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Recensione di Cinque storie ferraresi di Giorgio Bassani

Creato il 09 luglio 2014 da Leggere A Colori @leggereacolori

26 Flares 26 Flares × Recensione di Cinque storie ferraresi di Giorgio BassaniCinque storie ferraresi. Dentro le mura Giorgio Bassani
Pubblicato daEinaudi
Data pubblicazione in Italia:
Formato:
Collana:Einaudi tascabili. Scrittori)
Genere:Racconti
Pagine:
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La trama:
Storie Ferraresi è una raccolta di cinque racconti,cinque storie slegate tra loro ma accomunate dalla stessa ambientazione,la provincia di Ferrara,avvolta dalla cupa nube del fascismo. Bassani ci porta nell'animo di questa gente: la ragazza madre Lidia Mantovani; il dottor Elia Corcos in perenne scontro con la moglie; il sopravvissuto al lager Geo Josz; la vecchia socialista Clelia Trotti, lasciata morire in carcere. Storie diverse eppure vicine, accomunate dalla difficoltà con la quale i protagonisti si adattano a una provincia italiana che da un lato consola, dall'altro respinge qualunque cosa non le sia propria. Questo romanzo valse a Bassani il Premio Strega nel 1956.

Cinque racconti. Bassani ci dimostra come possano bastare appena cinque racconti per narrare un importantissimo pezzo della nostra storia. Cinque racconti sono sufficienti per trasportarti indietro negli anni,in un altro luogo e in un clima politico e sociale così diverso. L’autore ci porta a Ferrara,nei difficili anni dell’avvento del fascismo e della resistenza,in un clima di tensioni politiche e sociali. Grazie alle descrizioni così minuziose sembra di percorrere le vie e i vicoletti della città, tra Piazza della Certosa, corso Giovecca e il Caffè della Borsa, alla scoperta dei borghi nascosti e più intimi della città.

Tutti i racconti di Cinque storie ferraresi affrontano temi difficili e assai delicati,soprattutto per quegl’anni di agitazioni e disordini politici,economici e sociali. A partire dal primo racconto,la cui protagonista è Lidia Mantovani, una povera ragazza madre abbandonata dal compagno israelita e per giunta di famiglia borghese, a cui segue “La passeggiata prima di cena”,la storia dell’unione tra Gemma Brondi e Elia Carcos,due persone appartenenti a classi sociali diverse,un rapporto tortuoso e intricato da cui non potrà nascere qualcosa di buono. Il romanzo continua con “Una lapide in Via Mazzini”, in cui troviamo Geo Josz,unico superstite tra gli israeliti ferraresi deportati dai nazisti nel 1943. Geo ritornerà a Ferrara qualche anno dopo,sentendosi così tanto fuori luogo e indesiderato,da scomparire con la stessa facilità con cui era apparso.

Nel quarto racconto assistiamo alla sepoltura di Clelia Trotti,maestra socialista morta in carcere nel 1943,narrata attraverso gli occhi di Bruno Lattes,ebreo ferrarese che con grandi difficoltà era riuscito a stringere un rapporto con la maestra. Il romanzo si chiude con uno dei racconti,a mio avviso, più belli ed emozionanti. “Una notte del ‘43” riporta un doloroso fatto realmente accaduto,l’eccidio da parte di un gruppo di fascisti di undici cittadini inermi prelevati dalle loro abitazioni, tutti considerati avversarsi del regime fascista. Unico testimone della tragica uccisione è un farmacista,Pino Barilari,il quale al momento del processo contro gli uccisori,si rifiuta di testimoniare. Nessuno fu accusato per il crimine commesso. Cinque storie diverse eppure vicine, che affrontano temi complessi e più che mai attuali come la discriminazione razziale e la differenza tra ceti sociali, narrate con uno stile unico e una prosa impeccabile e cristallina, tratto distintivo di un’abile mano come quella di un grande autore come Bassani.

Cinque storie ferraresi ci offre uno spaccato di una Ferrara lontana nel tempo,una provincia tutta basata su una realtà storica e assolutamente reale,pronta a inghiottirti da un momento all’atro,da cui non è facile fuggire,da cui ci si redimeva soltanto attraverso la passione,oppure separandosene,oppure morendo. Oppure scrivendone.

Viola Marchetti



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