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[Recensione] Breve guida al suicidio di Giuseppe Galato

Creato il 03 luglio 2013 da Queenseptienna @queenseptienna

[Recensione] Breve guida al suicidio di Giuseppe GalatoTitolo: Breve guida al suicidio
Autore: Giuseppe Galato
Editore: Edizioni La Gru
ISBN: 9788897092568
Fomato:
Brossura
Lingua: Italiano
Numero pagine: 100
Prezzo: 13,00
Genere: Umoristico
Voto: [Recensione] Breve guida al suicidio di Giuseppe Galato

Trama: Scritto sotto forma di saggio, Breve guida al suicidio è una delirante analisi che, prendendo spunto dal tema del suicidio, unisce alla comicità psicanalitica e filosofica di Woody Allen il sarcasmo nonsense dei Monty Python, il tutto catapultato in un universo per certi versi accostabile a quello di Guida galattica per gli autostoppisti di Adams.

Recensione: Ho iniziato a leggere questo "saggio" con le migliori aspettative: un libro che scherza con il suicidio, wow, adoro l'humour nero! Inizialmente speravo che si trattasse di una sorta di "Manuale di sopravvivenza Zombie", ma dopo poche pagine ho dovuto ricredermi: Breve Guida al Suicidio non è che un libro surrealista, un elenco di storielle noiose la cui comicità può piazzarsi fin sotto il livello di quella dei "comici" di Zelig. Ogni cinquanta pagine potreste trovare qualche battuta grandiosa (come la frase che l'ateo dice una volta giunto nell'aldilà), per il resto l'autore utilizza storielle banali con citazioni poco ispirate e ripetitive (utilizza due volte il nome Tozzi Fan per esempio) sfociando spesso nel prevedibile (un tizio che si chiama MCFly che ruba una Delorean, alzi la mano chi non se l'aspettava).

[Recensione] Breve guida al suicidio di Giuseppe Galato
Sono tante le cose che mancano a questo libro. Innanzitutto il coraggio, raramente si sfocia nell'humour nero riflessivo, la maggior parte delle volte non si fa altro che citare malamente classiche scene prese da film famosi. Anche la scrittura non si salva: giusto per dirne una, in alcuni dialoghi fra i vari suicida e Dio il personaggio si rivolge prima dando del lei e poi del tu senza alcuna apparente ragione.
Come già detto le battute non fanno ridere. Il motivo principale è semplice: il surrealismo viene utilizzato in maniera impropria. Facciamo un esempio: a un certo punto l'autore descrive un tizio che si butta da un palazzo e si salva perché

[...] per un caso che non era un caso, si trovò a passare da lì un'astronave proveniente dal pianeta Lifeofbrian del sistema Montypython.

Non fa ridere! Avete presente quell'amico fastidioso che vede un famoso spot pubblicitario e deve per forza raccontarvelo fino alla fine? Ecco, è come se quell'amico avesse scritto questo libro. Non dico che non si debbano citare le opere altrui, ma avrei giudicato diversamente il pezzo se avessi letto:

Il tizio venne recuperato da una navicella che passava di lì per caso e quando chiese spiegazioni all'unico passeggero umano presente oltre a lui ottenne solo un "Non ne so nulla, comunque piacere: Brian di Nazareth"

Ancora più assurdo è il fatto che si tratta di un libro breve, le cento pagine dello stesso sono piene di spazi e interlinee e il fatto che durante la lettura considerassi tutto ciò una benedizione non credo sia un bene.
Alla fine del romanzo sono presenti tre racconti che hanno fatto alzare il voto di un quarto di punto arrotondando l'intero voto a uno e mezzo. Non sono perfetti, ma le trame e lo stile di scrittura risultano interessanti, penso che se l'autore si fosse concentrato su di un romanzo piuttosto che in una sterile raccolta di microracconti umoristici ne sarebbe uscito qualcosa di decente. In uno addirittura si sfrutta un buco di trama per il finale, non basta a far riprendere il "saggio" ma almeno qualcosa di decente la regala! Solo questo però, il resto non vi strapperà un minimo d'interesse, solo uno spiacevole silenzio. Si, possiamo proprio dirlo, il resto è silenzio (W.Shakespeare).

[Recensione] Breve guida al suicidio di Giuseppe Galato
[Recensione] Breve guida al suicidio di Giuseppe Galato

Info su Lo Spettro di Ishan

Appassionato di Videogames, film e una decina di generi musicali, lo Spettro si vanta solitamente del proprio cinismo e critica senza pietà chi tocca Lovecraft, Kafka e Poe. Dopo aver scritto un fantasy si è creato una doppia personalità, Timejin, che vive con lo scopo di deriderlo.


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