sono sbagliata e ad un certo punto tutto ha avuto un senso.

“I… I killed Sara.” – “Ho ucciso Sara.”

La verità sui sogni di Roy ci ha tormentato per tutta la settimana. Era o non era stato lui? Qualcuno l’aveva manovrato, la Mirakuru era tornata a farsi sentire?
Beh, queste domande non hanno tormentato solo noi telespettatori, ma anche il povero Roy, che è sempre più distratto, stanco per la mancanza di sonno e insicuro su quale sia la verità.
Oliver arriva a dispensarlo dal lavoro per una giornata, visto che la mancanza di concentrazione di Roy potrebbe renderlo pericoloso per se stesso e per gli altri.
Alla fine, Roy non ne può più di essere tormentato dai dubbi e chiede aiuto all’unica persona che può farlo e con discrezione, vale a dire Felicity.
[Dopo essere stata l’assoluta protagonista dello scorso episodio, questa volta Felicity compare poco e sostanzialmente viene usata solo per fare qualche piccola ricerca per conto di Roy e smorzare la tensione un paio di volte. – Da notare però che ho amato il sostiegno di Felicity verso Roy, quando non vorrebbe che dicesse agli altri di Sara per non complicare le cose. Ne capisco i motivi. -
Un po’ mi è dispiaciuto, perché i due personaggi protagonisti di questa puntata, vale a dire Ted e Roy, sono entrambi un po’ ombrosi e poco carismatici, quindi ha abbassato la verve nei quaranta minuti. Per questo dico che la scorsa era migliore.]

Felicity indaga e sì, effettivamente nasce la possibilità che sia Roy l’assassino di Sara, che abbia agito a causa di residui di Mirakuru nel suo corpo.
Seriamente, non ci volevo credere, perché era semplicemente troppo facile per essere vero. Al massimo continuavo a credere che ci fosse Ra’s Al Ghul dietro.

Recensione | Arrow 3×06 “Guilty”

Mi è piaciuto che Roy, pensando di essere l’assassino, abbia voluto confessare subito la sua presunta colpa a tutto il Team oltre che a Laurel, anche se l’ho trovato molto triste, perché non è giusto che la Mirakuru l’abbia reso un assassino senza che lui ne abbia avuto nemmeno la consapevolezza.

Laurel, palesemente, non la prende bene e non mi aspettavo nulla di meno o di più. Naturalmente non sa come reagire, è sconvolta. Si trova davanti all’assassino della sorella e non può nemmeno vendicarsi perché lui non ha compiuto l’atto apposta. Come situazione era davvero frustrante.
Al contrario, un po’ mi ha sorpreso che Diggle suggerisse di allontanare Roy - il quale comunque già pensava di consegnarsi alla polizia, vabbé… -, non me l’aspettavo proprio. Allontanare uno del gruppo che ha agito inconsapevolmente e non perché improvvisamente ha mostrato segni di squilibrio, è insensato. In fondo Felicity aveva detto che Roy era risultato negativo al test della Mirakuru, quindi non c’era più nulla di cui preoccuparsi. Insomma, credo di esserci rimasta male.

“Mine’s bigger.” – “Il mio è più grande” – cit. di Oliver tirandosi giù i pantaloni.

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[Non vi siete piegati in due dalle risate? Sembra proprio che Oliver sia geloso del suo ruolo di eroe. E ti credo, visto quello che hai sacrificato, stupidone!]

Mentre Roy si dispera per i suoi sogni/ricordi, il caso della settimana s’interseca al nuovo allenatore di Laurel. Prevedibilmente, le cose tra i due cominciano a scaldarsi. Sono già usciti a cena e chissà cos’accadrà nelle prossime puntate.
A parte allenamenti e non, che sembrano procedere bene, scopriamo il passato di Ted. Non che ne sentissi tutta questa necessità, a dire la verità, però è bello come la cosa si sia unita alla posizione di Roy nel gruppo e per estensione anche alla vita di Oliver come eroe della città.
Sei anni prima, quando Oliver era sull’isola da un anno e mezzo circa, Starling City era un casino - e quando mai non lo è stato? – e quindi Ted si è svegliato una mattina e ha deciso di fare il vigilante insieme ad un amico che lo aiutava.
La cosa non è andata poi molto bene, visto che il suo amico, una notte, ha finito per uccidere qualcuno e Ted ha pensato bene di cacciarlo dalla città. Poi il tipetto, dopo essere stato catturato e torturato, è tornato per vendicarsi e il resto è storia.
Dopo aver disseminato la città di cadaveri per incolparlo, Isaac Stanzler cerca anche di rapire Ted e fargliela pagare, possibilmente molto lentamente, ma Laurel, sfruttando il fatto che Roy li sta inseguendo in moto, fa un incidente pur di far uscire Isaac dall’auto – morale dell’episodio: “non sporgetevi dal finestrino” - e lasciarlo in pasto ai pugni di Roy.
Mi è piaciuta la sua mossa! Molto pericolosa, ma assolutamente efficace! Brava!

