Titolo: Diario di un sopravvissuto agli zombie: Oltre l’esilio
Autore: J. L. Bourne
Editore: Multiplayer.it edizioni
ISBN: 9788863552027
Prezzo: 14,90€
Numero Pagine: 310
Voto:
Trama:
Il primo volume di Diario di un sopravvissuto agli zombie ci ha accompagnato nei meandri della mente di un ufficiale militare reduce di guerra, deciso a iniziare l’anno con un nuovo proposito: scrivere un diario. L’uomo ha tenuto fede al suo proposito e ci ha condotto, giorno dopo giorno, attraverso la storia della caduta dell’umanità. Pagina dopo pagina, nel diario vediamo la vita dell’uomo trasformarsi, passando dalla normalità che tutti noi conosciamo a una lotta estrema per la sopravvivenza contro orde di morti viventi. Come testimoni silenziosi lo vediamo sanguinare, commettere errori, evolversi.
Il romanzo che avete tra le mani riprende la storia nel punto in cui l’avevamo lasciata, con il nostro narratore e i pochi superstiti di un inimmaginabile cataclisma planetario rifugiati all’interno dell’Hotel 23. Seguiteli nel loro viaggio apocalittico e provate a immaginare, anche solo per un secondo, che al loro posto potreste esserci voi.
Recensione:
Lettori e lettrici di scrittevolmente, bentornati! Oggi con la forse attesa (almeno per me) recensione del secondo capitolo del diario del sopravvissuto! Edito dalla multiplayer.it edizioni e recuperato al concluso salone del libro, anche questa volta è stato letteralmente bruciato in meno di un giorno! Se questo non vi fa intuire niente allora preparatevi a tornare nel mondo di J. L. Bourne!
Come sempre iniziamo dall’aspetto tecnico: l’oggetto libro. Non c’è praticamente nulla che non vada, la cura estetica e dei particolari segue (ed eleva) la qualità del primo capitolo. Lo stile ruvido e quasi “grezzo” della copertina in cartoncino morbido sono di ottima qualità, così come il disegno che riprende lo stile minimale del capitolo precedente anche nella similitudine dei colori, però invertiti. Ora la fa da padrone il rosso del sangue, mentre a centro pagina campeggia un cuore anatomico, forse non per caso, capirete il perché. Ottima anche l’idea di coprire con macchie di sangue l’interno della quarta di copertina e la pagina del titolo, una cosa da poco certo, ma di effetto.
Nulla da dire sul piano traduzione/editing: la cura tenuta nel primo volume si ripresenta anche qui, la semplicità del testo diretto e veloce fanno si che scivoli letteralmente via da sotto gli occhi. Con non poca fatica sono riuscito a staccarmi per comuni bisogni umani come necessità corporali o banalità del tipo “andare a lavoro”. In alcuni punti ho notato parole o frasi che avrei visto meglio tradotti in un altra forma, forse per via di un uso (nell’originale) di un linguaggio in prima persona più diretto e personale (come un vero diario, del resto), ma è solo un mio pallino.
Anche qui non ci sono capitoli, quanto più grandi “sezioni” in cui si raccolgono tutti i vari frammenti scritti dal nostro milite sopravvissuto; comprensivi di sporco, macchie di sangue, disegni e citazioni da ritagli di giornale. Lo stile pulito e militare del nostro ufficiale non è assolutamente cambiato: essenzialità, precisione e dettagli fanno di questo testo una piccola perla di piacere “immaginario”. Un testo del genere potrebbe sembrare a prima vista freddo e scarno, ma Bourne riesce anche in estratti di poche righe a farci capire lo stato d’animo e il travaglio del soldato impegnato nel mestiere della sopravvivenza. Immedesimarsi nei suoi panni non è difficile, sentirsi in ansia come se ci si trovasse alle sue spalle ad ogni passo e ritrovarsi tesi dopo ogni scontro a fuoco e inevitabile.
In questo secondo volume più del primo viene rafforzato il concetto di sopravvivenza, così come vengono gettate le basi per una sfida psicologica (e sentimentale) molto più ampia e difficile. Nonostante la trama sia lineare, cresce e si sviluppa in modi inaspettati, incollando il lettore alle pagine sino alla fine, architettata in modo da sviare ogni sospetto da quello che potrebbe essere il finale più ovvio. Proprio la trama subisce i cambiamenti maggiori, facendo seguire calme tesissime a ritmi incalzanti. Nonostante siano tutti giorni vissuti, ognuno di essi è raccontato con la cura per il dettaglio e l’essenzialità, pochi i dialoghi necessari e tanta attenzione a rendere la scena il più immaginabile possibile.
Psicologicamente il nostro sopravvissuto viene approfondito sempre più, mentre la relativa calma e le problematiche dell’Hotel 23 impegnano le prime battute del diario, dal passato emergono nuovi nemici/amici che nel primo volume erano stati evitati il più possibile, qualcosa non secondo agli zombie per pericolosità, anche se non si direbbe. Con questo presupposto l’intera calma dell’H23 viene ben presto sconvolta, senza privare il lettore del gusto della sopravvivenza solitaria assaporata nel primo volume. Nuovamente troveremo in alcuni punti un sopravvissuto ancora più solo e sperduto, conscio del fatto che milioni di zombie bramano la sua carne e quella di chi come lui lotta con un’aspettativa di vita di un ora.
E di milioni proprio parliamo, perché più e più volte i protagonisti si ritroveranno ad affrontare vere e proprie orde composte da centinaia e a volte anche migliaia di morti. Nelle sezioni in solitaria verrà a galla la vera natura psicologica del sopravvissuto, sarà palpabile il terrore e la paura, si potrà quasi provare quel senso di impotenza che più volte porterà il protagonista sull’orlo del baratro, fisicamente e psicologicamente.
Sebbene il gruppo di sopravvissuti abbia un ruolo più marginale in questo episodio, non vengono comunque lasciati in disparte. In ogni pagina del diario riusciamo a trovare riferimenti e approfondimenti, spezzoni che fanno capire di più della loro vita nell’H23 e danno un quadro più ampio, lasciando trapelare paure, sentimenti e perché no, speranze di chi ha fatto affidamento sul sopravvissuto ed è riuscito ad andare avanti. Tutti in questa storia hanno un ruolo, dal punto di vista dell’autore nessuno è meno importante dell’altro in questo gruppo ormai consolidato di persone comuni, il quale potrebbe persino vedere dei nuovi arrivi.
Non credo ci sia altro da aggiungere ormai, per evitare di spoilerare almeno. Un commento finale? Un libro da avere. Se “Diario di un sopravvissuto agli zombie” vi ha appassionato e tenuto incollati alle pagine, “oltre l’esilio” migliorerà ancor di più questa esperienza e con una trama ancora più cupa vi farà conoscere il vero terrore di chi si ritrova solo contro un mondo di nemici, morti e vivi, esplodendo con una svolta finale da lasciare a bocca aperta.
Con tutti questi elementi non riesce difficile capire come questa saga possa avere tutto questo successo, ”Diario di un sopravvissuto agli zombie” e il suo seguito “Oltre l’esilio” sono i libri di zombie che Romero vorrebbe per se, l’esperienza definitiva per gli amanti dei morti viventi, perché nel loro essere semplici e diretti fanno quello che non tutti i libri riescono a fare: coinvolgono e spingono a immedesimarsi nel personaggio pagina dopo pagina.