Locandina "Black Swan: il cigno nero"
VOTO: 8.4
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Darren Aronofsky è indubbiamente il mio regista preferito del decennio (2000-2010), nonchè di sicuro uno dei migliori registi in circolazione. Il suo nome ormai è sinonimo di certezza. Non è uno di quei registi che girano con molta frequenza, ma è uno di quelli che ne fa pochi ma buoni, anzi, ottimi. Aronofsky si fece conoscere nel ’98 con “Pi greco – il teorema del delirio“, e già da li si capiva che Hollywood aveva trovato in lui un nuovo grande regista. Infatti, nel 2000, sforna un capolavoro assoluto: “Requiem for a dream“. Nei suoi cinque lungometraggi Darren non ha mai girato due film con ugual tematica, dando dimostrazione che uno come lui ha la capacità di poter cimentarsi in qualsiasi genere gli venga proposto. Dall’ultimo film basato sul wrestling, uno degli sport più duri e violenti (seppur organizzato), è passato alla direzione di un film sulla danza.
Ma ovviamente Black Swan non è solo quello.
Ho trovato questa pellicola stupefacente, sia per la trama che per le tematiche che affronta. Un thriller psicologico degno d’essere chiamato tale, 1 ora e 50 minuti di film che con il loro proseguo imprevedibile ti fanno entrare a pieno in esso.
Ma la cosa più perfetta di questo film, nonostante l’ottima regia, è stata la magica interpretazione di una Natalie Portman assolutamente ineguagliabile. Una delle interpretazioni femminili più belle che ho mai visto in tutta la mia vita. La splendida Portman porterà di sicuro a casa una statuetta, e se ciò non accadrà sarà solo l’ennesima conferma che gli oscar non sempre premiano chi merita davvero.
Uno di quei film che vanno visti ad ogni costo, uno di quei film che di sicuro resterà icona.