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Recensione | Blindspot 1×05 “Split the Law”

Creato il 21 ottobre 2015 da Parolepelate

Blindspot continua a rispettare gli standard piuttosto elevati che si è imposto sin dal primo episodio e di questo siamo contenti. Ma in questa puntata, sebbene ricca di momenti intensi e fondamentali per la storia, ho notato diversi punti deboli a livello di trama che mi hanno sorpresa non poco.

La storia, come sempre, procede sui due binari già ampiamente consolidati: il caso, da una parte, le vicende e i ricordi di Jane, dall’altra. Nulla da dire sul secondo binario, anzi: facciamo progressi interessanti. Ma sul primo, purtroppo, devo rimboccarmi le mani e fare un po’ la criticona.

Recensione | Blindspot 1×05 “Split the Law”
L’idea è che quella che sembra una sorta di rapimento dimostrativo da parte di ex lavoratori scontenti si rivela essere una copertura per un piano della CIA. E fin qui, tutto notevole: era chiaro che il corpo di Jane non potesse esser coinvolto in un avvenimento così “normale”. Ma la storia mi è sembrata troppo grossolana sui dettagli che, a mio parere, sono i fattori che rendono un telefilm eccezionale. A cominciare dal fatto che abbiamo visto fin troppi film americani e sappiamo che, quando qualcuno tiene in ostaggio delle persone e fa richieste, viene chiamato un negoziatore, non se ne occupa un agente a caso. Passando per il fatto che nessun agente, FBI o SWAT che sia, si sognerebbe mai di fare irruzione nel posto dove si tiene il rapimento senza la minima strategia, solo perché viene ucciso un ostaggio. Cosa accade? Le persone muoiono inutilmente, a fiumi. E poi i terroristi arabi? Dopo una certa anche basta, ecco.

Il problema è che in un telefilm di azione, che parla di agenti dell’FBI e di spionaggio, mi aspetto che i dettagli vengano curati alla perfezione. E come quando in un medical scopri che sbagliano tutti i dosaggi nei farmaci: deludente.

Altra cosa che mi ha fatto venire qualche dubbio è la facilità con la quale Carter, il cattivone della CIA che se la intende con la Mayfair, ha raccontato a circa venti agenti dell’FBI – e Jane – cose che, suppongo, siano top secret e riservate al massimo. Non so, va bene che sono stati scoperti nel bel mezzo di un’operazione black site, ma mi è parsa strana la disinvoltura con cui – nel bel mezzo dello stereotipico astio federali/servizi segreti con tanto di stallo alla messicana – certe informazioni siano state trattate.

Recensione | Blindspot 1×05 “Split the Law”
Non voglio neanche iniziare a parlare della tranquillità con cui questo cesio radioattivo viene portato in una comune urna – che Jane non manca di abbracciare amorevolmente – spessa quanto il nulla, dopo tutte le menate sulla radioattività. Ma insomma, prestare attenzione a queste piccole cose? Guardare un telefilm con uno scienziato accanto è profondamente istruttivo.

Senza voler fissare lo sguardo su queste distrazioni, la puntata è stata molto carina, ma le cose si sono fatte intense nei dialoghi fra Jane e Kurt. Voglio dichiararmi a riguardo del fandom a sfondo romantico che impazza su internet (i Jeller, per l’appunto): per ora mi rifiuto di credere che la loro relazione andrà a parare là. Sarebbe troppo banale. Penso che per Kurt Jane voglia dire tutt’altro, almeno per ora.

Jane ricorda e ricorda anche parecchio a questo giro: ha un lunghissimo flashback sul suo rapimento. E vede questo posto squallido pieno di bambini palesemente deprivati, destinati ad essere figli di nessuno come Jane. E questo potrebbe spiegare l’esame degli isotopi che contraddice quella del DNA.

Recensione | Blindspot 1×05 “Split the Law”

Recensione | Blindspot 1×05 “Split the Law”

Recensione | Blindspot 1×05 “Split the Law”

L’interpretazione di Jaimie Alexander sull’orlo di un attacco di panico mentre ricorda un pezzo di quella che dev’essere stata la sua infanzia terrificante è stata straordinaria. Ancor di più, ho amato il modo in cui Kurt, mettendo la mano di lei sul suo cuore, l’ha riportata al presente. Va tutto bene, perché ci sono io. Ondate di cuori, insomma.

I don’t know how to be this person that you lost.

Jane ha ancora troppe difficoltà nell’inquadrare il suo Sé. Sapere che al 99.9% lei è Taylor Shaw, la bambina rapita, non la aiuta molto perché la carica solo di un’intollerabile quantità di aspettative. Il tuo nome è Taylor, ma cosa vuol dire essere Taylor? Cosa significa un’identità, quando senza ricordi diventa solo un nome? Se hanno sacrificato del tempo nel rivedere i dettagli dell’assalto per regalarci queste scene, allora FORSE posso perdonarli. Ma non è ancora Natale, quindi nessuno mi obbliga a fare la buona.

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Intendo queste scene.

Nota finale: Zapata, Zapata. Sei un treno di delusione. Era chiaro che il suo debito di gioco la rendesse vulnerabile alla “corruzione” di Carter, che si sta giocando ogni carta – pun intended – per togliere di mezzo Jane. Come ho detto le scorse settimane: è un telefilm che aggiunge la giusta quantità di carne al fuoco, volta per volta, senza togliere l’ebbrezza del mistero. Questo rende la sceneggiatura molto forte e molto attraente, dal mio punto di vista.

Vi lascio al promo della prossima puntata, “Cede Your Soul”.

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