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Recensione: Capitan Harlock, il film

Creato il 30 gennaio 2014 da Visionnaire @escrivere

49973Titolo: Capitan Harlock
Genere: Animazione /Computer grafica / Fantascienza
Anno: 2013
Regista: Shinji Aramaki
Durata: 115 minuti
Sceneggiatura: Leiji Matsumoto

Recensione:

Chi non conosce Capitan Harlock? Chi non è cresciuto con i suoi ideali di purezza e libertà, o non ne è stato quantomeno contagiato per interposta persona? Chi non ha mai canticchiato o sentito canticchiare: “Nero il suo mantello mentre il cuore bianco è”?
Finalmente il manga di Leiji Matsumoto diventa un film, e non un film qualsiasi. Un film interamente in computer grafica, e pure in 3D!

Una piccola precisazione doverosa, anche se forse superflua perché in molti già l’immaginano: la trama del film ha poco o niente a che vedere con l’anime pluriennale che ha fatto il giro del mondo negli anni ’80.
I cattivi non sono gli stessi cattivi, il buono non è uguale al buono che conosciamo, l’astronave funziona diversamente, alcuni personaggi importanti non ci sono e altri sono inspiegabilmente cambiati.
Se andate al cinema per vedere una versione più figheggiante della storia che tanto amate, lasciate perdere. Ma se andate al cinema per vedere una versione figheggiante e basta, allora questo film è fortemente consigliato.

La trama è fragilina, inutilmente complicata e a tratti lascia parecchio perplessi, ma il tempo scorre tra una mirabolante trovata visiva e l’altra. Nuvole, polveroni, esoscheletri, sgasate di materia oscura, sparatorie, cannoni laser e chi più ne ha più ne metta, a forza di stare a bocca aperta la trama diventa secondaria. Mentre il Capitano sorseggia vino invecchiato seduto sul suo scranno, tutto può essere vero.
Esci dal cinema che hai già dimenticato le innumerevoli incongruenze, il finale un po’ ovvio e le giapponesità incomprensibili, sai solo che da grande vuoi fare il pirata spaziale.

Film sconsigliatissimo a chi vuole rivivere le emozioni della propria infanzia, ritrovare una fetta di cielo perduta con l’avanzare degli anni, riabbracciare un mito. Ma proprio sconsigliatissimo.
Consigliatissimo, invece, a chi ama le scene grandiose, i videogiochi, le versioni alternative, le astronavi, le distopie, gli effettoni speciali, la roba nipponica a prescindere, i miti che si perpetuano, i fiori.
Nonché a chi, quando va a vedere un film, vuole due ore di qualcosa di appassionante, che non annoi, che ti lasci una bella sensazione alla fine, che dia più sale al pop corn.

Voto: a scelta.
Per la prima categoria, due stelline. Per la seconda, cinque.

Questa recensione è stata scritta da:

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    Irene Quintavalle

    Chi sono


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    Bee

    Chi sonoSono una più che trentenne emotiva e compulsiva. Mentalmente iperattiva, ma fisicamente vegetante. Fumo come il proverbiale turco. Adoro i cartoni animati, perdo troppo tempo in rete. Parlo da sola (anche in pubblico), faccio i crucipixel a penna. E ogni tanto scrivo, per lo più storie che non hanno un finale.


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