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Recensione: È il 20 luglio, l’atmosfera nella città è rovente e la stampa di tutto il mondo è catalizzata sugli scontri tra i manifestanti e forze dell’ordine durante il G8 nella città di Genova.Luca è un giornalista della Gazzetta di Bologna (orientamento politico di destra), che dopo aver appreso la notizia della morte del manifestante Carlo Giuliani, decide di partire per Genova, desideroso di capire personalmente lo svolgimento dei fatti di quell’ assurdo giorno.Contemporaneamente, altre persone decidono di militarsi verso il punto caldo della città; come l’anarchica tedesca Alma che decide di soccorrere i manifestanti lesi durante il corteo pacifico svoltosi nella mattinata, Marco, giovane avvocato ed organizzatore del Genoa Social Forum — che si impegna a recuperare tutti i dispersi dopo gli scontri —, o come Anselmo, un vecchio militante della CGIL che con i suoi compagni pensionati ha deciso di prendere parte ai cortei del G8 e manifestare contro la globalizzazione.Molti altri hanno preso parte ai cortei del G8 in modo pacifico; persone di nazionalità francese, tedesca, spagnola, che erano lì in qualità di giornalisti interessati allo svolgimento dei fatti.Le sorti dei personaggi citati saranno destinate ad incontrarsi nella scuola Diaz-Pascoli — sede del Genoa Social Forum e luogo adibito a dormitorio in occasione del G8 — al suo interno, però,ci sono vaste tipologie di persone: ragazzi che hanno semplicemente voglia di passare la notte fuori, giornalisti europei che hanno trovato asilo, manifestanti italiani e stranieri.Ed ecco che poco prima della mezzanotte centinaia di poliziotti irrompono nella scuola, armati fino ai denti, pronti a radere al suolo qualsiasi forma di "opposizione”; in prima linea vi sono i poliziotti della squadra mobile di Roma, diretta dal comandante Max, dopo segue la Digos, mentre i carabinieri isolano la scuola permettendo che al suo interno possa essere eseguito indisturbato un vero e proprio massacro contro civili indifesi.La gente viene colta di sorpresa nel sonno, aggredita e martoriata proprio da chi dovrebbe difenderla; pacifisti inglesi invocano la pace ma come risposta subiscono percosse laceranti. La violenza gratuita dura per più di un’ora; arriva troppo tardi l’ordine di fermarsi del comandante Max, ormai 93 persone sono ferite gravemente e hanno perso conoscenza.I feriti gravi, come i nostri Luca e Anselmo finiscono in ospedale una volta arrivati i soccorsi, e sono i più fortunati perché i meno gravi sono spediti nella caserma di Bolzaneto e intrattenuti legalmente allo stato di fermo. Durante le ore di “prigionia” subiscono violenze morali e fisiche, la loro sofferenza e frustrazione non si racchiude solo all’interno delle mura della scuola Diaz, ma si perpetua soprattutto in una caserma, luogo di giustizia, in cui molte ragazze, compresa la nostra Alma, sono costrette a spogliarsi e ragazzi ad imitare i versi di animali per ore, sotto continue minacce di percosse.Questo è il quadro del film del regista Daniele Vicari: un set di ingiustizia e follia esercitate da uno Stato apparentemente democratico, ma con alle basi un odio nei confronti di qualsiasi tipo di diversità e punti di vista contrari.Un film crudo, violento, triste, ma reale. Ogni scena rispecchia perfettamente le testimonianze dei soggetti coinvolti; oserei dire che molte volte vi è stata cura nel limitare i danni con scene che nella vita vera sono state certamente più cruente. La nostra anarchica Alma, nel film, ci accompagna con la sua storia straziante, senza possibilità di scelta o presenza di colpevolezza alcuna si ritrova costretta a subire torti fisici e morali, in una caserma paragonata a luogo di orrore.Inevitabilmente, in conferenza stampa, il responsabile della Polizia parlerà di irruzione motivata dall’emergenza rappresentata da un gruppo di anarco-insurrezionalisti che sarebbero dovuti essere presenti all’interno della Diaz, ma nelle successive indagini si è appurato che non vi era traccia di tali soggetti nella struttura in quella notte di luglio, ma solo giovani pacifisti.La notte del 21 luglio 2001 resterà un marchio indelebile della nostra storia nazionale; un marchio imbarazzante e sconsiderato pensando che ancora giustizia non è stata fatta poiché i volti dei poliziotti erano coperti e non vi è possibilità di identificarli, un marchio che oltre i nostri confini ci arreca tanto rancore e diffidenza.Sarà fatta giustizia prima o poi? Per ora Amnesty International, in materia di diritti umani, svolge una costante inchiesta informale sull’accaduto, soprattutto grazie alla collaborazione degli stranieri coinvolti nel massacro, ma, riusciremo prima o poi ad ottenere i nomi dei colpevoli? Il nostro Stato collaborerà o dimostrerà omertà anche questa volta? A giorni si riaprirà il processo con un nuovo gip, volenteroso di scoprire i passi falsi di quella notte, noi non potremo far altro che stare a vedere.Buona visione a tutti, un film forte ma che consiglio, anche questa — ahimè — una fetta di storia del nostro Paese.
(A cura di Valeria Lopez)
IL TRAILER DEL FILM
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