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Recensione di The Gnostic Preludes di John Zorn, Tzadik 2012

Creato il 13 maggio 2013 da Empedocle70

Recensione di The Gnostic Preludes di John Zorn, Tzadik 2012
E fu così che ci ritrovammo davanti a un altro cd di John Zorn. Grande notizia? Mah non saprei. Zorn ha ormai raggiunto una velocità di produzione tale che stargli dietro è impossibile, la sua rapidità di composizione, registrazione, masterizzazione, design e produzione è tale da aver superato da tempo la velocità della luce e avergli permesso di ringiovanire con un paradosso temporale ogni volta che fa uscire un nuovo disco. Ormai viaggiamo su una media di 10 cd l'anno. Cari Frank Zappa e Sun Ra .. le vostre discografie, di per se già impressionanti, sono poca cosa in confronto alla bulimia creativa di Zorn. Il problema è che si tratta in gran parte di dischi molto validi, ben curati e prodotti e dal packaging stupendo. Zorn non sbaglia insomma. E non sbaglia neanche con questo spettacolare The Gnostic Preludes sottotitolati "music of splendor" eseguiti dal trio formato da Bill Frisell all chitarra elettrica, Carol Emanuel all'arpa e da Kenny Wollesen al vibrafono. Innanzitutto bentornato Mr. Frisell, bentornato a New York downtown! Quanto si sei mancato, avevo sperato tanto con le Masada Guitars una decina ormai di anni fa, ma poi eri sparito dal radar zorniano, ed ora eccoti qui. Caro Mr. Frisell ascoltare la tua chitarra è sempre puro piacere, ma un cedimento, mai una delusione ecome interprete di Zorn .. beh hai sempre dato ottima prova delle tu notevoli capacità. Bentornato davvero. Intendiamoci Carol Manuel e Kenny Wollesen non sono certo da meno, vi avevo apprezzati tanto nella serie Filmworks di Zorn (lo so, lo so, Zorn ha fatto uscire un nuovo cd della serie ... lo comprerò .. ce la farò .. devo farcela) e qui vi ritrovo in spendida forma. Un trio insolito quello arpa, chitarra elettrica e vibrafono ma con i Gnostic Preludes veramente date il meglio assieme. Otto brani, otto preludi davvero splendidi. Scordatevi lo Zorn rumoroso e schizzofrenico dei Naked City o dei Painkiller. Qui tutto scorre senero in un'aurea luminosa, il vibrafono di Wollesen riesce a creare un'aurora di suono in cui è facile restare impigliati, otto preludi molto melodici e apparentemente semplici, con i tre strumenti che apparentemente ripetono a turno intrecciandosi tra loro i medesimi motivi e a turno se ne discostano eseguendo digressioni personali che alla fine si riuniscono nella struttura del preludio. Quarto episodio della serie di cd dedicata alla mistica. Caro Mr. Zorn ... ma alla giovane età di 60 anni appena compiuti ...non potresti rallentare un pochino? No eh?
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