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Recensione di “La luna e i falò” di Cesare Pavese

Creato il 08 agosto 2015 da Valeria Vite @Valivi92

La luna e i falò viene scritto da Cesare Pavese nel 1949 e pubblicato nel 1950, pochi mesi prima del suicidio dell’autore (di cui il 27 agosto 2015 sarà il sessantacinquesimo anniversario). Ho scoperto online una prima edizione venduta su ebay a 190,00 €, di cui condivido con voi la fotografia.

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Il romanzo racconta la storia di un trovatello vissuto nelle Langhe che, dopo aver fatto fortuna in America, ritorna nella sua terra. Anguilla, così era soprannominato il protagonista durante l’adolescenza, lasciò gli Stati Uniti perché non riuscì a trovarvi ciò che apprezzava delle Langhe, ma al suo ritorno ritrovò la sua terra d’origine completamente cambiata: nessun paesano che conosceva era sopravvissuto o era in grado di riconoscerlo e il paesaggio era mutato completamente.

L’unico personaggio che si ricordava di Anguilla era Nuto, un amico d’infanzia più grande che da bambino Anguilla aveva scelto come esempio da seguire. Anguilla scoprì che, con il trascorrere degli anni, il suo rapporto con Nuto era cambiato: i due amici potevano ora confrontarsi alla pari. Anche se non ha viaggiato come Anguilla e ha solamente suonato il clarino nelle feste dei villaggi della zona, Nuto ha maturato un’analoga esperienza di vita.

Ritornando nell’abitazione in cui aveva vissuto con i genitori adottivi, Anguilla incontrò Cinto, un ragazzo zoppo in cui si riconobbe e nel quale cercò di risvegliare gli stessi desideri che aveva da ragazzo. Quando il padre di Cinto uccise l’intera famiglia e diede fuoco all’abitazione, Anguilla e Nuto si presero cura del ragazzo.

Gli avvenimenti non vengono narrati in ordine cronologico ma sono esposti seguendo il flusso dei pensieri del narratore interno al racconto (Anguilla) con continue analessi. Ne consegue, per esempio, che numerosi episodi riguardanti Irene, Silvia e Santa, le tre bellissime figlie del datore di lavoro di Anguilla durante l’adolescenza, vengono narrati seguendo un ordine funzionale alle riflessioni implicite o esplicite del narratore.

Il narratore è Anguilla, che ripercorre la propria storia in un periodo successivo al suo trasferimento negli Stati Uniti. La narrazione degli eventi è intervallata da riflessioni sul passato di Anguilla e sull’esistenza in generale. In queste riflessioni è racchiuso il significato dell’opera, un senso misterioso e complesso che è difficile da afferrare.

Per recensire La luna e i falò di Cesare Pavese non scriverò un saggio breve come quelli a cui siete abituati, in quanto preferirò soffermarmi sulle mie impressioni personali realizzando una vera e propria recensione. Questa mia scelta è dovuta al fatto che Internet abbonda di informazioni e analisi a tal punto che non potrei aggiungere nulla di originale, inoltre non sono in grado di dimostrare la veridicità dei molti dati disponibili online, su cui si fonderebbe il mio scritto.

Siccome ciò che ho trovato in rete è molto interessante, ho deciso di condividerlo con voi realizzando un elenco delle pagine web che ho maggiormente apprezzato.

  • http://www.atuttascuola.it/SCUOLA/italiano/la_luna_e_i_falo.htm A tutta scuola offre un’analisi semplice e esaustiva del romanzo, sezionandolo con precisione chirurgica in ogni suo aspetto. Si tratta del testo ideale per i meno esperti in letteratura, ma fornisce una letteratura interessante anche per uno studente universitario. Non ho tuttavia apprezzato il paragrafo dedicato ai personaggi secondari, in quanto non focalizza le loro caratteristiche essenziali. Irene, Silvia e Santa, per esempio, sono menzionate sbrigativamente, mentre per le tre fidanzate di Anguilla sono state scritte più righe del dovuto.
  • http://www.italialibri.net/opere/lunaeifalo.html Questo articolo espone gli aspetti essenziali del romanzo e lo considero un efficace invito alla lettura. Sembrerebbe che si tratti di un testo affidabile in quanto è stato scritto dalla redazione del sito web, che è composta da membri qualificati.
  • http://www.criticaletteraria.org/2012/01/la-luna-e-i-falo-di-cesare-pavese.html Si tratta di un articolo molto interessante perché non solo presenta la trama e le tematiche principali del romanzo, ma sono stati disseminate nel testo anche tante piccole citazioni e curiosità che dilettano il lettore che desidera saperne di più.
  • http://www.luzappy.eu/ita_quintad/pavese.htm Questo articolo è un autorevole estratto proveniente da un libro cartaceo citato dal titolare del sito web, perciò è attendibile. E’ molto utile per avere una panoramica completa della produzione di Pavese e sono molto interessanti gli ultimi due paragrafi, dedicati all’ultimo romanzo dell’autore e al suo suicidio.
  • Internet mette a nostra disposizione numerose pagine di citazioni tratte dal libro. Non Sempre i responsabili dei siti web hanno pubblicato quelle che a mio parere sono le ctazioni più importante, ma il loro contributo è comunque utile per coloro che desiderano citare  il romanzo. Ecco due delle numerose pagine disponibili online: http://www.frasicelebri.it/s-libro/la-luna-e-i-falo/ http://www.liosite.com/opera/la-luna-e-i-falo/

Su Youtube ho scoperto una strepitosa lezione universitaria sul romanzo tenuta dal Prof. Bonino:

Secondo il professore il romanzo tratterebbe il “dopo” della Resistenza, così ho cercato le tracce di questo tema all’interno dell’opera. La narrazione si sofferma essenzialmente sulle vicende personali dell’autore e descrive il luogo e la società in cui vive attraverso il filtro della percezione del protagonista. L’opera non vuole dunque essere una descrizione realista della società delle Langhe nel Dopoguerra, ma probabilmente vuole trasmettere un’indefinita sensazione di radicale, assoluto e definitivo mutamento dovuto alla guerra. Così come Anguilla ha ritrovato il proprio paese completamente cambiato dopo essere tornato dall’America, gli uomini hanno ritrovato l’ambiente in cui vivono irreparabilmente differente.

Il solo episodio riguardante la Resistenza è l’esecuzione di Santa, il Dopoguerra viene descritto invece solamente attraverso la descrizione del ritrovamento dei corpi di due Repubblichini, che offrono l’opportunità di scrivere un capitolo di implicita denuncia (lo stile è realista, l’autore implicito perciò sembra astenersi da ogni giudizio) sullo sfruttamento da parte della chiesa del passato come propaganda anticomunista.


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