Collana: Chrysalide Pagine: 394 "Cinder è abituata alle occhiate sprezzanti che la sua matrigna e la gente riservano ai cyborg come lei, e non importa quanto sia brava come meccanico al mercato settimanale di Nuova Pechino o quanto cerchi di adeguarsi alle regole. Proprio per questo lo sguardo attento del Principe Kai, il primo sguardo gentile e senza accuse, la getta nello sconcerto. Può un cyborg innamorarsi di un principe? E se Kai sapesse cosa Cinder è veramente, le dedicherebbe ancora tante attenzioni? Il destino dei due si intreccerà fin troppo presto con i piani della splendida e malvagia Regina della Luna, in una corsa per salvare il mondo dall'orribile epidemia che lo devasta. Cinder, Cenerentola del futuro, sarà combattuta tra il desiderio per una storia impossibile e la necessità di conquistare una vita migliore. Fino a un'inevitabile quanto dolorosa resa dei conti con il proprio oscuro passato. Un esordio folgorante in cui la fantascienza incontra la favola dando alla luce un mondo visionario e di affascinante complessità."
Letto con un ritardo di... ehm, diversi anni, qualche giorno fa ho finalmente concluso la lettura di Cinder, primo romanzo delle Cronache Lunari di Marissa Meyer, ambientato in una terra futuristica e che rivisita in chiave moderna le favole che tanto ci hanno divertiti da piccoli.
Cosa sono i cyborg? Non sono altro che persone con parti del corpo automatizzate. Non androidi, badate, ma umani la cui vita è stata salvata dalla tecnologia e che nella società di Cinder vengono trattati come esseri inferiori, quasi fossero mezzi umani o direttamente delle macchine.
La nostra Cinder è stata vittima di un incidente diversi anni addietro, quando ne aveva solo undici, e ha perso così due arti: una gamba e una mano. Ha inoltre perso i dotti lacrimali e possiede un sistema centrale che la avverte di quando i suoi interlocutori stiano mentendo. Insomma, diverse sue parti sono automatizzate e lei stessa ne soffre, ma non per questo si impegna di meno per fare il suo dovere di meccanico con la compagnia dell'androide Iko, sua amica per la pelle - se Iko ne avesse... - e confidente. La vita procede monotona per la protagonista, fino al giorno in cui dove lavora non accadono due cose che attivano un circolo di avvenimenti che cambieranno per sempre l'esistenza di Cinder: l'incontro con il principe del regno e lo scoppio di un caso di letumosi, l'epidemia che sta lentamente divorando il pianeta...
Cinder, Kai e Iko!
Inizierò dicendo che Cinder non è stato quel che mi sarei aspettata. Mi ero immaginata di ritrovarmi a leggere tutt'altro, invece la Meyer è stata capace di stupirmi in bene e a farmi appassionare abbastanza che una volta concluso il romanzo non sapevo più cosa fare senza i due sequel (che ho prontamente recuperato). Le cose che ho amato sono tante e vanno dai personaggi alla storia, dalla capacità della Meyer di mantenere alcune delle caratteristiche cruciali della favola in questione, Cenerentola, e allo stesso tempo unirle a un qualcosa di più grande e appassionante: una serie di cronache lunari che prendono il loro nome dalla Luna, il nemico più grande del pianeta Terra, guidato dalla Regina Levana e il suo desiderio di potere e bellezza.Cinder si snoda lungo il romanzo da diversi point of view, a partire da quello di Cinder - la protagonista cyborg - a quello del principe Kai e di altri personaggi secondari. Questa tecnica narrativa, per quanto possa sembrare confusionaria in alcuni momenti, in realtà serve benissimo il suo scopo; quello di approfondire i personaggi, la storia e apprezzare le diverse coincidenze che si vanno a incastrare creando l'incipit per una serie di romanzi appassionanti. Alcune di queste coincidenze, lo ammetto, si intuiscono facilmente ma ciò non le sminuisce affatto - anzi! Capire alcune cose aiuta a godersi ancora di più tutte le casualità che avvengono e portano al grande finale, costringendo ad acquistare al più presto Scarlet, il sequel.
Che dire? La Meyer ha debuttato alla grande e mi rammarico al pensiero di non aver potuto apprezzarla prima. Che questo mi serva da lezione per quando mi verrà da dire "non mi ispira" di qualche romanzo...
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