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Recensione di Non è un gioco di Sophie Hannah

Creato il 03 agosto 2014 da Leggere A Colori @leggereacolori

17 Flares 17 Flares × Recensione di Non è un gioco di Sophie HannahNon è un gioco Sophie Hannah
Pubblicato daGarzanti
Data pubblicazione in Italia:
Formato:
Collana:Elefanti bestseller
Genere:Mistero
Pagine:
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La trama:

In una camera d’albergo di Londra, Aidan confessa a Ruth, la sua neo fidanzata, di aver ucciso in passato una donna di nome Mary Trelease. La confessione è sconvolgente certo, ma la cosa che confonde davvero Ruth è che lei conosce Mary Trelease e sa per certo che è viva. Ruth chide aiuto a Charlotte Zailer della polizia che inizierà ad indagare e per ogni velo che toglie al passato della coppia è in agguato un colpo di scena, fino a quello, clamoroso, finale.

Non è un gioco è una storia originale, frutto di una mente brillante e di una bella immaginazione. Dovendo inevitabilmente etichettare il libro direi che è un giallo, poiché ne ha tutti gli ingredienti: omicidio, polizia, indagini, tensioni, passioni e scoperte sconvolgenti. Sembra più una sceneggiatura che un romanzo, le descrizioni degli ambienti sono talmente vive e particolareggiate che non lasciano quasi spazio all’immaginazione. Ciò che spicca inizialmente in questo libro è l’idea nuova, cosa davvero non facile dato che basta guardarsi intorno per rendersi conto di essere circondati da omicidi e indagini di polizia, dalla letteratura alla televisione, tanto che stupire è diventato difficile. Un uomo che confessa alla sua ragazza di aver ucciso una donna ma soprattutto il fatto che lei conosce la presunta morta e sa che è viva! Ed è la prima notizia che ci viene comunicata. Non ho fatto altro che chiedermi come sarebbe andata a finire. L’altro elemento che amo moltissimo sono i personaggi, in una parola: vivi.

E’ stato un piacere leggere i pensieri della protagonista, Ruth, entrare empaticamente in sintonia con lei, con una donna che ha quasi quarant’anni e che nella sua vita ha sofferto come pochi, è stata vittima ed ora cerca di rifarsi una vita come può, allontanandosi da quella vecchia. Dal suo arrivo nella cittadina di Spilling e soprattutto dall’ingresso nella sua vita di Aidan che, come lei, ha molto da nascondere nel suo passato e la coinvolgerà suo malgrado, dato che diventano una coppia. Ruth chiede aiuto all’agente di polizia Charlotte Zailer, che, inizialmente scettica, decide comunque di interessarsi. L’autrice intreccia le indagini con la vita di Charlie, altra donna dal passato problematico, che si sta per fidanzare e sposare con un suo collega. Sono tutti personaggi bellissimi perché veri, ognuno ben caratterizzato con pregi e difetti: persone reali, nelle quali rispecchiarsi, descritte in modo obiettivo, come se guardassimo le loro vite svolgersi da dietro una telecamera. Questi personaggi mi hanno fatto pensare che i protagonisti di un romanzo, in genere, tendono ad essere “su un altro piano” rispetto ai lettori. Per quanto normali o meschini o semplici possano essere caratterizzati, risulteranno sempre migliori, da invidiare, da celebrare…non so se mi spiego!

La differenza nei personaggi di Non è un gioco è proprio qui, nel fatto che gli attori non risultano distanti da noi, ma sono come noi, vicino a noi, nonostante quello che gli capita sia davvero fuori dall’ordinario. Non è certo una coincidenza se le descrizioni fisiche sono davvero vaghe, tranne che per la “finta morta” Mary Trelease, che sarà poi il perno intorno al quale ruoteranno le vite e le azioni di tutti. E’ un po’ il burattinaio della situazione. Dunque il mio giudizio è positivo in generale, mi è piaciuto. L’unico aspetto dello stile che mi sento di biasimare è l’eccesso di colpi di scena! Sembra strano ma quello che ho notato è una sensazione di disagio per un paio di motivi collegati: troppi veli, troppi equivoci, troppi dubbi e possibilità: spesso ho dovuto tornare indietro nelle pagine perché non mi tornavano gli eventi. In questo modo, soprattutto se non si legge il romanzo in modo più continuativo possibile, si rischia di perdere completamente il senso (e il bello) della scoperta, della sorpresa. E’ un peccato perché, data la storia e i personaggi così interessanti e la fantasia notevole di Hannah, ne risente la suspense di un romanzo che sarebbe degno altrimenti di essere letto tutto d’un fiato, anche togliendo sonno alla notte. Questo dovrebbe essere il potenziale di questa autrice! Ma è solo il mio modesto parere…

Laura Zambelli

 



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