La fama di cui è noto questo scrittore già la conosciamo tutti, ma dovendo descrivere le mie emozioni e il mio pensiero durante la lettura di Seta, da una parte riconosco l’unicità di questo testo, la cui storia è narrata con dei tratti romantici, un poco “scabrosi per certi temi” come la sensualità e l’erotismo ma nello stesso tempo con un grande senso di avventura tipica di quei romanzi di Joseph Conrad, dall’altro lato il romanzo si riduce a pochissime pagine, togliendo “le parti ripetitive” non rimane che l’unicità di quelle poche frasi ad effetto ma ricche di significato.
La storia Narra di un Mercante Hervé Joncour per produrre la seta più pregiata d’Europa, decide di aprile delle filande a beneficio dell’economia locale, soprattutto del piccolo paese di Lavilledieu dove abita con la moglie Hèléne, durante il suo primo viaggio in Giappone rimane incantato e rapito da una giovane donna al servizio di Hara Kei, un nobile nipponico con cui commercia bachi da seta in cambio di pietre d’oro, in uno di questi suoi viaggi commerciali si lascerà andare alla passione di questa giovane donna di cui Baricco non indica mai il nome, fino alla rivelazione finale da parte della moglie Hèléne, infatti anche dopo la morte continuerà a segnare la vita del vedovo Hervé Joncour come un ombra nascosta, poiché una donna anche dietro un tradimento riesce ne percepisce i segnali, come se non le si potesse nascondere nulla e non le sfugge niente.
Punti a favore: Seta è indubbiamente un romanzo senza precedenti, può sembrare una piccola storia ma durante la lettura non annoia e la curiosità dei viaggi di Hervé Joncour sono rafforzati dalle situazioni legate alla sua vita sentimentale, vi è la curiosità di sapere se lui incontrerà ancora la donna misteriosa nel paese del sol levante, descritta spesso in questa maniera: “I suoi occhi non avevano un taglio orientale, e il suo volto era il volto di una ragazzina”.
Lo scrittore procede alla descrizione e l’introduzione di personaggi fantastici ma legati ad un passato turbato arricchisce il clima di Lavilledieu, come una cittadina francese la cui descrizione dei luoghi, dei personaggi dal tratto malinconico ricorda molto Oceanomare altro romanzo di Alessandro Baricco.
In alcuni momenti mi è parso di avere ben chiara nella mente alcuni episodi le cui frasi ad effetto permettono di carpire l’essenza del momento descritto in quel momento, e quindi la rarità dell’attimo, uno di questi è quando Baldabiou confida a Hervè che andrà via dal paese quando il “monco vincerà a biliardo con un quattro di sponde, irragionevole ad effetto a rientrare” quando ciò si verifica il lettore intuisce che dopo lungo tempo Baldabiou sta per uscire di scena, non perché non ne era capace prima ma solo perché aspettava il momento giusto per farlo, gli eventi descritti da Baricco sono concatenati con una certa logica e rispetto al racconto principale si adattano abbastanza bene.
Punti a sfavore: Purtroppo Baricco pecca di ripetitività forse per rafforzare l’intensità di alcuni momenti, come quando descrive il viaggio di Hervè in Giappone: “Hervé Joncour riparti per il Giappone il primo giorno d’ottobre.
Varco il confine francese vicino Metz, attraversò il Wùrttemberg e la Baviera, entrò in Austria, raggiunse in treno Vienna e Budapest per poi proseguire fino a Kiev. Percorse a cavallo duemila chilometri di steppa russa, superò gli Urali, entrò in Siberia, viaggiò per quaranta giorni fino a raggiungere il lago di Bajkal, che la gente del luogo chiamava: il demonio. Ridiscese il corso del fiume Amur; costeggiando il confine cinese fino all’Oceano, e quando arrivò all’Oceano si fermò nel porto di Sabirk per undici giorni, finché una nave di contrabbandieri olandesi non lo porto a Capo Teraya, sulla costa Ovest del Giappone…”
molto spesso si limita a narrare gli eventi, quasi in maniera giornalistica come se fossero semplici fatti di cronaca, segui alla perfezione il filo logico del racconto ma è pur sempre ripetitivo, alle volte troppo formale e povero di sostanze, senza descrivere l’emozioni, i sentimenti e la dinamicità di alcuni tratti del romanzo, in alcune parti sembra fare delle allusioni alle sue opere precedenti tra cui non solo ad Oceanomare ma anche a Castelli di Rabbia, altra critica a mio modesto parere è quando non dona un nome ad alcuni personaggi, sono inseriti nella scena senza sapere “chi sono”, perché ci sono e basta, hanno una funziona ma non rimangono in secondo piano.
Conclusioni Finali: Sicuramente Seta è un romanzo da leggere, per tutti gli appassionati di Baricco non può mancare alla vostra libreria, è un regalo ideale per chi volesse donare un libro dalla lettura piacevole e senza impegno, infatti il racconto è scorrevole, il linguaggio molto semplice e poiché in alcune parti è ripetitivo e formale lascia ampio spazio all’immaginazione, per chi fosse interessato oltre alla copertina del libro vi lascio il trailer del film uscito al cinema nel 2007 con la meravigliosa interpretazione dell’attrice inglese Keira Knightley nei panni di Hèléne.
Ovviamente la trasposizione cinematografica non è in grado di cogliere la stessa essenza del romanzo, ma invito comunque a vederla.
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