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Recensione di L’ estate nei tuoi occhi. The summer trilogy di Jenny Han

Creato il 07 giugno 2014 da Leggere A Colori @leggereacolori

7 Flares 7 Flares × Recensione di L’ estate nei tuoi occhi. The summer trilogy di Jenny HanL' estate nei tuoi occhiJenny Han
Pubblicato daPiemme
Data pubblicazione in Italia:
Formato:
Genere:Letteratura per ragazziNarrativa Contemporanea
Pagine:
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La trama:

Jenny Hann, vincitrice di un master di scrittura creativa a New York , si è cimentata nella scrittura di questo libro per ragazze sentimentali ma poco credibili e reali: le adolescenti di oggi, sono molto lontane dalla protagonista Belly che dai dieci ai sedici anni è innamorata sempre dello stesso ragazzo al quale alla fine confesserà il suo amore. “L’estate nei tuoi occhi” è il primo di una trilogia che sarà completata con: “Non è estate senza te “ e “ Per noi sarà sempre estate”. Già la scelta dei titoli mi sembra priva di originalità e di creatività. E’ la cronaca di un quotidiano che di interessante ha poco.

Il libro L’ estate nei tuoi occhi ( definirlo romanzo mi sembra eccessivo ) racconta i giorni che due donne da sempre amiche, trascorrono durante alcune estati con i figli. Susannah, madre di Conrad e Jeremiah , durante i mesi estivi, ospita nella casa a mare la sua unica e cara amica Laurel , madre di Steven e Belly. Ed è lei, Belly, a narrare il suo amore per Conrad attraverso la cronaca sterile e ripetitiva di avvenimenti piccoli e insignificanti che accadono : il bagno in piscina, il falò in spiaggia, un tuffo a mare di notte, un’andata al drive-in, una colazione preparata da una delle mamme, etc.. raccontati ognuno in singoli capitoli di una o due pagine, che non aggiungono significati, né amplificano o danno forza ad un ritmo che nel libro manca. E’ il racconto di un’adolescente che dai dieci ai sedici anni ama un amico, Conrad, che sembra distaccato e indifferente.

La lettura è noiosa perché non ci sono fatti o accadimenti che attraverso nessi causali, diventino funzionali alla struttura narrativa del racconto. Il mio professore di Storia del Teatro e di Arti visive e Comunicazione, all’Università avrebbe detto: “Lei sta mettendo in colonna! Ma la scrittura non è un’addizione!”. Mi è sembrato a tratti di leggere i compiti che gli insegnanti danno del tipo: Una domenica al mare , e l’alunno scrive: “ Mi sono alzato, ho fatto colazione, ho indossato il costume, sono sceso in spiaggia, ho incontrato Luigi, ho giocato a pallone…….” L’autrice poco ci dice delle ragioni che hanno causato i divorzi dei genitori dei ragazzi, di come questi hanno reagito ad una frattura che di solito provoca dolore negli adolescenti, dei motivi dell’assenza dei padri, incuranti delle mogli, una delle quali, Susannah, afflitta da un cancro recidivo, ha i giorni contati.

E’ vero che spesso i padri, anche presenti fisicamente, sono assenti mentalmente,affettivamente, emotivamente, ma qui sono ombre labili, trasparenti e inconsistenti. Le mamme dal canto loro, cucinano per i figli, ma poi trascorrono il tempo chiuse in camera a ridere o a piangere insieme , da sole. I figli sono i personaggi migliori, vittime come spesso accade, della solitudine in cui li lasciano gli adulti. I maschi Conrad e Jeremiah, entrambi innamorati della stessa ragazza. Steven, fratello maggiore di Belly, a metà estate andrà dal padre, non prima di aver avuto una storia con Taylor, amica della sorella. Belly catturata da un amore romantico limitato a qualche bacetto; pur vivendo la sua adolescenza in attesa dell’estate e del periodo di vacanze da trascorrere con il ragazzo di cui è innamorata, non cura il suo abbigliamento, i suoi capelli, il trucco e tutte quelle piccole vanità che le ragazze a sedici anni mettono in campo per attirare l’interesse dei ragazzi. Mancano i dialoghi veri, autentici tra madri e figli, manca la ricerca del dialogo con i padri, e quasi sempre manca il dialogo tra gli adolescenti.

I romanzetti rosa della prima metà del novecento, a cui per un certo sentimentalismo questo si può accostare, avevano una struttura narrativa coerente, un ritmo serrato, una logica lontana dalla causalità dell’esistenza cheL’ estate nei tuoi occhi non ha. Il correttore delle bozze, nella versione italiana, perlomeno in quella digitale, non ha visto un errore grave: “ ..ha sentire per primo..”( 2° capoverso, Cap.14°) Sempre al cap.14 troviamo la scena più ricca di significati del libro. Le madri chiuse nella stanza, fumano marijuana e uno dei figli di Susannah, il più grande, Conrad, rivela agli altri e quindi all’ignaro fratello, il motivo di quel comportamento:

“E’ mia madre….. Per via della chemio.” “Quando le madri scesero, ridacchiavano come due adolescenti… Jeremiah non disse una parola. Continuò a guardare in modo alterno Susannah e la TV, quasi avesse paura che sua madre svanisse nel nulla mentre lui era di spalle.”

Tutto qui.

Carmela D´ALessandro

 



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