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Recensione di La compagnia dei celestini di Stefano Benni

Creato il 23 maggio 2014 da Leggere A Colori @leggereacolori

9 Flares 9 Flares × Recensione di La compagnia dei celestini di Stefano BenniLa compagnia dei celestini Stefano Benni
Pubblicato daFeltrinelli
Data pubblicazione in Italia:
Formato:
Collana:Universale economica
Genere:Narrativa Contemporanea
Pagine:
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La trama:

La compagnia dei celestini è così costituita: Memorino il filosofo, Lucifero e Alì. Tre orfani residenti all’orfanatrofio dei Padri Zopiloti la cui vita sembra destinata all’infelicità finché una notte Memorino riceve la convocazione per il più grande evento di tutti i tempi: il torneo di palla strada. Requisiti d’accesso: essere in cinque e arrivare puntuali nel segretissimo luogo dove si svolgerà il torneo.  Ce la faranno i nostri orfanelli? E se ci si metteranno  in mezzo gli adulti a complicare il tutto come andrà a finire?

Memorino, Lucifero, Alì sono tre bambini molto diversi tra loro, accomunati dall’ essere orfani, di trascorrere le giornate nel deprimente convento degli Zopiloti in perfetto stile carcerario e soprattutto di far parte della compagnia dei celestini che ha il vanto di “raccogliere gli spiriti più belli e gli orfani più orfici dell’istituto.” Una notte Memorino chiama a raccolta i membri del gruppo per dire loro che sono stati convocati per partecipare al Campionato Mondiale di palla strada, l’evento cui ogni bambino senza genitori sogna di poter partecipare. Da qui sorgono i problemi: la squadra deve presentarsi entro una data prestabilita in un luogo segreto e deve essere formata da cinque membri; pertanto i bambini devono fuggire dall’orfanatrofio-prigione e trovare altri due orfani disposti a giocare entro pochissimi giorni.

La fuga si rivela più facile del previsto, soprattutto grazie all’aiuto di Celeste, una stranissima e pallidissima bambina che vive nei sotterranei di cui sembra conoscere a menadito ogni stanza e passaggio segreto e che si unisce alla compagnia alla ricerca dei gemelli Finezza (orfani dai piedi magici scomparsi misteriosamente nel nulla). Alle calcagna del gruppo, però, vi sono il giornalista Fimicoli da una parte e Don Biffero (uno dei padri del convento) dall’altra: l’uno vuole avere una notizia succulenta per alzare l’audience di un paese ormai annoiato, l’altro invece vuole riportare indietro i bambini prima che si sappia della loro fuga e, orrore! dell’oscura profezia che incombe sul convento e pare essere in procinto di avverarsi. Dopo mille peripezie e strani, rivelatori incontri, la compagnia riesce a raggiungere il luogo segreto e a tesserarsi per il campionato, sebbene con una formazione diversa in seguito al ritrovamento di parenti e zii di Alì e Lucifero.

Celeste, i gemelli Finezza, Memorino e Deodato, (un orfano tanto generoso quanto sfortunato che si aggrega alla compagnia) giocano il torneo confrontandosi con squadre provenienti da tutto il mondo. La finale è tra i Celestini e i Devils, tra gli angeli e i diavoli. E tra inseguiti e inseguitori, perché Fimicoli (che nel frattempo ha coinvolto loschi personaggi nel tentativo di avere lo scoop) e Don Biffero (che si è unito a quei loschi personaggi) raggiungono anch’essi il campo e scatta il finimondo. Un’apocalisse dove bambini innocenti sono uccisi in nome dell’audience (e questo è il lato più raccapricciante del libro) da individui senza scrupoli, dove gli adulti non guardano in faccia a nessuno e creano soltanto desolazione. .. ed è solo grazie all’intervento di Celeste e i suoi poteri angelici che il massacro finisce. La penna di Benni in La compagnia dei celestini non hanno risparmiato nessuno, buoni e cattivi si fanno uguali nella morte. Non c’è un lieto fine, non nel senso classico della parola. C’è una fine. Condivisibile o meno, un finale che, letto a quindici anni fa pensare “povero Memorino”, a quasi trenta, invece : “ Quest’uomo è un genio. Scrive della vita giocando con le parole. Inventando, creando e puntando causticamente il dito contro quegli uomini che possono , purtroppo, svendere ciò che è più prezioso (la vita appunto) in nome del Profitto, dell’Interesse, del Benessere”.

L’autore in La compagnia dei celestini mostra al lettore l’eterna sfida tra bene e male e lo fa con meravigliosa ironia, sagacia ed esilaranti giochi di parole. Chi ha già letto qualcos’altro di Benni si sarà accorto che, di nuovo, i bambini sono i protagonisti, i giusti, le anime che salvano e si salvano … forse perché in loro c’è ancora quella capacità di giocare e di sognare (vale la pena sottolineare che i bambini giocano e gli adulti fan la guerra!) ; ci sono quella dignità e mancanza di avidità che li rende, alla fine, nobili e invincibili. Un bel libro, da leggere, rileggere e sul quale riflettere se si pensa che è stato scritto nel 1992, ma la società descritta è terribilmente simile alla nostra… e noi non abbiamo la magica Celeste a sistemare le cose! Buona lettura!

Mariateresa Della Chiesa



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