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Un altro bel noir anni '60, il secondo che leggo di Chester Himes e il primo che mi ha soddisfatto. L'altro che avevo letto si intitolava "Cieco con la pistola" e per me non c'è stato paragone, da tutti i punti di vista, dato che non l'avevo nemmeno finito. Ma questo l'ho divorato.
Matt Walker è un poliziotto bianco e perennemente ubriaco, sfruttatore della sua posizione, puttaniere e razzista, che all'alba di una delle sue tante notti brave, pensa di essere stato derubato della sua auto e se la prende con i tre uomini delle pulizie di un fast food, davanti al quale era sicuro di averla lasciata l'ultima volta. Se la prende con loro, naturalmente per il colore della loro pelle, che è nera. Accidentalmente, discutendo con la pistola in mano con uno di loro, mentre gli altri due svolgevano altre mansioni, gli parte un colpo che ferisce l'inserviente.E ora Matt non può più fermarsi, ha paura di finire in galera e in preda al panico, ubriaco e sicuro di riuscire a farla franca facilmente, decide di farli fuori tutti e tre, eliminando tutti i possibili testimoni.
Ma non riesce nel suo intento, il giovane studente nero Jimmy Johnson riuscirà a scappare e a sopravvivere, nonostante riesca a ferirlo riducendolo in fin di vita.
Purtroppo per Jimmy , nessuno riesce a credere che un poliziotto bianco abbia sparato a tre neri senza un movente, nemmeno la fidanzata riesce a credergli del tutto, tutti sospettano che sia un regolamento di conti tra i neri di Harlem, ma Walker non può e non vuole rischiare, deve riuscire a far tacere per sempre quel giovane nero, ma non sarà facile come potrà sembrare...
Questo romanzo uscito in anni bui per il razzismo in America ,è stato sicuramente una forte denuncia sociale, l'autore ribalta l'idea dell''uomo di colore sempre cattivo e il bianco sempre buono, senza però mettere sul piedistallo nessuna razza, raccontando i loro pregi e i loro difetti e la loro indubbia difficoltà di convivenza nella grande Mela.
Ma il vero pregio di questo libro secondo me sono le atmosfere e le ambientazioni che Himes riesce a trasmettere al lettore, una New York notturna, fredda e umida, chiazzata di neve, con i suoi fast food, gli odori che si percepiscono in strada e i suoi colori, la scrittura sempre incisiva, i dialoghi serrati e una trama che tiene sempre alta la curiosità del lettore.
Corri, uomo, corri a leggere questo bel noir!
Recensione di Diego Thriller
TitoloCorri, uomo, corri!
AutoreHimes Chester
Su Amazon €6,80
Dati2009, 287 p., brossura
TraduttoreConti L.
EditoreMeridiano Zero (collana Sottozero)
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Fonte: Thrillerpages.blogspot.com
TRAMA: Testimone involontario di un duplice, brutale omicidio a sangue freddo, il giovane studente nero Jimmy Johnson – che lavora come inserviente notturno in una tavola calda di Harlem – diventa a sua volta bersaglio dell'implacabile assassino, un agente di polizia corrotto e ferocemente razzista che vive in uno stato di perenne ubriachezza. Teatro di questa convulsa caccia all'uomo è una Harlem surreale e iperrealista, una sorta di girone dantesco i cui abitanti si dividono tra cattivi e ancor più cattivi, oltre che una Manhattan mai così ostile e impenetrabile, pronta a respingere chiunque bussi alle sue porte in cerca d'aiuto. E l'apparente lieto fine con cui si conclude la vicenda nasconde invece un terribile doppio fondo in cui il cinismo e il pessimismo cosmico dell'autore trovano, per l'ennesima volta, la loro conferma. Spremendo fino all'osso uno dei più antichi luoghi comuni del thriller, l'innocente in fuga braccato dalle forze del male, Chester Himes confeziona in questo romanzo una delle sue messinscene più macabre, i cui frequenti elementi di tragicommedia non fanno altro che rinforzarne la visione apocalittica e il nichilismo portato alle estreme conseguenze, soprattutto per quanto riguarda il perverso rapporto tra bianchi e neri. A partire dal magistrale, lunghissimo alternarsi di piani sequenza che apre il romanzo, settanta pagine di fulminante adrenalina che alternano il punto di vista dell'assassino e delle sue vittime, per poi focalizzarsi definitivamente sul testimone in fuga, Himes organizza una folle gimcana per le strade, le case e i locali della metropoli newyorkese ma allo stesso tempo, pur nell'angoscia della caccia, riesce a dipingere un minuzioso quadro della vita quotidiana nella Harlem degli anni Cinquanta, in un brulicante turbinio di cabaret equivoci, bische clandestine, botteghe di barbiere e stazioni di polizia: un mondo popolato da personaggi grotteschi e dominato dall'avidità e dal disprezzo, un sabba infernale in cui la differenza tra gli uomini è fatta dai soldi e dal colore della pelle.
Figlio di due insegnanti, Joseph Sandy Himes e Estelle Bomar Himes, che in seguito divorziarono, fin da ragazzo dovette constatare la discriminazione razziale quando suo fratello, ferito in un incidente, fu respinto da un ospedale per soli bianchi.
Dopo essere stato espulso da una università, nel 1928 fu condannato a una grave pena per rapina a mano armata e fu rinchiuso nel penitenziario dell'Ohio. Lì riuscì a farsi rispettare scrivendo racconti, che vennero pubblicati su riviste dopo il 1931. Nel 1936 fu rilasciato in prova in custodia della madre. Continuò a scrivere e venne in contatto con Langston Hughes che lo aiutò a entrare nel mondo letterario.
Nel 1936 sposò Jean Johnson.
Negli anni Quaranta fu sceneggiatore a Hollywood, e scrisse due romanzi sulle esperienze degli immigrati che lavoravano nelle industrie degli armamenti. Negli anni Cinquanta, amareggiato per le discriminazioni razziali di cui fu vittima (il boss della Warner Brothers lo cacciò solo perché negro), decise di trasferirsi per sempre in Francia. Fu lì che incontrò una donna anglo-irlandese, Lesley Packard, una giornalista di moda dello Herald Tribune che lo aveva intervistato. Dopo aver subìto un colpo apoplettico, fu lei che, lasciato l'impiego, si prese cura di lui, umanamente e professionalmente. Si sposarono nel 1978.
Dopo un trasferimento nella Francia meridionale, andarono in Spagna, ove lo scittore morì nel 1984, sofferente per il morbo di Parkinson.
Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Chester_Himes
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