Recensione: Fake: Falsi profili
Da Flautodipan
@miriammas
Titolo: Fake. Falsi profili
Autrice: Adriana Merenda
Editore: Piemme freeway
Pagine: 276
Prezzo: 15 euro
Descrizione:
Marcella
è scomparsa. A raccontarlo è la sua migliore amica Giada, che pensava
di conoscerla, di sapere tutto di lei. Ma quando la polizia comincia le
indagini, non solo quello che sembrava un innocuo flirt su Internet si
rivela la possibile trappola in cui la ragazza è caduta, ma Giada scopre
anche di esserne coinvolta suo malgrado.
La
verità sarà svelata da Marcella, perché in un doppio gioco di verità e
bugie, nella seconda parte del libro è lei stessa a raccontare la sua
storia…
L'autrice:
Adriana Merenda è nata in Sicilia, ma vive in Trentino
dove insegna Letteratura Italiana e scrive libri per ragazzi. Da alcuni
suoi racconti sono stati tratti degli spettacoli teatrali. Con Il
Battello a Vapore ha pubblicato La conchiglia magica (serie Arancio), La notte dell’eclissi di luna e Ritorno alla casa saracena (serie Rossa). Questo è il suo primo libro per Freeway.
La recensione di Miriam:
L’assenza
può rendere più visibili. Ci avete mai pensato? Sembrerebbe un paradosso, eppure
è così.
Marcella
Destori, per esempio, è una ragazza silenziosa. Benché sia carina al punto di
suscitare l’interesse dei ragazzi, si tiene ai margini. Schermata dalle spalle
larghe di Giacomo Ponti, quando è in
classe, è persino in grado di prendersi
una vacanza dalle lezioni senza che gli insegnanti se ne accorgano. D’altra
parte, Marcella ha buoni voti, trascorre gran parte delle giornate rintanata
nella sua cameretta e non assilla i genitori con richieste improbabili.
La
sua è una presenza discreta, tanto da poter passare inosservata. Ciononostante,
quando un giorno, di punto in bianco, svanisce nel nulla, gli occhi di tutti convergono sul suo posto
rimasto vuoto, ed è proprio allora che amici e parenti, si rendono conto di non
averla mai conosciuta davvero.
Chi
frequenta Marcella quando è fuori casa? Cosa le piace? Cosa sogna? Che segreti
nasconde nel suo computer?
Nessuno
sembra saperlo: non i suoi genitori che le hanno concesso la massima fiducia e
hanno sempre evitato di fare troppe domande per paura di risultare invadenti;
non i suoi compagni di classe che la tengono a debita distanza, e nemmeno la
sua migliore amica, Giada.
La
verità è che dal momento in cui ha ottenuto il suo primo tablet e ha scoperto
l’universo dei social network, Marcella si è rintanata in un mondo tutto suo,
fatto di like e messaggi in chat. Un mondo che le forniva l’illusione di essere
libera e lontana dalla monotonia della sua vita da adolescente, in cui poteva
indossare maschere diverse senza paura e circondarsi di mille amici,
riservandosi la facoltà di cancellare
con semplice click chiunque smettesse di andarle a genio.
Quel
mondo, adesso, rappresenta l’unica pista da seguire per scoprire cosa le è
accaduto e sperare di riportarla indietro.
Un
giallo in piena regola attraverso cui Adriana Merenda ci guida su un territorio
minato: quello della realtà virtuale, appunto, e dell’impatto che può avere sui
ragazzi. Lo fa evitando demonizzazioni e falsi allarmismi, mantenendo toni soft in perfetta sintonia con il target
giovanile a cui evidentemente l’opera si rivolge in maniera privilegiata, ma mettendo
bene in evidenza i pericoli che possono annidarsi nel web.
Il
libro si divide in due parti che corrispondono a due diversi POV: quello di
Giada e quello di Marcella. Nella prima metà la vicenda viene osservata con gli
occhi della migliore amica della protagonista. In lei la paura si mescola al
senso di colpa per non essere riuscita a fiutare il pericolo prevenendo il
peggio e al senso di tradimento derivante dalla scoperta di essere stata tenuta
all’oscuro dei suoi segreti. Intorno a Giada si raccolgono i Genitori della
ragazza scomparsa, i compagni di scuola,
la polizia, creando una sorta di squadra tesa a far luce sulla vicenda. È
questa la parte destinata alle indagini, alle supposizioni, ai timori che
lasciano prefigurare gli scenari più nefasti − dal rapimento all’adescamento da
parte di un maniaco.
Nella
seconda metà, invece, si fa udire la voce di Marcella che svela l’enigma
raccontando ciò che realmente è accaduto.
Una ricostruzione inimmaginabile, in grado di sorprenderci e ti tenerci
sulle spine fino alle battute finali, ma che si scopre essere anche un
interessante affresco dell’adolescenza odierna. Una storia che prende il via tingendosi di
tutte le sfumature di un thriller ma che, strada facendo, diviene anche storia
di una generazione votata alla solitudine poiché imbrigliata in un modello di
comunicazione che sembra escludere qualsiasi contatto con la realtà.
Un
romanzo attualissimo che sento di consigliare a genitori e figli; oltre che rivelarsi
una lettura godibilissima può fornire ottimi spunti di riflessione per un
confronto che aiuti ad accorciare il divario generazionale, riscoprendo insieme
alcuni valori che rischiano di essere dimenticati, perché la rete è grande e
ingannevole e, nella vita reale, spesso, si va troppo di fretta per soffermarsi
su ciò che davvero conta.
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