La diciassettenne Jenna Fox, dopo più di un anno di coma, si risveglia in un corpo e in un presente che stenta a riconoscere. I genitori le raccontano che è stata vittima di un gravissimo incidente automobilistico, ma sono tante le lacune sulla sua identità e molti gli interrogativi irrisolti sulla sua vita attuale. Perché mai la sua famiglia si è trasferita di colpo in California, abbandonando tutto a Boston? Perché la nonna la tratta con inspiegabile scontrosità? Perché i genitori le proibiscono di parlare del loro improvviso trasloco? E come mai Jenna riesce a
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ricordare intere pagine del Walden di Thoreau, ma riporta a stento alla memoria stralci disordinati del suo passato? Assetata di verità e inquieta, la ragazza cerca di riappropriarsi della sua vita passata. Guardando i filmati dell'infanzia, strani ricordi riaffiorano nella sua mente confusa e, lentamente, Jenna realizza di essere prigioniera di un terribile segreto. Mary E. Pearson ha costruito un'affascinante e credibile visione di un futuro distopico esplorando i territori dell'etica e della sperimentazione scientifica, il potere della biotecnologia e la natura dell'anima, con delicata poesia e intrigante suspence. Questo romanzo è un'ottima miscela di fantascienza, thriller e relazioni adolescenziali che ha già appassionato i lettori americani.*** Attenzione: di seguito anticipazioni sulla trama (SPOILER) ***
Cosa penso:
<<È un foglio bianco. La mia vita, i miei genitori, i miei amici. Non sono nemmeno sicura di essere qui. Ho dimenticato tutte le cose più importanti>>.
In occasione dell’imminente uscita del secondo libro della serie Jenna Fox ho deciso di leggere il primo libro, “Dentro Jenna”.
Questo libro si colloca nel genere distopico - utilizzato in riferimento alla rappresentazione di una società fittizia (spesso ambientata in un futuro prossimo) nella quale le tendenze sociali sono portate a estremi apocalittici – e narra la storia di una ragazza di diciassette anni, Jenna Fox, che si risveglia dopo un anno di coma a seguito di un incidente.
Se da prima Jenna non ricorda neanche come si fa a camminare o parlare, nel giro di pochi giorni impererà come si fa… ma la cosa più strana e che non si ricorda chi sia, da dove venga e chi siano i suoi genitori.
Con l’aiuto dei filmini della sua infanzia impererà a conoscersi, quali sono i suoi gusti, qual è il suo modo di essere… i ricordi torneranno, ma saranno dei ricordi di quando era poco più di una bambina in fasce, eventi impossibili da ricordare, oltre a quei ricordi più recenti, come l’incidente che le costò la vita insieme ai suoi due migliori amici, Kara e Locke.
La trama non è tutta qui, è logico, ma non voglio andare oltre per evitare spolier importanti.
Il romanzo mi è piaciuto… ho apprezzato molto lo stile narrativo dell’autrice, che affida il compito di narrare gli eventi direttamente alla protagonista, Jenna.
La narrazione avviene in prima persona ed è tutta al presente: c’è il qui e ora… tutti i pensieri di Jenna sono tutti momentanei… il tempo passato è legato solo ai suoi ricordi e ai filmini della sua infanzia.
Da notare come Jenna descrive la Jenna del passato, quella dei filmini, quella della sua infanzia, in terza persona, come quasi a dissociarsi da quella ragazza che neanche ricorda, come a prendere le distanze da quella Jenna Fox che in realtà è un’estranea.
È come se la protagonista avesse un sesto senso: come se sentisse dentro di lei che effettivamente la Jenna del “qui e ora” è diversa in tutto e per tutto dalla Jenna Fox del passato.
Penso che questa scelta narrativa non sia stata facile da fare: è abbastanza complicata e se non si sta attenti rischia di diventare confusionaria… ebbene l’autrice ha superato appieno la prova dando mostra di sé.
Altro vantaggio nell’usare la prima persona e il tempo al presente è che il lettore viene totalmente coinvolto nella storia: vive direttamente con Jenna le sue angosce, le sue ansie e le sue paure e sperimenta insieme a lei la riscoperta del mondo che la circonda, fino ad arrivare alla scoperta più grande di tutte, quella che la riguarda personalmente… quella strettamente connessa all’incidente d’auto dove tutto ebbe inizio.
Se devo definire questo libro, direi cupo, oppressivo, che toglie il respiro…
Attenzione, così dicendo non voglio screditare il libro, ma è proprio il genere di cui fa parte che etichetta il libro in questo modo.
Il lettore si ritrova a “soffrire” insieme a Jenna per la scoperta agghiacciante che farà su se stessa…
Ho avuto sin dal principio questo senso di soffocamento, come se fossi stata sempre con l’acqua alla gola… sensazioni non mie ma di Jenna.
Se l’intendo dell’autrice era proprio questo allora devo dire che c’è riuscita alla grande… e penso proprio che il suo fine sia stato esattamente questo… dopotutto se un libro non riesce a trasmettere niente, vuol dire che è un libro senz’anima, vuoto, sconclusionato.
Se vi piace il genere o avete avuto il modo di leggere qualche altro libro di questo tipo, sapete a cosa mi riferisca…
Non lasciatevi sviare da come ho etichettato questo romanzo: si legge abbastanza velocemente e rende il lettore avido di saperne sempre più, di non lasciare niente in sospeso e continuare, continuare fino alla fine.
CONSIGLIATO!!!
L'ho letto il... 28 Febbraio 2012GIUDIZIO: