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Recensione: Carlo Fiore di Camilla Cortese

Creato il 07 dicembre 2015 da Coilibriinparadiso @daliciampa

Ringrazio di cuore la casa editrice EKT Edikit per avermi mandato una copia di questo libro: è stata davvero una bella lettura, che spero facciate anche voi <3"><3"><3

Carlo Fiore

  • Titolo: Carlo Fiore

  • Autore: Camilla Cortese

  • Casa Editrice: EKT EdiKiT
  • Data pubblicazione: 26 Ottobre 2015
  • Pagine: 89
  • Genere: Romanzo
  • Trama: “Il giorno in cui sono nato, non ho pianto. L’ostetrica mi soffiò sul viso e io iniziai a vivere, senza clamore. Mi chiamo Carlo Fiore e sono nato il 30 Ottobre 1982. Sono nato un sabato, alle 12:30. Giusto in tempo per il pranzo in famiglia.”L’Italia degli anni ‘70 e il boom economico; una ragazza di paese e la grande Turin; la liberazione sessuale e la musica d’oltreoceano. Il tutto raccontato dalle delicate parole di Carlo Fiore, bambino dallo spiccato istinto d’osservazione, già dal grembo materno.

Opinione personale:

Margherita Fiore è una giovane universitaria, originaria di un paesino di campagna, che studia a Torino. Vive a casa di sua prozia Clara, è piena di sogni, di speranze, ma più di tutto, di curiosità. Torino è la prima finestra che si apre sul mondo davanti ai suoi occhi, quel mondo che c’è oltre il suo paesino, stretto, piccolo per lei, che lo aveva ormai annusato dalla musica dei dischi, dalle pagine dei libri. Carlo Fiore è suo figlio, che per la maggior parte del libro è solo una voce, futura, che parla del passato.

Margherita era fatta così, manteneva lo sguardo fisso sui suoi progetti, sui suoi sogni, su un futuro idealizzato e inconsistente, e si dimenticava di vivere il presente.

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L’idea è meravigliosa, è un espediente narrativo piacevolissimo e insieme un modo di dare un innocente ma allo stesso tempo pienissimo sguardo alla vita di Margherita. C’è prima di tutto il suo modo di vedere e pensare, vivace, a tratti da bambina, a tratti da adulta; poi c’è tutto quello che lei vive, con la sua crescita, e il passaggio alla grande città, cambiarsi i vestiti, tentare di definirsi; poi ci sono gli anni ’70, cornice perfetta, ma non solo cornice. Ogni evento della protagonista è così ben integrato con la Storia, che quasi non ci si fa caso. Poi ora ho riletto la trama in quarta di copertina e mi sono sorpresa, positivamente, del bel ritratto che è emerso alla fine. 
Più che un libro, mi sembra di recensire un quadro: è breve, troppo breve come solo una grande lettura sa essere, è delicato, sa far sorridere e riflettere sin dall’inizio con immediatezza e spontaneità. 
Lo stile è leggero, belle descrizioni, brevi, ma che suscitano tanta immaginazione. Ecco perché un quadro: alla fine vi sembrerà tutto molto visivo, delicato (credo di averlo già usato questo aggettivo) e composto alla perfezione, con armonia.

Mia madre spese il resto della cena, e probabilmente della vita, interrogandosi sulla natura maschile. Poi un giorno capì: non era un mistero, era eccesso di ego.

Si legge velocemente, ma lascia a lungo a riflettere, grazie ai temi, belli quanto difficili e ampi. Sull’indipendenza e sul coraggio; sulle scelte; sui sentimenti che cambiano le prospettive. A me poi ha lasciato un senso di carica positiva, perché la vita è una cosa che ci appartiene tot

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almente, e c’è così tanto da imparare, da fare, così tanti modi per realizzarsi. E d’altra parte è così imprevedibile da sconvolgerci sempre in modi diversi, e così veloce da dover finire a correrle dietro se non si sta attenti.
Margherita è il cambiamento, il coraggio, la giovane età. Carlo è anche lui il cambiamento, il coraggio, l’amore, e la bellezza.
Avrei voluto che l’autrice avesse scritto di più, perché 89 pagine sono così poche, e una storia così mi avrebbe catturata per molto di più. Sarebbe potuta continuare, o essere più approfondita. Allo stesso tempo però, sento che non sarebbe stata la stessa cosa. Perché vi giuro, ciò che vi sorprenderà di più, e che amerete sarà questa bellezza impalpabile e totale. Ve lo consiglio. Assolutamente.

Quel mondo era sincero, rassicurante, vi erano solidi valori e punti di riferimento… ma era così piccolo, mia madre si sentiva soffocare. Echi del progresso, della modernità arrivavano dalla radio, dal televisore in bianco e nero, dalle riviste femminili, c’erano mondi lontani e inesplorati. Milano, Roma, Parigi, Londra. Lì succedeva tutto, a casa di mia madre non succedeva nulla. Le sorelle si sposavano, i genitori invecchiavano, gli anziani del paese morivano, tutti fuorché la bisnonna Pina, come mio nonno amava far notare. Il prete predicava, il maiale grufolava, il ruscello gorgogliava, il casaro modellava la toma, i grappoli d’uva appassivano.

Il mio voto:

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L’autrice:
Camilla Cortese: nasce nel 1982 a Verona. Odia i numeri, ma parlano più in fretta delle lettere, quindi… quattro lingue, due lauree, di cui una in Giornalismo, otto redazioni, sette lavori, un licenziamento. Oggi è consulente di comunicazione e giornalista free lance. E poi una casa, due gatti, trenta piante, milioni di parole in testa e due romanzi. Carlo Fiore è il primo edito con EKT Edikit


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