Steve Rogers, alias Captain America, il perfetto soldato strips-and-stars, si ritrova invischiato in una pericolosa partita d’ombre e di misteri dove nemici e amici si confondono. Tutto comincia quando il capo dello Shield – il servizio di supersicurezza nazionale di cui anche Captain America fa parte – viene attaccato e fatto fuori da un commando super armato. Il nostro dovrà rispolverare la sua corazza, e lo scudo che lo rende (quasi) invincibile, per lottare contro chi sta destabilizzando il paese e i suoi vertici. Fino a diventare a suo volta bersaglio e preda. C’è un complotto, e responsabile è l’Hydra, un’organizzazione fondata dai nazisti e infiltratasi nei gangli della libera America. A dare una mano a Steve Rogers arriva la super eroina Marvel già vista in The Avengers, Natasha Romanoff alias la Vedova nera, là abbastanza sacrificata in un ruolo collaterale e qui promossa a quasi coprotagonista. Più il bravo soldato volante detto Falcon. In tre contro il male, e indovinate chi vincerà. Storia a tratti oscura e labirintica, ma è il prezzo che bisogna pagare a un progetto narrativo volutamente complesso che schiva molte ovvietà e ambisce a farsi (anche) racconto del potere, e dei cattivi poteri. Con perfino momenti meta- di mise-en-abyme e autorispecchiamento, allorché Steve Rogers va in incognito al museo (mi pare lo Smithsonian) a contemplare il se stesso supereroico gigantografato e feticizzato a uso della masse visitatrici, arrivando poi a rubare la divisa di quel sé idolo. Non bastasse, gli autori aggiungono pure una storia familiar-privata, inventando il personaggio del Winter Soldier, antagonista semicyborg di Captain America venuto dal suo lontano passato. Che è la parte meno convincente del film, non riuscendo a conferire al Soldato d’inverno la statura di vero antagonista (e doppio malvagio) e lasciandolo inconcluso e abbozzato. Se la cava molto bene Chris Evans, che da un corpo fin troppo statuario e quasi artificiale riesce a cavare vibrazioni umane. Ma a prendersi il film è Scarlett Johansson, definitivamente una delle migliori in circolazione, che sa dare alla sua Natasha-Vedova nera aggressività, spietatezza e vulnerabilità. Una super eroina di carne e sangue, e anche lacrime, tasformata da Scarlett in personaggio stratificato e complesso. Un’attrice che quest’anno ha avuto il coraggio di essere in Lei-Her solo con la sua voce e poi di buttarsi in un Marvel-movie come questo (passando nel frattempo attraverso un film quasi sperimentale come Under the Skin) merita il nostro rispetto. Si rivede Robert Redeford, sempre più rugoso, e in un ruolo che non ti aspetteresti (non dico altro). I fratelli Joe e Anthony Russo – un’altra coppia di parenti per il cinema americano dopo i Coen, i Farrell, i Wachowski ecc. – dirigono benissimo, con una pulizia e un nitore com’è raro vedere nei film colossali e gonfi di special effects, rispettando la storia e impaginandola al meglio, e, quando possibile, inventandosi immagini e sequenze quasi autoriali, e penso a quell’attacco notturno alla nave sequestrata.
Recensione. CAPTAIN AMERICA: THE WINTER SOLDIER è una nuova Marvel-meraviglia
Creato il 28 marzo 2014 da LuigilocatelliPotrebbero interessarti anche :
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