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Recensione di “Norvegian Wood” di Murakami

Creato il 11 luglio 2015 da Valeria Vite @Valivi92

Recensione di “Norvegian Wood” di Murakami

Norvegian Wood è un romanzo di Haruki Murakami pubblicato nel 1987 e porta come titolo il nome della celebre canzone dei Beatles, tradotto in giapponese come Noeuwei no mori. L’opera deriva dal racconto La lucciola e nella versione originale è suddiviso in due volumi, mentre la traduzione in italiano è composta da 374 pagine.

La vicenda si svolge a Tokyo nel 1969 durante le proteste studentesche che si svolgevano in quel periodo, cui però i personaggi del romanzo non prendono parte. Watanabe, uno studente universitario di lettere, dopo la morte suicida del proprio migliore amico delle superiori Kizuki si innamora della sua fidanzata Naoko, una ragazza bellissima ma affetta da problemi psichici, la cui canzone preferita è proprio Norvegian Wood. Siccome la giovane viene ricoverata in un centro di cura in montagna, i due ragazzi non possono frequentarsi e a Watanabe non resta che vivere la propria monotona vita nel collegio universitario tra le comiche abitudini di Sturmtruppen, il suo compagno di stanza, e le serate trascorse a rimorchiare in compagnia di Nagasawa, un carismatico e brillante studente di diplomazia internazionale che sotto alcuni aspetti dimostrerà di avere un carattere crudele. Watanabe si innamora di Midori, una ragazza dal comportamento molto singolare che ha sofferto molto per mancanza di affetto in famiglia e per le morti premature dei i genitori; il protagonista sarà costretto a scegliere tra l’esuberante Midori e la problematica Naoko. Il romanzo tratta con sensibilità i problemi che uno studente universitario deve affrontare: l’amore, il sesso, la morte, lo studio, l’amicizia.

Si tratta di un romanzo molto coinvolgente: il lettore si affeziona ai personaggi, costruiti in modo molto particolareggiato e mai banale, pertanto è più che deciso a proseguire nella lettura per scoprire come si conclude la storia. Ad un lettor esperto risulteranno tuttavia inverosimili alcuni avvenimenti, come il fatto che Reiko, la migliore amica di Naoko in casa di cura, racconti senza alcun pudore e con abbondanza di particolari la propria vita a Watanabe, compreso quando venne sedotta dalla propria allieva di pianoforte di tredici anni. Un altro evento inverosimile è la tranquillità con cui Watanabe ascolta Midori strimpellare tranquillamente la chitarra su una terrazza in prossimità di un incendio.

Il traduttore del romanzo ha mantenuto invariati i toponimi, i nomi di persona, delle pietanze, e di alcuni oggetti tipicamente giapponesi, in fondo al libro è stato realizzato un piccolo glossario per chi fosse poco pratico della cultura giapponese. Leggendo l’opera la vita in Giappone non sembra poi così diversa dalla nostra, infatti gli elementi più caratteristici della cultura nipponica citati dall’autore sono semplicemente le cibarie, i bagni pubblici, l’utilizzo degli yen e dei futon.
Nel romanzo vengono citati numerosi brani musicali dei generi più svariati, dal Rock al Pop, dal Jazz alla musica classica, pertanto offre una buona occasione per scoprire pezzi sconosciuti.

Recensione di “Norvegian Wood” di Murakami

Leggendo la biografia dell’autore si scoprono molti elementi in comune tra Murakami e Watanabe. Entrambi hanno frequentato l’università nel 1969 e si sono iscritti a lettere, ma in alcuni periodi non frequentano le lezioni. Come Watanabe, Murakami ha alloggiato in un dormitorio studentesco (anche se con un reputazione peggiore di quella del suo personaggio), per poi trasferirsi in alloggi privati. Murakami inoltre non ha partecipato alle rivolte studentesche in quanto era una persona solitaria, ma è probabile che ne sia stato influenzato nel suo pensiero giovanile. Lo scrittore, come Watanabe, ha svolto dei lavoretti part-time durante gli studi, ama il jazz, ha un gatto e frequentava molto spesso i cinema da ragazzo. Tali somiglianze non stupiscono, soprattutto considerando il fatto che l’autore definisce la sua opera “un libro molto personale”.

In un postscriptum al termine del romanzo scopriamo che “questo libro è dedicato a tutti i miri amici che sono morti e a quelli che restano”. Siccome molti personaggi del romanzo muoiono per suicidio, si potrebbe ipotizzare che dei cari amici dell’autore abbiano fatto la stessa fine. Il romanzo è stato iniziato nel 1986 in Grecia ad Atene (Murakami era solito scrivere in una taverna particolarmente rumorosa, proteggendosi dal frastuono ascoltando della musica con il walkman) invece è stato terminato in Italia, in un appartamento alla periferia di Roma. L’autore non è in grado di giudicare quanto l’atmosfera europea abbia influenzato la stesura del romanzo, tuttavia ha trovato molto utile la possibilità di non essere interrotto da telefonate e visite.

Nel 2010 è stato girato un film che purtroppo non sono riuscita a trovare in streaming, ma di cui possiamo condividere con voi il trailer.


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