Sebastiano e Robert sono due personaggi presi dall’inganno e dal bisogno di identificazione. Hanno bisogno di sentirsi simili anche a distanza di 200 anni; “camminano” in un tempo così distante, eppure non uniforme né statico in questa distanza. Sono rette parallele che non si incontrano ma influenzano la direzione l’una dell’altra. Sono uguali perché lo avvertono come bisogno, sono diversi perché lo rivendicano. Sono, dunque, dei veri amici. Ma qual è il motivo per cui i due riescono a dialogare nel tempo? E a che scopo?
Lo scambio di lettere tra i due nasce con qualche diffidenza, nessuno dei due riesce a credere di parlare ad un rappresentante del passato/futuro. Ma pian piano i due diventano amici e tra confidenze e consigli discutono sugli inevitabili cambiamenti apportati al mondo, e all'Italia in particolare, nel futuro...
Lo spunto narrativo è davvero interessante ed originale, uno scambio di lettere che attraversa i secoli e permette a Sebastiano e Robert di dialogare!
Ho apprezzato molto questo breve romanzo, perchè nella sua brevità è ricco di spunti di riflessione, spinge a riflettere sulla validità del progresso,sull'impatto che ha avuto sui nostri territori e sul fatto che siamo sempre spinti a credere che il passato sia migliore del presente, ma forse lo facciamo solo perchè non lo abbiamo vissuto in prima persona! Oppure l'uomo ha davvero esagerato e con la sua smania di progresso ha devastato il mondo che lo circondava? Questi sono solo alcuni dei quesiti proposti dall'autore e voglio concludere la recensione proprio con le sue parole, che credo racchiudano un po' una realtà quanto mai evidente...
"Hanno stuprato il passato, lo hanno rinnegato, ce l'hanno tramandato alterato di modo che non potessimo amarlo. Hanno sacrificato e continuano a sacrificare tutto in nome del futuro, in un'ansia di crescita che è solo fretta e disperazione. L'uomo è un cancro e io sono un uomo purtroppo..."Baci...