Quando si parla di un prodotto non destinato al cinema, ma solo al mercato home video sembra praticamente impossibile aspettarsi un grande risultato, spesso e volentieri dopo il primo capitolo cinematografico ci si rifigia nell'home video per assenza di investitori capaci di credere nel proseguio della saga.
L'originale Death Race si basa su una corsa spietata organizzata per scopro di lucro da una società privata che gestisce un network televisivo, protagonisti loro malgrado di questa corsa al massacro sono gli abitanti di un carcere di massima sicurezza in mezzo al nulla. Il film si concentra sul personaggio interpretato da Jason Statham incastrato per sostituire un certo Frankenstein morto in una delle ultime corse, questo prequel chiaramente ha mostrato la nascita del Death Race e del futuro pilota Frankenstein.
Alla regia non c'è più Paul W.S. Anderson, dedicatosi alla produzione, ma un esperto dell'home video come Roel Reinè, alcuni membri del cast in relazione alla storia sono stati riconfermati mentre molti altri sono stati eliminati o addirittura sostituiti per motivi sia d'età che di budget.
La sceneggiatura, chiaramente molto portata per un pubblico diverso rispetto a quello abituato alle grandi produzioni, sembra filare abbastanza tranquillamente tranne che per alcuni momenti di vera noia e buchi narrativi difficilmente colmabili, il primo capitolo brillava principalmente per originalità e per questo un prequel che si rispetti avrebbe dovuto quanto meno mantenere lo stesso canovaccio.
L'azione incalzante delle corse non è molto appassionante, s'intuisce specialmente su questo aspetto il minore budget a disposizione, sangue e violenza sono stati aumentati, ma spesso lo splatter non paga.
L'idea di raccontare la nascita di Frankenstein a mio avviso avrebbe dovuto essere sfruttata maggiormente, i 75 milioni di dollari incassati dal primo capitolo sono stati un ottimo risultato per un film non perfetto e per questo sceneggiatori e regista avrebbero dovuto sfruttare l'ottimo cast e la storia utilizzata molto più accuratamente.
Come da poco annunciato il cast è ciò che di meglio il film è riuscito ad offrire, nomi come quelli di Ving Rhames, Luke Gross, Sean Bean e Danny Trejo da sempre calcano palcoscenici diversi dall'home video, la loro "retrocessione" sembra essere dovuta alla volontà da parte dei produttori di realizzare nonostante tutto un buon film, un operazione non completamente portata a termine.
Passare da un protagonista come Jason Statham ad uno come Luke Gross resta nonostante il talento del secondo, un azzardo non da poco e forse solo qui il casting sembra aver fallito, gli altri nomi inseriti nel cast hanno fatto aumentare la qualità bassa del risultato grazie al loro talento.
In conclusione Death Race 2 anche se tende a voler somigliare ad un buon film da cinema, resta inevitabilmente un prodotto home video con i suoi limiti legati ad un budget ristretto e conseguenti idee ristrette.
Molti sono i difetti narrativi, tante sono le scene visive fatte abbastanza grossolanamente, ma un buon cast ed un'idea non cattiva fanno di Death Race 2 un film che vale la pena di vedere sul proprio divano di casa con la consapevolezza di ciò che un prodotto per l'home video rappresenta.
Spesso si tende a classificare i film destinati al mercato home video come prodotti di serie B, per Death Race 2 si può tranquillamente parlare di un film di serie A in piena zona retrocessione, restando in gergo calcistico.
Frenck Coppola