La recensione di Sara:
Dana aspetta una bambina, vive felice con suo marito e la sua figlioletta di cinque anni, Gaia. Con lei passa le sue giornate estive, fanno lunghe passeggiate nei boschi alla ricerca di un po’ di tranquillità. Insieme alla piccola, in Dana qualcosa sta crescendo, una voglia di immergersi nella natura e di fondersi con lei.
La donna ha ricevuto un’educazione cattolica che però non la rappresenta, sente che nel suo animo c’è uno spirito ancestrale che non aspetta altro che uscire allo scoperto.
Dana fa strani sogni, le protagoniste una donna che le somiglia molto di nome Nuir e sua figlia. Nulla di strano se escludiamo che i sogni sembrano essere le puntate di una storia che sta chiamando Dana e che la donna che le somiglia così tanto è un’aspirante sacerdotessa druida. I sogni le parlano di celti, di tempi lontani, di rituali magici di cui la donna non ha mai sentito parlare ma che le sembrano così familiari.
Ad aiutarla a ricomporre il puzzle con i tanti pezzi confusi che conserva nella sua mente sarà Brigida, una vecchia donna che vive nel bosco in una casetta di pietre e prepara per lei e Gaia favolose tisane con le erbe più strane. Brigida sembra conoscere molto bene le due esploratrici che approdano per caso nella sua dimora e sembra saperne molto anche sui sogni di Dana.
Inizia così un viaggio a ritroso nel tempo, alla ricerca di se stessi e del proprio legame con la Madre Terra.
Crystal Rain lascia che Dana si racconti, come un fiume in piena parla delle sue giornate, dei suoi dubbi, delle sue perplessità, della sua voglia di cambiamento e del suo improvviso legame con la Terra. Racconta di sé e dei suoi sogni, di Nuir e dei celti, racconta di una Dea amata e dimenticata che ora chiede aiuto e richiama l’attenzione di chi ha un dono dentro di sé ma non lo sa.
Le donne sono l’elemento centrale e il punto di forza della storia. Non si tratta di sessismo ma solo del guardare un lato della medaglia spesso occultato.
Dana è una donna piena di potere spirituale, con un forte legame con la natura che cerca di scoprire cosa c’è dentro di lei, si spaventa ma non scappa, vuole andare in fondo e quando scopre cosa sta accadendo accoglie la novità a braccia aperte.
Brigida è quella che tutto il paese addita come “strega”, una donna strana che vive da sola nel bosco e si dedica a chissà quali oscure attività. In realtà non è altro che una donna consapevole della propria autonomia e del proprio potere, che ha scelto il legame con la Madre Terra piuttosto che l’ipocrisia e i pettegolezzi di un paesino privo di dignità.
L’elemento onirico risulta originale e accattivante, un tocco fantasy che poi tanto irreale non è. Breve e semplice, ottima lettura anche per chi vuole far conoscere la magia ai più piccoli, si presenta come un romanzo interessante, che invoglia al contatto con la natura e con la propria anima.
Le figlie della Terra sdogana il pregiudizio e l’egoismo, che va al di là dell’apparenza e si concentra su quello che c’è dentro, un insegnamento di vita che invoglia a conoscere e conoscersi, a esplorare e a non avere paura.
Un riscatto per la Madre Terra sfruttata all’inverosimile e poi abbandonata che si fa strada nei cuori di chi riesce ad ascoltare con l’anima e non solo a sentire.