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Recensione di Il signorino di Natsume Soseki

Creato il 16 novembre 2014 da Leggere A Colori @leggereacolori

18 Flares 18 Flares × Recensione di Il signorino di Natsume SosekiVoto:
Informazioni sul libro
Titolo:Natsume Soseki
Pubblicato da:Neri Pozza
Collana:Le tavole d'oro
Genere:Classici
Formato e pagine:
in offerta
scontato
usato
Trama:

Un giovane insegnante di matematica viene mandato in una scuola di provincia lontano da Tokyo, sua città natale, e si ritrova a dover sopportare le prese in giro dei suoi studenti e la falsità dei suoi colleghi, affrontando tutto in maniera ingenua per il suo essere eterno fanciullo.


Si tratta di un vero e proprio racconto autobiografico per lo scrittore Natsume Sōseki, che esprime i propri sentimenti per mezzo del protagonista. L’autore racconta la  prima esperienza lavorativa e il primo allontanamento da casa del protagonista. Buttato senza difese in questo mondo spietato, lui, giovane insegnante ingenuo, pulito e genuino fino al ridicolo, crede di aver ben giudicato le azioni di chi gli sta intorno,  ma purtroppo si renderà conto di quanto sia facile sbagliare, perché la sua commovente ingenuità limita la sua capacità di giudizio. Il mondo è tutto un inganno.

Nel Giappone di Soseki i  vecchi valori si stanno perdendo, e il protagonista come l’autore si indignano sempre di fronte alle ingiustizie e ai soprusi. Bocchan come viene chiamato dalla sua cara Kiyo, la domestica di casa, è il nome affettuoso che si usa in Giappone per rivolgersi a un bambino maschio e potrebbe avere la corrispondenza italiana in “signorino”.

Un bambino poco amato dal padre e quasi ignorato dalla madre che riversa tutto il suo amore al figlio maggiore. Kiyo, una donna anziana, tradizionalmente giapponese, ama il signorino come fosse suo figlio, lo coccola e si prende cura di lui e lo lascia libero di pensare e scegliere se adattarsi o rifiutare l’ipocrisia del mondo in cui vive, anche a costo di farsi male.

Divenuto adulto il signorino rimane limpido, molto poco formale ed estremamente sincero, un  uomo che non vuole crescere. Durante il suo incarico di insegnante, lavorando con alunni maleducati ed ignoranti, il signorino dovrebbe  rassegnarsi ed accettare che l’ipocrisia sta diventando norma nel Giappone moderno, ma non cessa un solo istante di difendere con irruenza e commovente ingenuità i vecchi valori.

Il linguaggio è semplice, scorre bene, è divertente e a tratti spassoso, dove situazioni simpatiche e coinvolgenti vengono descritte ironicamente.

Approfondimento

Considerato da molti il capolavoro di Natsume Soseki, fu pubblicato nel 1906 con il titolo Bocchan, oggi edito dalla Neri Pozza. Il signorino è il romanzo più amato dalla gioventù giapponese. L’autore giapponese esprime il suo amore-odio per la cultura occidentale e tratta l’argomento sì con ironia ma anche con molta malinconia e nostalgia dei tempi passati. L’insegnamento che traspare dalle vicende del signorino e dal suo stupirsi del mondo che lo circonda è che per i giapponesi la forma serva a mantener viva la sostanza. Nel libro vige sempre la speranza che si possa essere adulti senza crescere, come degli eterni Peter Pan, perché , in fondo vivremmo tutti meglio.

Nella prima parte del romanzo, quando l’autore narrava le marachelle di Bocchan bambino i tratti spassosi ti legavano alle pagine di questa storia particolare; nella seconda parte, invece, quando troviamo il giovane insegnante credulone e ingenuo che si indigna di fronte alla mancanza dei valori del mondo in cui vive, ci scontriamo con una realtà a noi italiani poco conosciuta, ad una formalità che non ci è propria e quindi il libro diventa inverosimile, meno credibile e noioso. Questa è la ragione del mio giudizio scarso. Peccato, perché lo stile dello scrittore è di facile lettura, ricco di dialoghi, divertente, ironico ma troppo lontano dalle mie scelte personali.



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