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Recensione di L’ultima riga delle favole di Massimo Gramellini

Creato il 13 giugno 2014 da Leggere A Colori @leggereacolori

10 Flares 10 Flares × Recensione di L’ultima riga delle favole di Massimo GramelliniL’ultima riga delle favoleMassimo Gramellini
Pubblicato daLonganesi
Data pubblicazione in Italia:
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Collana:La Gaja scienza
Pagine:
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La trama:

Tomàs e Arianna un amore sul nascere? Forse, se ci mettesse lo zampino una Stella Maris, un Direttore, un Mezzadro, una Vestale Nera, l’Allenatrice, il Cantastorie, la Massaggiatrice d’Anime, il Medico delle Acque, una Morena, un Polvere alle Terme dell’Anima e tanto talento, passione e fantasia permeata da una veridicità indiscutibile: “L’amore umano non è la semplice somma di due IO, ma una creatura autonoma il cui nome è NOI“ (cit.: L’ultima riga delle favole.)

Aspettando l’ultimo libro, che uscirà a brevissimo La magia di un buongiorno, di Massimo Gramellini -che per i pochi che non lo sapessero è un giornalista e scrittore che collabora con diverse testate giornalistiche in tutta Italia e nel frattempo scrive saggi e libri che parlano di politica e attualità – dopo aver letto Fa bei sogni, un libro che consiglio caldamente, mi voglio gustare una fiaba che mi scaldi l’animo dopo letture un po’ impegnative. Il titolo è una garanzia L’ultima riga delle favole, l’autore lo conosco bene grazie anche a Fabio Fazio e Che tempo che fa. E’il suo primo romanzo pubblicato per la prima volta nel 2010 dalla Longanesi. La tiratura la dice lunga – oltre 250 mila copie in Italia e tradotto in più Paesi- per cui non mi resta che inforcare occhiali, sistemarmi in posizione orizzontale sul divano e per un paio d’ore guai a chi mi rivolge la parola.“C’era una volta, e c’è ancora, un’anima curiosa che vagava per gli spazi infiniti senza trovare un amore dentro il quale tuffarsi …”, un ottimo incipit per una fiaba,anche se proseguendo mi accorgo che non è roba da bambini. Le tematiche son complesse e il registro linguistico è di carattere medio,tendente al formale, come ogni buon giornalista sa tirar fuori nel momento giusto. Diversi discorsi diretti, ma anche tantissimi flussi di coscienza,espressi con frasi e citazioni a volte aforistiche che sotto certi versi mi ricordano il famoso filosofo detto l’Oscuro, Eraclito, con l’armonia e l’unità degli opposti e questo mi piace.

Andando ancora avanti più che il personaggio Tomàs, ritrovo le problematiche o meglio tratti autobiografici di Massimo Gramellini , ampiamente denudati in Fa bei sogni , per cui mi fa tenerezza il suo impersonarsi nel protagonista del suo racconto, per dare anche volto a un passato personale doloroso di errori o occasioni perdute, di storie consumate male o non vissute affatto. Lo sento come un patteggiamento con quanto è stato . Il punto di focalizzazione è sicuramente interno ed è quello dello scrittore,divenuto interprete della vicenda del libro, ambientata in un mondo fantasioso ,in un luogo chiamato Terme dell’Anima,di forma pentacolare ,il cui significato suscita una leggera angoscia . In verità penso che l’ambientazione sia un’altra,nel suo vissuto, nella sua memoria e rielaborazione di sé . Alla fine come giusta conclusione a una favola, mi godo una riconciliazione, o meglio, un’assoluzione, di certo non facile , del Gramellini con se stesso,che gli procura una vita ricca di emozioni di quiete, una costruzione di personalità di cui lui ne esce appagato .

Mi piace citare una sua frase “ Se la personalità è una serie ininterrotta di gesti riusciti,per la prima volta ebbi la sensazione di possederne una “. Ecco gesti riusciti,obiettivi raggiunti,talenti sfruttati, autostima appagata e costruzione di un individuo unico con il suo passato rimuginato e rielaborato,tanta riconoscenza,commiserazione e passione che sfocia in amore. Sto parlando di Tomàs? No direi proprio di no, ma di Massimo.E finisco o meglio termina Gramellini: ” Non esiste una gomma per cancellare i ricordi, però esiste qualcosa che può ripulirli da tutto il dolore che contengono “ Che questa possa essere la scrittura ?

 Zarania



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