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Recensione ~ “Beautiful” di Alyssa Sheinmel

Creato il 21 marzo 2016 da Ceenderella @iltempodivivere

Non ho problemi ad ammettere che ho iniziato questo libro perché mi aveva colpita la copertina fin da quando ho saputo della sua pubblicazione in Italia. Pensavo però che fosse un romanzo completamente differente da quello che poi mi sono ritrovata tra le dita e la cosa non mi è dispiaciuta affatto, semmai l’opposto. Vi lascio la recensione e aspetto i vostri pareri <3"><3"><3


BeautifulBeautiful
di Alyssa Sheinmel


TITOLO ORIGINALE: Faceless
EDITORE: Newton Compton
TRADUTTORE: Lorena Palladini
ANNO: 2016
PAGINE: 320


Maisie è, a detta di tutti, una ragazza carina e fortunata. Ha una vita normale, una famiglia e un fidanzato che le vogliono bene e una passione per la corsa. Una mattina però, mentre si allena, la sua esistenza cambia in modo drammatico. Vittima di un incidente, si ritrova con il viso deturpato e, anche se potrà sottoporsi a un importante intervento chirurgico, non sarà per nulla semplice, dopo, riconoscersi e ritrovare se stessa.



· Recensione ·

Trovarmi qui ora è solo un’altra voce nella lunga lista delle umiliazioni di oggi; non sapevo ci si potesse sentire umiliati anche da soli. Mi giro verso la parete anche se non dovrei rimanere sul fianco. Wow, è patetico. L’atto di ribellione degli altri ragazzi è restare fuori fino a tarda notte, non rispettare il coprifuoco, bere, drogarsi, il mio invece è sdraiarsi sul fianco.

Imparare ad amarsi. Farlo di nuovo dopo che un incidente le ha letteralmente bruciato metà volto e l’ha costretta a un intervento per ricostruirlo, coprire le ossa esposte con pelle altrui, una pelle pesante che sembra voler scivolare giù dalla faccia ogni istante e lasciarla di nuovo deturpata, che forse è meglio del vivere con un viso di un’altra persona. Questa è la storia della Maisie 2.0, della sua vita dopo l’esser stata vittima di un incendio, profondamente cambiata in ogni suo aspetto. Del suo lottare contro gli incubi che hanno al centro mille rivisitazioni e fantasticherie sulla morte della ragazza che le ha donato guance, mento e naso, contro dei genitori che non la riconoscono più per la ragazza piena di vita che era prima, contro un ragazzo fantastico a cui non ha mai detto “ti amo” e che è diventato il suo baby-sitter impietosito, contro i ragazzi a scuola che la trattano come un caso umano e mostrano compassione, o aperto disgusto. Contro se stessa, perché non si riconosce più allo specchio, ha paura di guardarsi eCattura trovarsi diversa, perché quella notte le ha cambiato la vita e non solo l’aspetto fisico, arrivando a modificare addirittura il gradimento di odori e sapori, le abitudini, la possibilità di fare quello che prima era naturale, riducendola a pezzi anche mentalmente, sempre assonnata per le pillole che impediscono il rigetto, ma anche frustrata, arrabbiata, sconvolta. Dal non essere più quella di prima: un’adolescente come tante altre, col sogno di frequentare l’università con la migliore amica, la passione per la corsa, un ragazzo di cui era innamorata e che la stava per portare al ballo. In un attimo, tutto è sparito e riniziare da capo non è semplice, perché in fondo è come se Maisie sia morta durante l’incendio e la nuova non abbia la più pallida idea di chi sia e di come fare per riprendere la vita, ben sapendo che la normalità non sarà più raggiungibile.
Ed è un personaggio meraviglioso, di cui non ci si stanca mai ma che anzi riesce a essere credibile, reale, nella sua forza di volontà ma anche, soprattutto, nei momenti in cui crolla e vede tutto nero, salvo poi rialzarsi e provarci ancora, affrontando la vita per quello che è, accettando le occhiate curiose – e a volte d’orrore – delle persone, insensibili oppure semplicemente umane, ma anche di dover vivere sotto stretto controllo medico e sottoposta a un regime di cura da cui non si scappa, così come l’apprensione dei genitori e l’aiuto di amici, vecchi e nuovi e di non poter più essere quella di una volta, accettando, prima di tutto il resto, la nuova versione di se stessa. Che deve conoscere, come tutti gli altri.
Però Beautiful non è solo un libro che parla di una ragazza che ha avuto un incidente. Credo sia uno di quei libri che, a dispetto del riferirsi a un tema specifico, sia capace di parlare d’altro, di espandere il suo raggio ad altre sfere e coinvolgere i lettori nella loro totalità. La potenza di questo libro infatti sta nel non essere semplicemente la storia di Maisie, ma di riuscire a renderla quella del lettore, a lanciare un messaggio forte che parla d’amore di sé nonostante tutto quello che succede, nel ricominciare a farlo dopo qualcosa di negativo che ha messo in discussione ogni certezza. Nell’aggiustamento necessario di fronte a dei cambiamenti, che siano obbligati o Facelessno, ricercati o meno. Nel capire come fare a ricominciare a vivere, rinunciando anche a ciò che si ama, come è costretta a fare la protagonista. E lo fa con un lessico che non opacizza niente, con uno stile che non maschera dolore o tristezza, ma li cataloga come necessari, come parte di un percorso per l’accettazione – meglio, l’elaborazione – e la crescita e al tempo stesso gioca con l’ironia, come strumento capace di aiutare a superare momenti critici e a lottare contro vittimismo o pietà, senza prendersi troppo sul serio nonostante tutto quanto.
Non è un romanzo semplice, da leggere a cuor leggero, ma uno di quelli che richiede pause, perché troppo forte a volte pensare, immaginarsi nei panni scomodi di Maisie, una di quelle letture che obbliga a riflettere, interrogarsi su questioni che non vorremmo affrontare; però è anche un libro pieno di luce e gioia, non scintillante e poco credibile, piuttosto cosciente di sé e che fa tesoro dei piccoli traguardi allo stesso modo di quelli grandi e che sa far, nel contempo, anche ridere. Fondamentalmente tutto quello che voglio trovare in un romanzo per giovani adulti, ed era l’ora.

So che è molto banale, ma dicevo davvero l’altra sera all’incontro con il Gruppo: devi imparare ad amare te stessa prima di poter amare qualcuno. Solo quando amiamo noi stessi sentiamo di valere l’amore di qualcun altro.

5/5
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