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E qui arriva la scena che ho preferito dell’episodio.
Roy, anche se abbattuto dal pensiero di aver ucciso Sara, anche se pensa che lascerà il team Arrow, finirà in prigione e chissà cos’altro, si unisce lo stesso all’azione e si scontra con Isaac, il quale cerca di schernilo dicendogli di essere solo un’arma per Arrow, che verrà usato e gettato via quando sbaglierà qualcosa. Mi sono emozionata quando Roy ha messo Isaac al tappetto e gli ha detto senza mezzi termini di non essere lui. Così come Oliver non è Ted. Forse qualche anno fa, agli inizi, Oliver avrebbe scacciato Roy, ma adesso Oliver è un eroe, una versione nettamente migliorata di un vigilante, e non abbandonerà la sua spalla.

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[La scena più bella dell'episodio.]

Hong Kong e la verità dietro l’uccisione di Roy

Ad Hong Kong, purtroppo, Oliver continua il suo addestramento come agente di Amanda Waller, sotto la guida del tipo cinese con moglie e prole.
Seriamente, la rete che stanno imbastando per questa parte di storia continua ad essere ancora troppo flebile. Non dico che mi sto annoiando, ma ora poco ci manca, quindi imploro gli autori di far fare qualcosa di diverso ad Oliver che sia correre – senza farsi vedere da nessuno, evidentemente – in mezzo alle bancarelle del mercato e assassinare comparsa a random per renderlo più duro e triste.
Mandatelo in missione – una vera! -, fatelo ribellarsi ad Amanda, qualsiasi cosa che sia diversa da quello stupido addestramento!
Mie critiche dettate dalla disperazione a parte, questa volta c’è qualcosa di buono in questa parte della storia. Oltre che ha pugnalare gente e conoscere altre lingue, Oliver ha imparato anche a concentrarsi nel modo giusto e farlo fare agli altri, mentre stava ad Hong Kong e questo gli torna utile con Roy.

“Do you trust me?” – “Ti fidi di me?”

“Always.” – “Sempre.”

Adoro i rimandi tra un flashback e il presente, Arrow ha usato questo sistema già un po’ di volte e funziona sempre! Grazie alle nozioni della moglie del cinese, Oliver riesce ad aiutare Roy a scoprire la verità su chi ha ucciso, quando, come e perché.

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In una recensione della scorsa stagione avevo detto che prima o poi avrebbero tirato fuori questa cosa dell’uccisione dell’agente da parte di Roy ed è successo davvero. Sono contenta, perché è bello che certe cose non cadano nel dimenticatoio, anche se mi dispiace che ora Roy debba vedersi come un assassino. Dato che Oliver ha già passato la fase del “primo omicidio” – si spera anche l’ultimo, Roy -, spero aiuti Roy a superarla. In fondo, non è nemmeno colpa sua.

Fuck you, Mirakuru!

“I’m Cupid, stupid” – “Sono Cupido, stupido.”

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Adoro i finali di Arrow, sempre così pieni di sorprese e promesse.
Questa volta, fa la sua entrata in scena Cupid, una giovane donna anche lei fissata con gli archi e le frecce e con un’espressione psicopatica sul volto alla pari di Louise di Revenge.
Ora, immagino che settimana prossima potrebbe anche diventare il personaggio che odierò più in assoluto, ma per il momento mi è piaciuta. Sì, ha sicuramente un brutto intento in mente, ma complice il fatto che non sono per niente spoilerata su nulla, non ho proprio idea di cosa aspettarmi da lei e non vedo l’ora di scoprirlo.
Per ora, come prossimo cattivo, mi ha fatto una bella impressione, decisamente migliore del tipetto vendicativo di questa settimana.

VARIE ED EVENTUALI

- Seriamente Laurel ha detto ad un mezzo sconosciuto che un tempo usciva con Arrow? Ma quanti centesimi di secondo ci vogliono per far scoprire a suddetto sconosciuto di quale ragazzo si tratta? Sarà Sebastian Blood? No, è morto. Forse Tommy Merlyn? No, è morto anche lui – accidenti, Laurel, sei quasi peggio di Sam Winchester di Supernatural e Jeremy Gilbert di The Vampire Diaries! -, quindi chi resterà mai? La prima regola per diventare Black Canary o un qualsiasi eroe è saper tenere segreta la propria identità! E no, non bisogna prendere esempio da Oliver -ormai lo sanno tutti- Queen.

- Non ci si crede, ma mi è mancato Ray Palmer. Mi è simpatico davvero, che posso farci?

- Fenomenale Arrow che colpisce con una freccia Ted dopo averla coperta con un guantone!

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- Si scherzava nel dire che Arsenal sarà il nuovo nome da eroe di Roy, vero? VERO?

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