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Recensione: Dragon Age Inquisition

Creato il 18 gennaio 2015 da Scimiazzurro
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Bioware, si sa, è ormai un marchio di garanzia abbastanza affermato. Tutti i titoli di questa software house sono caratterizzati da trame e personaggi di incredibile spessore, che permettono al videogiocatore di sentirsi completamente immerso all’interno del mondo di gioco, che può in parte plasmare con le sue scelte e i sui comportamenti. Tutto questo, ovviamente, lo ritroviamo in Dragon Age Inquisition, ultima fatica del talentuoso team di sviluppo, che stavolta, sull’onda di una nuova generazione pronta a mostrare finalmente i muscoli, riesce a riproporre il suo inconfondibile stile ludico e narrativo riuscendo però ad ampliare enormemente la formula, restituendo un gioco vasto, mastodontico e, senza mezzi termini, stupendo.

A capo dell’inquisizione

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Ritenuti responsabili della morte dei membri del conclave e di uno squarcio nel cielo tramite il quale i demoni si riversano dall’oblio nel mondo, saremo poi chiamati, in seguito alla nostra dimostrata innocenza, a rifondare l’antico ordine dell’inquisizione, al fine di combattere il disordine e il caos chiudendo gli squarci presenti in tutto il mondo. Da questi semplici presupposti, prende vita una trama fitta e ricchissima di sfaccettature. Alla trama principale infatti, si intrecciano quelle di comprimari e personaggi secondari, che contribuiscono a ricreare un mondo di gioco vivo e mutevole, nel quale molte cose succedono e si evolvono portando, a seconda anche delle nostre scelte, ad eventi sempre diversi. Moltissimi saranno infatti i personaggi appartenenti al nostro entourage, tra cui molti volti noti agli appassionati della serie, con i quali potremo interagire per conoscere interessanti informazioni riguardo la loro storia o per affrontare particolari missioni secondarie dai risvolti mai troppo superficiali. Dal punto di vista narrativo insomma, Dragon Age Inquisition è un gioco che non lascia nulla al caso, raccontando una storia dai toni maturi e interessanti, facendo spesso riferimento a tematiche come la religione o l’omosessualità e parlandone in maniera aperta e incensurata. A ogni interazione verbale con i vari personaggi, potremo inoltre scegliere tra un certo numero di risposte, votate ad alimentare l’immedesimazione e le possibilità offerte dal titolo. A seconda di quel che diremo infatti, la reazione dei nostri interlocutori sarà diversa, e questi potranno approvare o meno quello che noi stiamo dicendo, aumentando o diminuendo di conseguenza la stima che provano nei nostri confronti. Molti di questi dialoghi permetteranno di aprire nuove strade narrative e missioni secondarie, intensificando i rapporti e permettendo anche di instaurare con i vari personaggi relazioni sentimentali.

Un mondo vastissimo

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Ad accompagnare una trama tanto vasta e caratterizzata non poteva che esserci un mondo di gioco proporzionalmente vasto e immersivo. Abbandonando la linearità che caratterizzava i vecchi capitoli della saga, in Dragon Age inquisition avremo la possibilità di visitare moltissime aree, tutte ben diversificate e dall’enorme vastità. In ognuna di queste mappe sono dislocate attività di ogni tipo; raccolta di minerali e piante, squarci da chiudere, missioni secondarie da completare, collezionabili e frammenti da trovare, animali da cacciare e zone nascoste da esplorare contribuiscono a rendere l’esperienza di gioco estremamente varia e longeva. Molte aree saranno inoltre accessibili solo in seguito al completamento di determinate missioni da svolgere al “tavolo di guerra”; tali missioni non saranno svolte da noi in prima persona, ma da alcuni membri dell’inquisizioni che, al termine del tempo richiesto (per alcune sono necessarie ore per il completamento), ci permetteranno di ottenere oggetti o sbloccare zone prima non accessibili, comprese le quest della trama principale. Per sbloccare alcune di queste aree, sono necessari punti potere, ottenibili completando le molteplici attività che la mappa di gioco ci mette a disposizione. In questo mondo quindi, il gioco spinge il giocatore, almeno in minima parte, ad esplorare quello che il mondo ha da offrirgli, costringendolo a collezionare punti potere necessari ad andare avanti nella trama principale.

Scegli il tuo destino

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E’ chiaro, a questo punto, che questo è un gioco fatto di scelte, nel quale però non sempre scegliere è facile; non esiste infatti la scelta giusta da prendere, ma solo quella che noi riteniamo migliore. Ogni decisione non riceverà mai consensi unanimi, ma il più delle volte spaccherà il nostro roster di personaggi a metà, tra quelli che approvano e quelli che invece non condividono le nostre scelte. Come già detto in precedenza, tutto questo contribuisce a far sentire il giocatore parte integrante della storia stessa, spingendolo a ragionare prima di dare qualsiasi risposta e permettendo di decidere che tipo di persona vogliamo essere. A tal proposito ci troveremo in più occasioni a dover giudicare nemici dell’inquisizione catturati durante varie missioni; seduti sul trono dell’inquisizione avremo la vita di questi individui nelle nostre mani e starà a noi decidere che farne. Potremo esiliare il condannato, decidere di accoglierlo nell’inquisizione o addirittura ucciderlo con le nostre stesse mani in una esecuzione di piazza. Tutto questo, semplicemente, funziona egregiamente, spingendo il giocatore ad andare sempre più a fondo per scoprire quante e quali cose possiamo fare, creando un’esperienza immersiva e coinvolgente come poche.

