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Recensione di Io ritorno domani di Flavio Girardelli

Creato il 14 gennaio 2015 da Leggere A Colori @leggereacolori

Recensione di Io ritorno domani di Flavio GirardelliVoto:
Informazioni sul libro
Titolo:Flavio Girardelli
Pubblicato da:Youcanprint
Genere:Narrativa Contemporanea
Formato e pagine:
Social:Goodreads
Disponibile su:
in offerta
scontato
Trama:

Siamo qualche anno avanti nel futuro, in Trentino, in vacanza con Lorenzo e Francesca. Sono innamorati persi l´uno dell’altra. Hanno creato una splendida famigliola felice. Hanno due figlie educate di cinque e sei anni. E in un attimo tutto cambia.


La prima volta che Lorenzo e Francesca si vedono sono sul lago di Garda. Lei è una libertina, che si diverte durante le vacanze ammaliando turisti e non, senza pensieri e decisamente non intenzionata a innamorarsi. Lui si gode le ferie con gli amici di sempre, ride scherza e fa il cretino in spiaggia. È Francesca che lo vede per prima e capisce che lui non è come gli altri, sa che qualcosa di importante succederà tra loro. O almeno è quello che spera. Ma purtroppo per lei, in quell’estate non accade nulla se non un breve incontro-scontro. Finite le ferie, entrambi tornano alle loro vite di sempre, e per due anni non se ne parla più. E proprio qui, di punto in bianco, si incontrano di nuovo, per strada, a Padova, escono insieme e comincia la loro storia. E che storia! Si innamorano perdutamente, vanno a vivere insieme, si sposano e mettono su famiglia. Fin qui tutto bene. È una bella storia felice. E poi tutto d’un colpo il destino si mette a giocare con delle brutte carte. E il sogno finisce.

Vorrei dire tante altre cose, vorrei dirvi come va avanti Io ritorno domani, ma non posso. Davvero! Credo già di aver detto abbastanza. Su un libro di 130 pagine, accontentatevi di questa trama. E aspettatevi un colpo di scena a effetto. Dopo un po’ capirete anche voi cosa non sta andando secondo i piani.

Detto questo, devo dire che la storia e la trama sono state intriganti. La spinta la dà il colpo di scena segreto poco oltre la metà del libro, ma anche prima non è per male. Il testo è ben scritto, e piacevole alla lettura. Tutto fila liscio per il primo pezzo, ma poi qualcosa si inceppa secondo me. Le prime pagine descrivono le vacanze che Lorenzo e Francesca stanno facendo con gli amici e quando ho cominciato ero davvero entusiasta di leggere finalmente un libro ben scritto da un autore esordiente! Però, passata questa prima fase, e cominciata la storia vera e propria, sono cominciati anche i discorsi diretti. E, per quanto mi riguarda, lì mi sono davvero trovata in difficoltà: erano costruiti in modo tale da sembrare falsi, artefatti, sembravano proprio finti! Soprattutto i pezzi dove parlano le due bambine: sono troppo aulici, bisognerebbe farli un po’ più terra terra. Una bambina di cinque anni non dice «Mamma oggi sono triste e come vedi anche il tempo lo è.» Oppure le due bambine che tra loro stavano parlando e dicono:«Allora, aspettiamo che la mamma finisca di darci indicazioni sulla parola.» Ricordiamoci che queste poverette hanno cinque e sei anni! Per colpa di questi dialoghi ne risultava una famiglia stile Mulino Bianco.

A parte questi punti, sia l’ambientazione che la storia mi hanno soddisfatto. Forse per l’ambientazione sono un po’ di parte, visto che il lago di Garda è della mia zona! Leggendo delle loro vacanze, era come se mi trovassi in piena estate e in vacanza io stessa. È stato un bel modo di fuggire dal freddo di questi giorni.

 

Approfondimento

Ritornando al discorso dei dialoghi c’erano un altro paio di cose che vorrei segnalare. Ad esempio: lei chiama lui “tesoro” sempre, costantemente, e se non è tesoro, è Lorenzo. In famiglia non mi sembra che si ripeta il nome ogni volta. Se mi chiami per nome, penso subito che una persona stia facendo del sarcasmo. Oppure che sia arrabbiata (ricordi d’infanzia… quando partiva anche il cognome, poi, era meglio nascondersi!). Le bambine rispondono sempre «si papà, hai ragione», sono tutti educati. Mi sembrava un po’ troppo perché fosse reale. Ma, visto come poi si svolge la storia, forse era proprio questo sentimento che l’autore voleva far passare (Oooops! Mini-spoiler! Ma tanto non è quello che avete capito, ve lo assicuro!).

Dato che alcune cose si svolgevano nel futuro, Flavio Girardelli si è preso delle “licenze” sulle possibili invenzioni. Mi attira l’idea dei tatuaggi tridimensionali che si muovono (fanno molto “fotografie mobili di Harry Potter”), l’obbligo delle macchine a idrogeno per la convenzione di Londra del 2018 (dai che ci siamo quasi!!), il pilota automatico nelle auto o che il cancro sia una malattia estinta e completamente debellata.

Nel complesso Io ritorno domani mi è piaciuto e l’ho letto volentieri. Si legge in un pomeriggio scarso e vi prende per il tempo che serve. Magari averlo alla mano se avete delle lunghe attese da fare… Vi passerà il tempo più in fretta!



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