Titolo: Cicatrici nascoste – Il caso di Rosa Tropea
Autore: Antonio Paganelli
Editore: Ciesse Edizioni
ISBN: 9788897277019
Num. Pagine: 208
Prezzo: 16.00€
Voto:
Trama:
Cicatrici nascoste prende lo spunto da un fatto realmente successo, in Sicilia nel 1871. La storia raccontata scorre lungo l’arco temporale di un secolo: due personaggi della stessa famiglia, Rosa e Salvatore, la nonna e il nipote, ne sono i protagonisti. Salvatore, aspetta di andare in pensione per mettere ordine nella propria vita, per tirar fuori gli scheletri dagli armadi. Con onestà e rigore si tuffa nella memoria a far rivivere i momenti più salienti del suo passato, sia quelli poco limpidi di gioventù in epoca fascista sia quelli dolorosi della guerra. Al culmine di questa ricerca sbucherà, dal doppiofondo di un cassetto, una misteriosa vecchia cartella polverosa il cui contenuto metterà in discussione alcune sue certezze.
Recensione:
Fin quasi alle ultime battute, si pensa che il titolo sia completamente gettato a casaccio. Poi si scopre che un nesso esiste, semplicemente il percorso per arrivarvi è decisamente arzigogolato.
Il romanzo non è altro che una cronaca, un ricordo della vita fatta dal protagonista stesso, l’infanzia di un ragazzo psicologicamente complesso che per farsi accettare decide di militare nelle file delle camicie nere, una giovinezza tutto sommato normale in cui incontra la propria anima gemella, e – cosa che forse è la parte più interessante – il periodo della guerra, la fuga dall’Italia e le inevitabili conseguenze che essa porta. Soltanto dopo l’intera cronaca del personaggio si arriva alla vicenda vera e propria di Rosa Tropea, che si riduce alle ultime pagine, in cui tutto viene spiegato sostanzialmente da una missiva e poi dalla trascrizione degli atti giudiziari.
Cicatrici nascoste è di per sé un bel libro, molto interessante per il punto di vista non forzatamente rocambolesco e “normale”, la visuale è quella di un uomo qualunque che persegue la sua esistenza in un periodo non facile per il popolo italiano – in seguito anche per il mondo intero – ma che attua le sue scelte, svolge il suo lavoro e prova sentimenti come chiunque altro; nessun eroe a fare la sua bella parte luminosa, nessun contrasto interiore che porta a mistiche azioni senza fondamento, è semplicemente uno spaccato di vita, utile per chi vorrebbe approfondire le conoscenze del periodo anteguerra.
Un po’ meno sciolta è la narrazione. I fatti sono raccontati in modo troppo rapido, che non dà il tempo al lettore di assimilare bene la situazione nella propria psiche, è una cronaca che si sussegue con toni scolastici, con vocaboli complessi e ricercati che forse non erano necessari, si evince da ogni parola un’impronta rigida e schematica che sbagliata di certo non è, ma rende la lettura piuttosto fredda e impersonale, decisamente sottotono, non coinvolgente.
Il caso vero e proprio di Rosa Tropea è fondamentalmente interessante, ma è rivelato attraverso i ricordi del protagonista e dalla lettera postuma, quindi chi legge non riesce bene a calarsi nella situazione.
E’ un libro che ci si immagina attraverso un vetro, che si concentra sugli aspetti più quotidiani della vita senza soffermarsi troppo su nulla in particolare, ma è realistico e veritiero, secco e disincantato.
L’autore:
Antonio Paganelli nasce in Romagna nel 1947. All’età di 17 anni parte per la Svizzera a