Le armi dell’inquisizione

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In Dragon Age Inquisition, saremo chiamati a creare il nostro personaggio scegliendone razza, aspetto fisico e classe. Le razze a disposizioni sono umano, elfo, nano e qunari (mastodontici e muscolosi esseri cornuti) e potremo scegliere tra 3 diverse classi: guerriero (con arma a due mani o spada e scudo), ladro (con pugnali doppi o arco) e mago. Ogni classe prevede un certo numero di skill tree, diversificati a seconda della classe e sui quali potremo sbloccare le varie abilità ottenendo punti salendo di livello. A seconda del nostro stile e delle nostre attitudini, anche qui potremo scegliere quali abilità sbloccare e in quale ramo specializzarci maggiormente. Avendo poi a disposizioni un gran numero di personaggi diversi (9 in tutto), potremo scegliere, per formare in nostro party (composto da noi e altri 3 personaggi),  i nostri partners in maniera strategica a seconda della missioni che dobbiamo affrontare, garantendo in questo modo un grandissimo numero di possibilità diverse. Il combat system si divide in due modalità che cambiano enormemente lo stile di gioco e le possibilità. Di base ci troveremo a controllare un personaggio e ci potremo muovere liberamente nella mappa di gioco sia in fase esplorativa che durante i combattimenti. La pressione del tasto R2 consente di attaccare continuamente il bersaglio mentre, gli altri tasti, permettono di richiamare determinate abilità che possono essere configurate a piacimento. E’ inoltre possibile passare da un personaggio all’altro del party con le frecce direzionali su e giù, tutto senza interruzione alcuna. Schiacciando però il trackpad del pad della PS4, si entra in una modalità tattica, dove tutto diventa immensamente strategico e lento, permettendo azioni più ragionate e metodiche. In questo caso la telecamera inquadrerà l’azione dall’alto e il tempo si bloccherà. Qui potremo scegliere di dare ordine a tutti i membri del parti a gioco fermo, dopo di che, alla pressione del tasto R2, l’azione riprenderà e i personaggi del nostro party inizieranno ad eseguire gli ordini impartiti. A onor del vero, tale modalità, non è per nulla semplice da assimilare e richiede parecchie ore di gameplay per essere padroneggiata al maglio, ma una volta padroni, riusciremo a ottenere enormi soddisfazioni. Ai livelli di difficoltà più elevati inoltre (difficile o incubo), in molte occasioni saremo obbligati ad utilizzare tale modalità per riuscire ad avere la meglio sui nostri avversari. Nel complesso comunque, ci troviamo di fronte a un GDR solido e divertente, mai troppo semplice e condito con combattimenti memorabili. A tal proposito va citata la presenza di 10 altidraghi, sparsi per tutte le mappe di gioco, i quali non contribuiscono ad arricchire la trama, ma permettono di prendere parte a combattimenti epici e difficili da dimenticare. Ogni drago infatti avrà il suo livello e le sue caratteristiche, con particolari pattern di attacco, punti forti e punti deboli. Si consiglia a tutti i giocatori di prendere parte a tali combattimenti durante i quali escono fuori tutte le meraviglie che il gameplay di questo gioco ha da offrire. Come se non bastasse tutto ciò per apprezzare questo titolo, in Dragon Age Inquisition è presente anche la possibilità di “craftare” oggetti di vario genere come armi, armature, pozioni, tonici e potenziamenti. tutto questo ovviamente richiede varie “ricette” e “reagenti” sparsi per tutto il mondo e che richiedono tempo e ricerca, fasi che ben si posizionano tra una missione e l’altra.

Bello fuori e bello dentro…bug a parte

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Il gioco offre mappe vastissime e un grafica complessivamente di buona fattura, con modelli poligonali solidi, una draw distance impressionante e un level design notevole. L’illuminazioni inoltre, contribuisce a ricreare scorci bellissimi e memorabili e anche gli effetti di luce e ombre, o gli effetti di fumo generati dalle magie e dalle abilità dei vari personaggi, contribuiscono a creare nel complesso immagini colorate e gradevolissime, che ben si sposano con l’ambientazione del gioco. Le varie location sono inoltre ben diversificate e ricche di spunti esplorativi interessanti. Nota di demerito va attribuita alla banalità ed enorme semplicità delle animazioni facciali. Un gioco come questo, fatto di una moltitudine di dialoghi e che basa molto del suo senso su l’immersività di questi avrebbe dovuto garantire un livello recitativo di più alto livello; molti momenti drammatici o epici della trama sono infatti smorzati da una recitazione non all’altezza e animazioni facciali legnose e poco convincenti. Altra nota dolente è la presenza di numerosi bug, alcuni dei quali hanno costretto in alcune occasioni a ricaricare la partita: impossibilità di passare da un pg all’altro o di accedere al menù per i comandi rapidi e le pozioni sono solo alcuni esempi. Per fortuna, a risollevare la situazione ci pensa un doppiaggio (in lingua inglese) davvero lodevole e un accompagnamento musicale di ottima fattura. Le musiche, pur non essendo sempre presenti, riescono ad enfatizzare i momenti più significativi egregiamente. Degno di lode infine il main theme.

Conclusioni

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Senza mezzi termini, Dragon Age Inquisition è sicuramente uno dei migliori GDR degli ultimi anni. Una trama matura, personaggi memorabili e ben caratterizzati, un mondo vastissimo da esplorare in lungo e in largo, una moltitudine di attività secondarie e un gameplay che accontenta praticamente tutti sono gli ingredienti per una ricetta perfetta. Consigliato a tutti gli amanti della serie e dei GDR, non rimarrete delusi.


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