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[Recensione] Diario di un sopravvissuto: La clessidra infranta di J. L. Bourne

Creato il 11 luglio 2013 da Queenseptienna @queenseptienna

[Recensione] Diario di un sopravvissuto: La clessidra infranta di J. L. BourneTitolo: Diario di un sopravvissuto agli zombie: La clessidra infranta

Autore: J. L. Bourne

Editore: Multiplayer.it edizioni

ISBN: 9788863552034

Fomato: paperback

Lingua: Italiano

Numero pagine: 367

Prezzo: €14.90

Genere: Horror, post-apocalittico, survival.

Voto:

[Recensione] Diario di un sopravvissuto: La clessidra infranta di J. L. Bourne

Trama: Il mondo è in rovina. Dell’umanità non restano che alcuni superstiti: i morti viventi hanno preso il dominio sui vivi, e sono la nuova specie dominante. Diario di un sopravvissuto agli zombie: La Clessidra Infranta è il nuovo episodio della saga survival horror ampiamente acclamata dalla critica. In esso si alternano le pagine del diario che riporta la personale lotta per la sopravvivenza di un militare, e la storia dei sopravvissuti incontrati sulla sua strada, l’ultima speranza dell’umanità nella sua ora più oscura. Prigionieri nel disastro, i personaggi si troveranno da soli e in gruppo a dover affrontare atroci decisioni che potrebbero significare sopravvivere per un giorno ancora, o vagare nell’eterna dannazione di un cammino senza fine in un’orda di zombie…

Recensione:

 Lettori e lettrici di scrittevolmente bentrovati! Ancora una volta si apre l’appuntamento con le recensioni di casa Multiplayer.it! Quest’oggi andremo a concludere la saga del sopravvissuto, l’eroe senza (quasi) nome che ci ha accompagnato in una trilogia davvero esaltante. Se vi siete persi i capitoli precedenti ecco le recensioni: Diario di un sopravvissuto agli zombie; Oltre l’esilio.

Partiamo subito dal principio, ovvero dalla parte tecnica, come sempre. Questa volta ho impiegato un po’ più di tempo a terminare il libro, non perché sia pessimo, ma perché alle varie parti in prima persona del sopravvissuto si alternano capitoli in terza persona narrati da altri personaggi conosciuti nei due volumi precedenti. In un certo senso questo espediente aiuta a dare completezza al mondo in macerie e alla vita di chi aveva conosciuto il nostro eroe, ma dall’altro lato spezza un po’ la narrazione rendendo un po’ più lenta la lettura. Niente di preoccupante comunque, a livello di cura del testo siamo sempre sopra gli standard, ottimo editing e traduzione, un paio di refusi (lettere sbagliate in una parola) e niente di più, probabilmente sono sempre l’unico ad accorgersene.

Esteticamente il libro si presenta al top come gli altri, paperback in cartoncino ruvido e con una grafica da farmi impazzire, così stile anni 60 stile Fallout, probabilmente la migliore delle tre. Varrebbe cinque stelle solo come libro oggetto, ma non essendo qui per giudicarlo in quel senso andiamo avanti.

A voler essere sincero sono rimasto piuttosto deluso da questo diverso approccio dell’autore, il voler riportare anche il punto di vista degli altri personaggi ha drasticamente ridotto l’hype con cui avevo preso in mano l’opera, impedendomi di completarla in meno di 48 ore come per le precedenti. Non che questo sia un male, ovvio, nonostante questo scoglio l’autore come sempre ha saputo gestire bene ogni azione e ogni momento, dimostrandosi capace di far reggere la narrazione in terza persona allo stesso modo del diario.

La vera pecca sta forse nella trama di questo ultimo episodio, gestita purtroppo (a mio avviso) in modo errato, lasciando troppo spazio a eventi e personaggi secondari, i quali hanno tolto molto spazio che sarebbe stato speso meglio per il filone principale. Alla fine del secondo capitolo della trilogia l’autore aveva letteralmente sganciato una bomba quasi stravolgendo la trama, adottando un espediente interessante per caratterizzare la formazione dei non morti. Purtroppo questo espediente è stato sfruttato poco e male, poiché relegato a pochi capitoli nel libro e ad appena una trentina di pagine finali. Lascia un po’ l’amaro in bocca, soprattutto dopo due libri sempre al massimo delle aspettative, ma non me la sono sentita di abbassare esageratamente il voto per questo.

Oltre a questo la presenza di molti personaggi lascia un po’ spaesati, si passa da alcuni noti fin dal primo libro ad altri più recenti, ma comunque protagonisti, sino ad arrivare ad alcuni che proprio non hanno alcuna importanza e hanno solamente preso spazio fra i capitoli. Sarò sincero, sono serviti allo scopo, ma non puoi dedicarmi decine di pagine per raccontare la storia di due uomini e il loro cruccio per sopravvivere in una base artica. Si poteva evitare e fare come sempre, trascrivere nelle pagine di diario le conversazioni via radio. Occupi trenta pagine anziché cento e puoi dire di più sulla trama principale, sulla causa dello zombismo, quasi relegata a un fatto secondario e liquidata in poche pagine.

Nonostante queste cadute l’autore riesce comunque a dare un senso alla storia e concluderla come ci si aspetta: senza una vera e propria fine. Non si può scappare dall’apocalisse, non si può scappare da una terra di morti viventi.

Commento finale? Da avere, assolutamente. Nonostante qualche pecca l’autore mantiene comunque alto il livello, se la cava egregiamente con ogni personaggio e sa gestire le situazioni. Forse il metodo molto militare che adotta per il diario non si adatta bene alla narrazione vera e propria in terza persona, ma aiuta a rimanere collegati con le opere precedenti. Nulla da invidiare agli altri libri, se cercate la degna e liberatoria fine di questa saga, non rimarrete delusi dal nostro eroe senza nome.


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