Titolo: Corpo a corpo
Autore: Gabriela Wiener
Editore: La nuova frontiera
Num. Pagine: 254
Prezzo: 13€
ISBN: 978-88-8373-213-3
Voto:
Trama:
Un percorso temerario e trepidante per il lato freak del giornalismo letterario: Gabriela Wiener ci regala con queste 13 divertenti crónicas uno spaccato sui lati più oscuri e meno esplorati della nostra società.
Inizia con un viaggio dantesco attraverso le carceri sudamericane per studiare il linguaggio segreto dei tatuaggi, segue poi l’esplorazione dell’universo degli scambisti; una traversata notturna dei tenebrosi sentieri del Bois de Boulogne; l’esperienza in prima persona della donazione di ovuli; un rituale d’assunzione dell’ayahuasca nel mezzo della selva amazzonica. Il tutto con il fine di provare personalmente quello di cui poi scriverà.
Fortunatamente la nostra eroina del giornalismo gonzo più estremo esce indenne da queste esperienze e ce le può raccontare con un sarcasmo e una perspicacia degne dei migliori maestri del nuovo giornalismo sudamericano.
Recensione:
Mi hanno regalato questo libro e sinceramente ero scettica nell’iniziare a leggerlo in quanto a prima vista sembrava una sorta di documentario sulle avventure di Gabriela Wiener, scrittrice e giornalista peruviana; ho dovuto però ricredermi già dopo la lettura delle prime pagine in quanto raccontato in prima persona, senza mai risultare noioso.
Questo interessante albo vuole descrivere la società indagando tra le sue abitudini sessuali; l’autrice affronta il tema dell’erotismo femminile, umano, animale senza tralasciare il tema della maternità portando alla luce lati nascosti della femminilità; lo fa in un modo diverso da come viene posto solitamente, più dinamico e riportando le esperienze vissute sulla propria pelle.
Infatti l’autrice aderisce al giornalismo gonzo, per questo si lascia trasportare dagli eventi diventando così la protagonista, assecondando e in certi casi provocando lei stessa le situazioni che si trova ad affrontare, che possono risultare anche parecchio particolari, in modo da perticisi immedesimare e narrarle in modo più profondo.
Il libro è suddiviso in tre parti: altri corpi, senza corpo e il mio corpo; il testo è scritto con semplicità ed intelligenza senza cadere nel banale. Vengono trattati moltissimi argomenti, a me personalmente ha colpito la storia sulla poligamia attraverso l’esperienza della famiglia Badani, un guru con sei mogli, con i quali ha vissuto per un fine settimana, mettendo in luce come si possa essere libere anche scegliendo di dedicarsi completamente ad un uomo; in un altro testo si narra la vicenda delle immigrate che vendono i propri ovuli alle cliniche spagnole per la fecondazione assistita: anche in questo caso l’autrice si è sottoposta a questa poco raccomandabile esperienza per poi mettere su carta le varie tappe dalla lunga trafila burocratica, dalle innumerevoli visite mediche e le ripercussioni emotive che devono affrontare le giovani che decidono di vendere una parte del proprio corpo. In Addio, piccolo Ovocito, vengono descritte le alterazioni fisiche causate dall’assunzione di ormoni, il rapporto con il personale medico, l’operazione chirurgica, gli odori e i rumori della clinica, ma anche il trattamento che le donatrici ricevono a seconda del gruppo etnico d’origine. Alla fine, ci racconta Wiener, resta soltanto la nostalgia di un figlio mai avuto che un’altra donna porta nel seno. Un’altra vicenda riguarda il viaggio con l’ayahuasca che, seppur non condivide con gli altri il tema della sessualità, ci fa notare come la dimensione spirituale sia sempre presente nelle culture dell’america latina, soprattutto per accrescere il proprio essere.
Dopo aver letto questo libro al lettore rimane una vaga sensazione di smarrimento, con l’impressione di vivere la propria vita come ce l’hanno imposta, come siamo stati educati a farlo senza andare realmente a fondo alle vicende per capirne il significato. Lettura molto piacevole, che consiglio a tutti.